«Mi picchiava, poi facevamo pace: non l'ho accoltellato apposta» | MaremmaOggi Skip to content

«Mi picchiava, poi facevamo pace: non l’ho accoltellato apposta»

La donna accusata del tentato omicidio del compagno ha risposto al giudice: il pm ha aperto un fascicolo per maltrattamenti nei confronti dell’uomo
I carabinieri davanti alla villetta

ORBETELLO. Ha parlato davanti al giudice Marco Bilisari. La quarantenne accusata di tentato omicidio, per aver ferito con una coltellata il compagno al culmine di una lite scoppiata domenica 12 giugno nel loro monolocale di Albinia, difesa dall’avvocato Roberto Cerboni, ha risposto alle domande del giudice e del sostituto procuratore Salvatore Ferraro. Che, alla fine dell’udienza di convalida del fermo della donna, ha aperto un fascicolo per maltrattamenti nei confronti dell’uomo

Piange davanti al giudice

La quarantenne, che da lunedì è rinchiusa nel carcere di Sollicciano, è arrivata in tribunale a Grosseto accompagnata dagli agenti di polizia penitenziari. I suoi due grandi occhi azzurri, più volte si sono riempiti di lacrime. Durante l’interrogatorio, la donna ha raccontato quello che è successo domenica sera. Quando lei ha chiesto al compagno se le poteva affilare il coltello per tagliare la carne. Al suo rifiuto, dopo qualche borbottio, sarebbe scoppiata la lite. 

Il trentottenne, che è ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Misericordia, avrebbe preso il coltello del tavolo e lo avrebbe brandito di fronte alla donna, dicendole che non era capace di fare niente. La quarantenne ha spiegato che è stato in quel momento, quando ha cercato di togliere il coltello dalle mani dell’uomo, che il suo compagno è rimasto ferito. «Non volevo fargli male – ha detto tra le lacrime – volevo solo togliergli il coltello dalle mani». 

L’avvocato Roberto Cerboni

La lama però, ha trapassato la coscia dell’uomo e ha reciso l’arteria femorale. «L’ho soccorso –  ha detto – Ho cercato di fermare l’emorragia, poi sono uscita fuori a chiedere aiuto. Continuavo a gridare: “amore, amore, che ti è successo?».  La donna ha ribadito più volte che non voleva ferire il compagno. «Avevo la mano sopra alla sua – ha detto – Lui aveva il coltello in mano». Ma la tesi che si sia trattato di un incidente, come sostenuto dalla donna, non ha convinto il giudice.

Saranno le indagini dei carabinieri, intervenuti non appena ricevuto l’allarme, a chiarire cosa sia successo in quell’appartamento che ora è sotto sequestro. Oltre al coltello, è stata sequestrata anche una forchetta sporca di sangue che era sul letto

L’appartamento, un monolocale al pianterreno di una villetta trifamiliare, era pieno di sangue. L’uomo si è accasciato nell’unica stanza che compone l’abitazione della coppia, tra la cucina e il letto. 

La traccia di sangue sul letto della coppia

La donna resta in carcere

Al momento, la quarantenne che lavora in una pasticceria, resta in carcere. L’avvocato Cerboni aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il giudice, che non ha convalidato il fermo, ha deciso che per il momento resterà in cella. Il difensore della donna presenterà appello al Riesame. Se da una parte il fermo non è stato convalidato perché non c’è, secondo il giudice Marco Bilisari, il pericolo di fuga, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere perché «essendo la donna dedita all’alcol – scrive – sussiste il concreto pericolo che la donna, se rimessa in libertà, potrebbe commettere delitti della stessa specie di quello per cui si procede». 

La quarantenne ha raccontato al giudice il suo rapporto con il compagno. Entrambi abusavano spesso di alcol e quasi settimanalmente, soprattutto la sera dopo cena, i vicini li sentivano litigare. Sentivano soprattutto la donna gridare. 

La quarantenne ha parlato di anni di maltrattamenti. Ha parlato delle botte che il compagno le dava quando litigavano e di come poi, ogni volta, facessero la pace. Addosso aveva ancora i segni: lividi, una ferita dell’anno scorso su una gamba. Ma nel suo racconto, di fronte al giudice e al pm, non ha mostrato alcun livore. Come se alle botte che aveva preso dal compagno non volesse dare peso, nonostante che i carabinieri fossero dovuti intervenire più volte. 

Diverso è stato invece il pensiero del pm, che ha aperto un fascicolo nei confronti dell’uomo che lotta ancora vita e la morte all’ospedale di Grosseto. 

 

 

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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