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Edilizia: diffidare di chi si improvvisa

Francesco Vichi, presidente provinciale edili Cna, spiega i danni dell’abusivismo in edilizia. E lancia proposte per possibili soluzioni
Francesco Vichi (foto di Michele Guerrini)

GROSSETO. Uno dei settori trainanti della provincia di Grosseto non è estraneo, purtroppo, al fenomeno dell’abusivismo. L’edilizia in Maremma offre grandi esempi di virtuosismo e utilità, ma anche storie di chi si improvvisa costruttore, di imprese nate dal nulla e poi scomparse solo per approfittare di momenti propizi.

Francesco Vichi è il presidente degli edili Cna e del Co.gr.a.e. (Consorzio grossetano artigiani edili), un consorzio di aziende dove tutti sono alla pari. Il consorzio, una realtà storica a Grosseto, ha soci di terza generazione e compirà 50 anni il 28 ottobre. Pur occupandosi anche di ingegneria stradale, la sua principale attività riguarda il mondo dell’edilizia. L’azienda della famiglia di Vichi fa parte del consorzio dal 5 settembre 1985, lui ne è consigliere dal 2013 e presidente dal 2015.

«L’abusivismo nel settore stradale è meno sentito – dice Vichi – è difficile fare un lavoro non in regola, perché cantieri sulle strade si notano di più. Nell’edilizia invece l’abusivismo è un fenomeno che si ripresenta da sempre. Molti ad esempio si improvvisano muratori o imbianchini per arrotondare lo stipendio».

un operaio specializzato al lavoro nel cantiere
Un operaio specializzato al lavoro

«Rispetto a chi lavora nell’impiantistica o fa altri mestieri che negli anni si sono tutelati con le certificazioni, il fenomeno è più esteso. Nell’edilizia spesso non si deve certificare nulla, soprattutto per i lavori più piccoli, dall’imbiancatura al resto. Questo mette fortemente in crisi il nostro settore, non si è protetti, non si è riconosciuti», specifica Vichi, evidenziando che nell’edilizia manca il riconoscimento professionale.

«La mia battaglia, infatti, è riuscire a creare una sorta di “carta di identità” dell’azienda, dalla quale vedere i dati dell’impresa, da quanti anni lavora e il suo comportamento».

«Alcune società nascono improvvisamente e nello stesso modo scompaiono»

Una carta d’identità delle imprese, come puntualizza Vichi, aiuterebbe a fare chiarezza anche sui molti soggetti che nascono per sfruttare le agevolazioni fiscali del momento, poi spariscono, lasciando, a volte, costruzioni non concluse o strutture con errori strutturali.

Un cantiere

«Oggi – dice Vichi – è noto che si usano srl fittizie per fare un lavoro, chiudendole subito dopo. Questo è un fenomeno che va regolamentato, tutelando chi fa il lavoro da anni, gestisce in maniere seria i dipendenti e il lavoro stesso. La committenza, spesso, guarda più all’ultima cifra di un’offerta che alla qualità. C’è un appiattimento del concetto aziendale – prosegue – e questo va a discapito di chi lavora, dei materiali utilizzati, dei clienti stessi. Il risultato è lo specchio dei tagli al preventivo che si è voluto accettare».

La Cna si batte da anni perché venga regolamentato l’accesso al mestiere edile, così come è stato fatto per impiantisti e installatori, visto che, ad oggi, l’accesso è libero: in sostanza chiunque può aprire un’impresa edile. Di conseguenza, i possibili danni dovuti alla scarsa preparazione di chi opera, non sono di fatto contestabili.

 

 
 
 
 
 
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«La qualità costa, ma ripaga»

Le aziende in regola, solide, come racconta Vichi, «hanno spese fisse che quelle non in regola, spesso, ignorano. A partire dal personale qualificato, fino ai materiali di qualità, un preventivo di una azienda o di un professionista serio, sarà per forza differente da quello di uno che si improvvisa. Ma anche il risultato sarà differente, un lavoro di qualità dura e difficilmente c’è da rimetterci mano».

Negli anni, i casi di abusivismo in edilizia si sono sommati e il presidente traccia una linea di un fenomeno che non si è mai arrestato: «Di storie da raccontare ce ne sarebbero tante – dice –  si parte però da un problema concettuale di fondo.

A Grosseto, anni ’90 e ora con i superbonus, si sono verificate accelerate improvvise al settore, facendo nascere aziende che si sono fondate col motto “mordi e fuggi”, per approfittare dell’agevolazione del momento. Così hanno guadagnato tanto nel breve termine e non hanno neanche pagato le tasse perché dopo poco tempo hanno chiuso, facendo perdere le loro tracce». 

Così a essere in difficoltà sono le aziende serie, gli operatori che da anni operano nel settore: incastrati tra preventivi più alti rispetto alle aziende “mordi e fuggi” e obblighi fiscali da rispettare.

Francesco Vichi davanti ad un cantiere
Francesco Vichi (foto di Michele Guerrini)

«A Grosseto purtroppo molti dei cantieri abbandonati sono dovuti a fenomeni simili, col blocco della cessione del credito delle banche, alcuni hanno lasciato addirittura ponteggi sulle case. Nel boom edilizio di Grosseto, anni fa, molte aziende si affollarono in città, ma sono rimasti anche molti lavori incompiuti e con problemi strutturali», racconta Vichi.

C’è una soluzione al problema

Piuttosto che misure “spot”, ovvero di forte impatto e per poco tempo, Vichi, accanto alla sua proposta della carta di identità, avanza l’opzione di varare agevolazioni graduali. «Serve dare fiato al settore, ma con gradualità. Cercando di dare lavoro a tutti e soprattutto agli operatori del territorio. Ogni provincia potrebbe beneficiarne. Senza rincorse, senza società nate dal nulla, puntando sui professionisti specializzati della propria terra. Sarebbe una bella svolta».

La campagna antiabusivismo

In base all’esperienza con la sua impresa all’interno di Cna, ma anche del Co.gr.a.e., Vichi sostiene con convinzione la campagna contro l’abusivismo lanciata da Cna Grosseto e Federconsumatori, sostenuta anche dalle fiamme gialle.

«Evidenziare i rischi nei quali incorrono tutti quelli che si affidano agli abusivi – commenta Vichi – è doveroso non solo per difendere un mestiere come il mio portato avanti magari da generazioni, ma lo è soprattutto per difendere i clienti, chi compra una casa, chi chiede un lavoro anche di manutenzione edilizia. Sono proprio queste persone che pagano le conseguenze di tutti quelli che operano non rispettando le regole e spesso senza preparazione».

Una delle locandine per la campagna contro l’abusivismo

 


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