SCARLINO. Non è un problema di soldi, ma il parcheggio della Polveriera è abusivo. E la parte privata, proprietaria dell’area, rappresentata dall’avvocata Cinzia Zanaboni, dopo il comunicato della sindaca Francesca Travison che, di fatto, accusava i proprietari di non aver voluto l’accordo, spiega come si sono svolti i fatti. Respingendo al mittente le accuse.
«Il comunicato a firma del sindaco di Scarlino – scrive l’avvocata Zanaboni – a proposito dell’area privata posta dinanzi alla Polveriera impone alcune precisazioni. Detto terreno è stato nella disponibilità del Comune di Scarlino fino a due anni fa, per accordi intervenuti tra la proprietà e l’Amministrazione Comunale».
«Lo scorso anno non la proprietà bensì la società che gestisce l’azienda cui l’area appartiene, scaduto il contratto, ha fatto notare come il parcheggio pubblico fosse di fatto abusivo, perché realizzato in un’area a rischio idraulico, con diversa destinazione urbanistica e con un pericoloso ingresso sulla strada provinciale».
La proprietà: l’area va regolarizzata
«Per questi motivi – scrive ancora l’avvocata Zanaboni -, fu comunicato che non sarebbe stato possibile rinnovare il contratto in difetto di regolarizzazione urbanistica dell’area di interesse (ivi compresa la rimozione di alcuni manufatti realizzati dall’ente e dai suoi aventi causa negli anni, privi di titolo edilizio)».
«La parte privata si offrì di esercitare direttamente attività di parcheggio a prezzi decisi dal Comune nell’interesse pubblico, ma a condizione che fosse regolarizzata l’area e fossero concesse le necessarie autorizzazioni. Per tutta risposta, lo scorso anno con ordinanza nr 41/2021 il sindaco requisì la superficie, per asseriti motivi di tutela di interesse e ordine pubblico, senza corrispondere alcunché alla parte privata, dichiarando altresì che per l’anno successivo il problema parcheggi sarebbe stato risolto, con altra definitiva soluzione».
«Alla fine del periodo di acquisizione forzosa (30/9/2021) il Comune ha trattenuto l’area, senza mai rispondere al gestore che chiedeva la restituzione del terreno e la rimozione di tutte le infrastrutture ivi realizzate, poiché irregolari da un punto di vista urbanistico. In buona sostanza il privato ha richiesto che detta superficie fosse in regola con la normativa prevista dallo stesso Comune».
«Solo nel giugno 2022 il Comune ha contattato la società, interessando la prefettura, per utilizzare anche per questa estate l’area in oggetto, senza tuttavia garantire in alcun modo la parte privata di essere tenuta indenne da eventuali responsabilità conseguenti all’uso illegittimo della stessa».
La mancata apertura non dipende dalla parte privata
Conclude l’avvocata Zanaboni: «È quindi vero che:
- il Comune ha tentato di aprire una trattativa solo nel mese di giugno, essendo rimasto inerte ed anzi evitando il confronto fino al maggio 2022;
- la parte privata ha posto quale condizione pregiudiziale alla concessione dell’utilizzo dell’area la conformità della stessa alle previsioni urbanistiche del Comune e non l’aspetto economico;
- è facoltà del Comune reiterare l’acquisizione dell’area con ordinanza, come accaduto nello scorso anno, se ritenuto legittimo.
Non è accettabile invece che si imputi alla parte privata la mancata apertura del parcheggio, o che si favorisca in qualsiasi modo nella collettività una lettura in tal senso degli eventi, con la divulgazione di un comunicato che, mistificando i fatti, genera discredito alla parte privata, scatenando una pericolosa quanto ingiusta gogna mediatica in danno della parte da me rappresentata, che procederò a tutelare nelle sedi più opportune».
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