di Chiara Pierini
FOLLONICA. Botta e risposta tra il sindaco Andrea Benini e il consigliere di minoranza Daniele Pizzichi sul luna park in via Don Leone.
Dopo un inizio incerto su ciò che stava accadendo in un’area privata agli estremi confini comunali a nord della città, oggi la querelle è entrata nel vivo del dibattito politico tra le forze contrapposte del consiglio comunale grazie alla sentenza del Tar Toscana che ha sospeso il provvedimento dello scorso giugno con cui il Comune di Follonica dichiarava l’improcedibilità della domanda di autorizzazione richiesta dalla società Santerini vietandone di fatto il proseguimento del montaggio e l’apertura al pubblico.
La sentenza del Tar e l’ordinanza
«Il montaggio delle attrazioni può quindi ripartire. A questo punto il sindaco si dimetta – è il primo commento del consigliere comunale Daniele Pizzichi (Lega) – Non ci possono essere mezze misure di fronte al disastro e il danno che il sindaco sta procurando alla città. Quella del luna park è diventata una delle più brutte telenovele della storia recente della città».
Il Comune replica dicendo che la sentenza non annulla l’ordinanza e che il luna park va tolto lo stesso.
Il sindaco Benini risponde prontamente che secondo il regolamento urbanistico è sì prevista l’installazione di circhi o spettacoli viaggianti, ma esclusivamente su aree di proprietà comunale.
«Ma quali sarebbero le aree ? – chiede ancora Pizzichi – visto che lui stesso non ha mai individuato l’area pubblica prevista per gli spettacoli viaggianti e dal regolamento urbanistico scaduto da sei anni?»
«E come ha fatto nelle sue legislature ad autorizzare l’installazione degli ultimi circhi equestri venuti in via del Cassarello in aree private, senza contare le altre strutture di spettacoli viaggianti autorizzate in sede fissa sempre su aree private nel comune di Follonica. Quanto affermato vale solo per il luna park?»
Mentre il botta e risposta va avanti a ritmi serrati in cerca forse di una soluzione un po’ tardiva, agosto sta bussando presentandosi più bollente che mai.
