CAPALBIO. «Ho pensato che fosse rimasto senza auto, mi aveva chiamato quattro o cinque volte». È un amico di Adrian Luminita il primo dei testimoni dell’udienza di mercoledì 25 maggio di fronte alla Corte d’assise, presidente Adolfo Di Zenzo, giudice Laura Previti. Telefonate che l’uomo che ha confessato l’omicidio della moglie Elena Madalina, avrebbe fatto la mattina della tragedia avvenuta il 6 dicembre 2020 nella dependance di una villa a Pescia Romana.
Quel giorno i due uomini, che erano molto amici, non erano riusciti a parlarsi. L’uomo è stato sentito dalla sostituta procuratrice Valeria Lazzarini. E alla domanda sui rapporti tra Adrian e la moglie, l’amico dell’uomo a processo per omicidio, ha detto: «La amava, so solo questo».
L’uomo ha anche confermato alla sostituta procuratrice che Adrian voleva tornare in Romania. Motivo questo, secondo le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo, che avrebbe scatenato la follia omicida dell’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Malasoma. Il ritratto di Adrian che emerge dal racconto dell’amico, è quello di un uomo mite, che non ha mai avuto atteggiamenti violenti. «Adrian non è mai stato un uomo violento – ha aggiunto – per ammazzare le galline che aveva nel pollaio doveva chiamare altre persone».
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