di Maria Chiara Pierini
FOLLONICA. Ha scelto la pagina Facebook di Toscana Golf per scrivere il suo amaro sfogo di Paolo Negroni, proprietario del nuovo impianto sportivo inaugurato lo scorso dicembre dopo quattro anni di lavori, domande e richieste, sospensioni e divieti vari di inizio attività presentate come di norma all’amministrazione di Follonica.
«Promesse non mantenute»
«Per quattro anni – dice Negroni nel suo post – ho aspettato che il Comune di Follonica rispettasse le promesse fatte nel 2018, quando presi la decisione di investire circa 10 milioni di euro in Maremma, terra che conosco, amo e frequento fin da bambino. In quell’occasione spiegai chiaramente che cosa avrei voluto realizzare, che cosa sarebbe stato necessario per rispondere alle esigenze che una tale struttura impone di avere. Ma in quattro anni nulla di ciò che descrissi è stato reso possibile, anzi, con l’adozione del nuovo piano strutturale la realizzazione completa del resort sarà ancora più difficile da concludere».
Adesso all’ennesimo diniego, per quanto abbia voluto evitare di arrivarci, Paolo Negroni avvierà una procedura di ricorso al TAR Toscana imputando le responsabilità al sindaco di Follonica Andrea Benini.
Al primo incontro avuto con il sindaco Andrea Benini e alcuni dirigenti comunali, poche settimane dopo l’aggiudicazione dell’asta fallimentare, Negroni aveva illustrato quali sarebbero state le esigenze della struttura al fine di renderla operativa il prima possibile: aumento di 55 posti letto oltre i 65 già previsti, necessari per poter ospitare gli atleti in competizioni internazionali, la possibilità di ampliare a 300 metri quadrati i depositi macchinari che il piano strutturale prevedeva di 150 mq e infine la realizzazione di un vecchio progetto esistente, che prevedeva la distribuzione dell’acqua in uscita dal depuratore a fini irrigui di orti, aiuole pubbliche, parchi e giardini di strutture ricettive tra cui anche il campo da golf, dopo un trattamento terziario. «Sono passati 4 anni – dice Negroni – e nulla di tutto questo è stato reso possibile, anzi, l’adozione del nuovo piano strutturale ha reso e renderà ancora più complicata la realizzazione del progetto».
Un impianto per permettere a tutti di innaffiare
«Sono stati quattro anni duri, una vera e propria Odissea – prosegue Negroni – Le promesse, gli impegni e le dichiarazioni in favore del progetto non sono state mantenute, ma anzi vanificate da atti e scelte politiche in pieno contrasto con lo sviluppo turistico della città oltre che con il completamento del progetto stesso. Quest’ultimo mi ha fatto perdere un finanziamento da sei milioni di euro da parte del Credito Sportivo».
Si passerà quindi dal tribunale amministrativo toscana per vedere forse una luce in questa lunga vicenda, ma nel frattempo l’imprenditore lombardo non ha nessuna intenzione di accontentarsi di questo e pensa già alla prossima mossa.
«La mia prossima battaglia sarà dotare la città di un impianto di distribuzione di acqua terziaria di recupero del depuratore utilizzando i fondi del PNRR. Più precisamente la mia intenzione è quella di rendere fruibile da tutti ciò che è utile alla mia attività e cioè permettere un risparmio del consumo di acqua potabile assicurando all’intero territorio comunale la possibilità di annaffiare orti e giardini compresi comune e strutture turistiche».
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