Ponteggi più lunghi per proteggere i fedeli: la chiesa non chiude | MaremmaOggi Skip to content

Ponteggi più lunghi per proteggere i fedeli: la chiesa non chiude

Sopralluogo alla chiesa di Marina di Grosseto dove sono in programma i lavori: la capienza dei fedeli sarà ridotta
La chiesa di Marina di Grosseto
La chiesa di Marina di Grosseto

MARINA DI GROSSETO. La Curia vescovile, col suo ufficio tecnico, è intervenuta prontamente sulla già precaria situazione della chiesa di Marina, dove sabato 21 maggio si è verificato un distacco di intonaco nella parte della copertura in prossimità dell’ingresso. La chiesa è stata precauzionalmente chiusa in questi giorni mentre stamane, a seguito del sopralluogo dell’ingegnere incaricato, è stato deciso di allungare anche alla zona d’ingresso i ponteggi che già interessano buona parte della chiesa, creando così una copertura che eviti danni a persone o cose dall’eventuale ulteriore distacco di intonaco.

I lavori sono già previsti

Le impalcature sono preliminari ai lavori comunque già previsti. La chiesa non sarà chiusa seppure la sua capienza si ridurrà in modo significativo.

La chiesa era stata chiusa alla fine di gennaio 2021 perché dichiarata inagibile a seguito di infiltrazioni che hanno provocato danni al tetto. Le impalcature installate all’interno, in attesa di poter avviare i lavori, hanno consentito di riaprirla e di utilizzarla, pur con qualche disagio, fino ad oggi.

La situazione delle chiese e della loro manutenzione continua ad essere motivo di grande preoccupazione. Al momento è in corso il grande cantiere presso la basilica del Sacro Cuore, sono terminati i lavori a Montorsaio, per metà al Cottolengo (chiesa e campanile) dove sono stati sospesi (manca il cantiere della canonica) per dirottare le risorse sul rifacimento del tetto della chiesa di San Sebastiano a Roccatederighi, mentre per la chiesa di Braccagni e per il primo dei molti stralci di lavori che dovranno interessare la chiesa di Santa Lucia le pratiche edilizie sono in itinere.

Una situazione complessa, dunque, che fa il conto con la carenza di risorse per coprire i bisogni di chiese spesso molto vecchie se non antiche, senza contare le chiese che vanno ricostruite ex novo. La concentrazione della Diocesi, con i suoi uffici, è massima, ma deve fare i conti con tanti bisogni che si affastellano. Non ci sono corsie preferenziali, ma solo priorità dettate dalle emergenze che, via via, si presentano e a cui la Diocesi cerca, con la collaborazione delle parrocchie stesse, di far fronte. 

 

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