Danni per l'esondazione: «Il Fiora non può avere argini» Skip to content

Danni per l’esondazione: «Il Fiora non può avere argini»

L’azienda di Francesco Ferini negli anni tra 2012 e 2019 avrebbe subito danni da erosione stimati oltre i 250mila euro e ha citato in tribunale il Consorzio bonifica. Che però non ha alcuna responsabilità
Uno dei terreni di Ferini allagato

SEMPRONIANO. Nella notte tra il 25 e il 26 settembre le piogge hanno fatto salire la portata del Fiora, che era esondato vicino a Catabbio. E tra i terreni allagati ci sono stati quelli dell’azienda di Francesco Ferini. Negli anni tra 2012 e 2019 l’esondazione ha eroso il terreno fertile della sua azienda, arrecandogli dei danni stimati complessivamente oltre i 250mila euro. Non contando quelli di quest’ultima esondazione.

Raccontando del suo impegno e dei suoi inviti al Consorzio bonifica e alla Regione per tutelare la sua azienda, Ferini in questi ultimi anni ha contato 4 interventi del Consorzio, che non sono risultati risolutivi per la situazione della sua azienda. Più di così, a quanto spiega l’ente, non si poteva proprio fare

Il Consorzio bonifica: «Più di così non si può fare»

L’ecosistema del Fiora è protetto e sensibile, anche per questo è molto tutelato a livello ambientale. E tanti degli interventi auspicati da Ferini non possono essere messi in pratica soprattutto per l’invasività.

Fabio Zappalorti, direttore generale Anbi Toscana e del Consorzio bonifica 6, conosce bene il problema e, solidarizzando con Ferini, spiega tutto quello che è stato fatto per aiutare l’imprenditore. «Il Consorzio ha fatto tutto quanto era possibile fare – dice Zappalorti – La zona è tutelata dal punto di vista ambientale. Ogni intervento deve essere anticipato da una relazione di incidenza ambientale e la Regione supervisiona».

Zappalorti racconta che spesso molti interventi proposti sul Fiora sono stati bocciati dalla Regione. «Quelli approvati sono stati pochi, e di lieve entità. Va anche ricordato – dice – che interventi di escavo non possono essere fatti, né alzare un argine (una delle opere viste come soluzione al problema). L’argine lì non c’è mai stato, e non credo che lo faranno mai fare – prosegue Zappalorti -Servirebbe poi l’avallo del genio civile e il suo contributo. Il Consorzio bonifica si occupa prevalentemente di fare manutenzione ordinaria, per le nuove opere serve il coinvolgimento anche di altri enti».

Il direttore fa il paragone con l’Albegna e altri fiumi simili: «Gli argini – spiega- sono solitamente posti a valle. Prendiamo l’esempio dell’Albegna. Lì gli argini si alzano nella pianura per proteggere l’abitato e mettere in sicurezza la zona. Che nelle aree libere il fiume esca per poi rientrare è una dinamica naturale, anzi – precisa – se i corsi d’acqua non avessero modo di uscire dal proprio letto in zone protette e libere, abitare in alcune località come Albinia o in altri centri vicino ai corsi d’acqua sarebbe ben più rischioso».

«Con Ferini abbiamo fatto diversi incontri e il Consorzio era disponibile a mettersi a disposizione – conclude Zappalorti – Abbiamo chiesto a Ferini di presentarci un progetto stilato dai suoi tecnici. Se la Regione avesse approvato, avremmo potuto operare noi, ma non ci sono arrivati altri progetti e non è stato possibile fare altro per venirgli incontro».

La battaglia in tribunale 

Ferini, assistito dall’avvocato Riccardo Cavezzini, aveva chiesto un accertamento tecnico preventivo per la verifica dei danno al tribunale di Grosseto, chiamando in causa il Consorzio Bonifica. Richiesta che è finita sulla scrivania della giudice Paola Caporali che ha dovuto inviare tutto al tribunale delle acque pubbliche di Firenze, che ha la competenza su questa materia. 

Nel ricorso infatti, i danni che l’azienda aveva subito, erano stati imputati al Consorzio che invece non avrebbe alcuna responsabilità: il Fiora infatti, è un corso d’acqua naturale non regimato da alcuna opera idraulica o arginatura realizzata dall’ente. Ha soltanto argini naturali. 

E per realizzarli, è necessaria l’autorizzazione della Regione. Il Consorzio si era offerto di fare da tramite con la Regione e presentare il progetto dei tecnici incaricati dall’imprenditore. Ma ad oggi, non è ancora stato presentato.

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