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L’Amiata e le vie dell’acqua

Sulla montagna l’elemento naturale la fa da padrone, sono molti i punti dove è possibile ammirare il suo scorrere: alcune sorgenti sono anche visitabili
Una foto della Peschiera di Santa Fiora dall’alto

MONTE AMIATA. In estate in Maremma la ricerca di refrigerio spinge molti tra boschi e fronde fresche, altri hanno optato per altitudini più elevate, altri ancora sulla presenza dell’acqua.

Ci sono mete nella provincia di Grosseto, che permettono di coniugare tutti e tre questi aspetti. Le vie dell’acqua sul Monte Amiata, per esempio, rappresentano uno di quei percorsi che ristorano lo spirito e fisico.

Un viaggio attraverso i luoghi dove l’acqua scorre più pura e libera, potrà rappresentare una delle scoperte più fresche e rinfrancanti della stagione estiva.

Cascata d’acqua d’Alto

La cascata d’acqua d’Alto (foto Adf)

Visitabile liberamente, a due passi dal borgo di Bagnoli, la cascata è immersa in un bosco fiabesco. L’acqua qui compie un salto di circa 25 metri. Del luogo ne parla già nel 1500 Papa Pio II Piccolomini, e viene ricordato anche nei versi di Gian Domenico Peri.

Circa a metà 1900 le cascata fu sfruttata anche per impianti produttivi: infatti nelle vicinanze nacquero mulini, un lanificio e un impianto di produzione di “terra gialla”, dove le ocre venivano utilizzate come coloranti esportati in tutto il mondo.

Oggi queste realtà produttive non esistono più, ma la cascata continua comunque ad essere un luogo di pace e di relax, visitabile liberamente da chi cerca un luogo di refrigerio che faccia bene al cuore.

Sorgente dell’Ermicciolo

L’entrata monumentale della sorgente dell’Ermicciolo (foto Adf)

La sorgente sgorga nella località di Vivo d’Orcia, nel comune di Castiglione d’Orcia. 100 metri d’altitudine e 180 litri al secondo sono due dei dati che ne fanno una delle sorgenti più importanti del Monte Amiata. L’eremo dell’Ermicciolo, fondato da San Romualdo nel XI secolo, è quello che dà il nome alla sorgente, che nasce proprio lì accanto. 

Oggi dell’eremo rimane solo l’oratorio di San Benedetto, una piccola chiesa romanica della storica famiglia Cervini, e una cella utilizzata fino agli anni ’50 come seccatoio per le castagne.

L’edificio che ospita la fonte, con un’entrata austera e imponente, è visitabile su prenotazione.

Sorgente Burlana

La sorgente Burlana (foto Adf)

Partendo da qui, a circa 600 metri di altitudine nel territorio di Seggiano, le acque si uniranno insieme a quelle del fiume Ente (Arcidosso) e a quelle provenienti dall’Ermicciolo arrivando (con una tubazione che supera i 20 Km) a Siena. Nella parte esterna della sorgente è possibile fermarsi e riposarsi rimanendo all’ombra di un verde che lascia spazio ai suoni del bosco e ai profumi della montagna.

Sorgente di Bugnano

L’entrata della sorgente Bugnano (foto Adf)

Si sale. A 970 metri di altitudine la sorgente di Bugnano si trova vicina a quella di Arbure, e con lei rifornisce il comune di Grosseto già da fine 1800.  La costruzione muraria che avvolge la fonte è più piccola rispetto a quella costruita per Arbure, ma rimane comunque imponente. La struttura è visitabile, l’acqua che ne fuoriesce dalla parete con fragore ed energia rimane per molti uno spettacolo unico.

Sorgente di Arbure

L’entrata della sorgente Arbure (foto Adf)

A 800 metri, nel comune di Castel del Piano l’acquedotto che si rifornisce da queste acque venne inaugurato l’11 giugno 1896. Insieme alla sorgente di Bugnano, l’acqua dell’Arbure arriva a Grosseto. Tutt’oggi l’acquedotto rimane una delle più maestose condutture per l’approvvigionamento d’acqua potabile in Toscana. Furono posate tubature per oltre 58 km, impiegando 2 milioni e 400 mila chilogrammi di ghisa, attraversando 7 comuni.

Intorno alla sorgente il muro di cinta costruito a secco e alto circa 2 metri, trattiene due fabbricati dentro i quali scaturiscono le sorgenti principali.

L’edificio che allaccia le sorgenti è una struttura imponente e visitabile. In un luogo che parla di natura e di genio ingegneristico dell’uomo, la struttura della sorgente Arbure rimane una delle più caratteristiche sulle vie dell’acqua.

Sorgente di Santa Fiora

Ai piedi del borgo si Santa Fiora, Galleria Basse a Fonte Carolina sono le due sorgenti che sgorgano vicine all’impianto di potabilizzazione.

Santa Fiora è esso stesso una sorta di “borgo dell’acqua”: la sua Peschiera è un luogo magico dove la natura è stata incastonata all’interno un’oasi naturale. Uno scrigno conservato nel cuore del borgo.

La Peschiera di Santa Fiora (foto Adf)

Poco fuori dalla Peschiera, proprio adagiata al suo limite, c’è la chiesa della Madonna della Neve. Apparentemente, da fuori, sembrerebbe una normale chiesa. avvicinandosi però inizia a disvelare i primi tesori di notevole pregio artistico. All’interno il pavimento rimane decisamente una installazione fuori dal comune: volutamente ricoperto di lastre in vetro trasparente, lascia vedere a tutti i visitatori il punto dove il Fiora nasce, dando vita al suo lungo cammino.

Sorgente di Capo Vetra

Nel comune di Seggiano, a oltre 1000 metri la sorgente di Capo Vetra è tra le più alte della montagna. Gli abitanti del borgo amiatino ci sono molto affezionati: inizialmente le sue acque furono utilizzate per uso agricolo, e successivamente furono destinate all’uso domestico nel comune di Seggiano. 

La sorgente Capo Vetra (foto Adf)

La sorgente è immersa in un luogo verde che sussurra pace e silenzio, vicino c’è anche un rifugio di montagna recentemente ristrutturato. L’acqua fresca che sgorga dalla sorgente tra la faggeta che cresce lenta e costante, è un paradiso per i sensi da ritrovare in qualsiasi stagione.

Serbatoio di Marroneto

Il serbatoio di Marroneto (foto Adf)

Il serbatoio del Marroneto o del Terraio si trova a 870 metri di altitudine. Costruito nel 1963 serve il piccolo centro abitato amiatino, che è nato come altri centri sul monte grazie alla vicina presenza di acqua. Il serbatoio rimane uno dei nodi sulla strada della via dell’acqua, e sia l’altitudine che il luogo dove è posizionato, permettono al serbatoio di essere crocevia di escursioni e pause di ristoro tra i faggi del Monte Amiata.

Autore

  • Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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