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A Follonica non piove (quasi) mai. Il meteorologo spiega perché

Il meteorologo Marco Biagioli ci spiega perché a Follonica non piove (quasi) mai. E l’estate appena finita non è stata il record del caldo
Marco Biagioli e una veduta: a Follonica non piove (quasi) mai
Marco Biagioli e una veduta: a Follonica non piove (quasi) mai

di Chiara Pierini

FOLLONICA. Il Golfo del Sole non è solo l’appellativo con cui si usa riassumere da sempre una leggenda sul clima di Follonica e non è nemmeno un numero inconsueto di volte in cui, a differenza di località distanti una manciata di chilometri, non si è vista nemmeno una goccia d’acqua. A Follonica non piove (quasi) mai.

A Follonica piove proprio pochissimo così che nel tempo si sono sprecate battute, slogan e una certa dose di orgoglio.

Questo dato di fatto è oggi comprovato da dati e motivazioni scientifiche, come ci spiega il dottor Marco Biagioli tecnico meteorologo, previsore di Meteo Siena 24 e Radarmeteo, a cui ci siamo rivolti per avere delle spiegazioni.

Il meteorologo: a Follonica piove meno che altrove

Dottor Biagioli innanzitutto ci conferma quel che si dice di Follonica e del suo golfo, piove davvero meno che in altre località limitrofe?

«Assolutamente sì. La Maremma è già una delle zone meno piovose della Toscana e del centro Italia, Follonica città a sua volta è tra le meno piovose di queste aree classificate, secondo alcuni indici, come quello proposto da Thornthwaite, come subaride».

Ci sono motivazioni geografiche, di latitudine o di particolari correnti?

«Un insieme di tutti questi fattori ha portato a questa singolare caratterizzazione. Aprendo una qualsiasi carta geografica, da google maps ad una mappa nautica, si noterà la posizione protetta, incastonata in un golfo che è limitato a ovest dai monti della Corsica e dell’Elba che fanno da schermo alle correnti più umide occidentali; poi c’è a nord il promontorio di Piombino e a sud quello di Punta Ala. È come se il golfo fosse abbracciato da paraventi o spartiacque orografici».

Sono sempre i promontori che determinano invece le piogge a pochissima distanza?

«Esattamente, in estate, ad esempio, gli stessi promontori che proteggono Follonica fungono da catalizzatori dell’umidità che, trasportata dai venti e una volta superato il golfo, viene scaricata in forma di temporali verso Riotorto, oppure Tirli, Massa Marittima. Follonica che guarda verso il mare e alle spalle ha una pianura, viene così schivata dai temporali che colpiscono i rilievi nei dintorni».

Il cambiamento climatico, iniziato negli anni ’70

Parlando invece del cambiamento climatico, lei saprà come noi tutti che ci sono posizioni contrastanti sull’argomento?

«Ci sono posizioni contrastanti perché forse in certe occasioni fa comodo dichiarare il contrario di ciò che dice un altro; dico questo perché in effetti hanno ragione tutti e nessuno. Mi spiego meglio: il cambiamento climatico attuale è in buona parte imputabile all’uomo».

«È bene specificare che il clima è sempre in mutamento, ma se vogliamo andare a cercare l’accelerazione decisiva, tutto è cominciato dalla metà degli anni ’70 con la massiccia industrializzazione su scala globale, per cui è anche un errore credere che sia un fenomeno recentissimo. Il processo era già cominciato almeno 50 prima e con l’atmosfera si riscalda il mare, anche il “nostro” Tirreno. Allo stesso tempo non si può attribuire ogni “evento estremo” al cambiamento climatico, altrimenti si finisce per screditare e rendere meno credibile la battaglia per l’ambiente che è giusta e sacrosanta».

Anche Follonica pare stia subendo il surriscaldamento dell’acqua del mare?

«Follonica non è immune al cambiamento, ma l’aumento delle temperature è più soft rispetto ad altre zone della Toscana, esempio quelle più interne e urbanizzate, come la Piana pratese-fiorentina».

Eppure siamo in tanti a pensare che il caldo di questa estate sia stato da record…

«Sbagliato! È stata un’estate molto calda, seconda solo a quella del 2003. La stazione meteo di riferimento a Follonica è quella posta presso le sedi del CNR, attiva dal 2005 che rileva le temperature e queste ci dicono che quest’anno, tra maggio e luglio, abbiamo avuto i valori più alti dall’inizio delle rilevazioni, attorno ai 39°. Ma il record di temperatura assoluta rimane quello del 2017 con 39,8°».

Sarà sempre peggio come ci prospettano?

«La tendenza sembra un fatto, l’uomo può frenarla, difficilmente invertirla. E nel frattempo adattarsi».

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