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Premiati Angela Saba e il formaggio a latte crudo

Ha ricevuto il riconoscimento per la “Resistenza casearia”. È una che non accetta compromessi nella produzione
Angela Saba viene premiata con la "Resistenza casearia"
Angela Saba viene premiata con la “Resistenza casearia”

GROSSETO. Angela Saba eccellenza nazionale al Cheese a Bra. L’imprenditrice di Confagricoltura Grosseto, ha ricevuto, in occasione della tredicesima edizione del più grande evento internazionale sui formaggi a latte crudo, il premio “Resistenza casearia”.

Si tratta di un riconoscimento che, a partire dal 2009, Slow food assegna a ogni edizione di Cheese a quei pastori, casari, studiosi e appassionati che rifiutano le scorciatoie “industriali” ma che testardamente continuano a produrre formaggi e alimenti rispettando naturalità, tradizione e benessere animale.

«È il massimo riconoscimento ottenibile per chi fa questo tipo di lavoro. L’esperienza di Angela con la sua azienda – è il commento del presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi – fa bene al settore perché è il risultato della passione e della dedizione che ha sempre dimostrato nella ricerca della qualità, che le ha permesso di mantenere vivo uno straordinario patrimonio di competenze e paesaggi tradizionali».

Le motivazioni del premio

Infatti, nella motivazione che giustifica l’attribuzione del premio, si legge: «una casara/pastora/allevatrice che svolge un ruolo cruciale nella conservazione dei saperi e delle tradizioni – premio intitolato ad Agitu Ideo Gudeta – perché  rappresenta un esempio e un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono intraprendere la strada, bella e difficile, dell’allevamento e della produzione di formaggio. Una strada particolarmente difficile per le donne e per chi vuole produrre cibi sani, buoni e in armonia con la terra».

La “talebana” del formaggio a latte crudo

Non a caso Angela Saba si può considerare una sorta di “talebana” del formaggio a latte crudo, visto che non accetta compromessi. Produrre formaggio a latte crudo non lascia altre alternative se non il perseguire l’alta qualità e il rigore nei processi di lavorazione.

300 le pecore e 20 capre che costituiscono il suo primo valore. Cercata da Slow Food perché divenisse lei stessa presidio e garanzia di genuinità, i suoi sono formaggi fatti in una maniera ancestrale e innovativa, in cui  seleziona con attenzione foraggi e pascoli ed evita qualsiasi prodotto possa far male agli animali o alla terra.

Lavora solo a latte crudo, e lo taglia a 35 gradi, senza l’aiuto di fermenti chimici, e quasi senza sale.  Con Confagricoltura combatte per i diritti dei pastori e produce straordinari pecorini.

«Lavorare in maniera così “ridotta” – conclude Tocchi – può costituire un limite commerciale, perché non si ha mai la linearità di un prodotto in cui si percepisce distintamente l’alimentazione degli animali. Amore nel proprio lavoro, adesione assoluta ai personali principi e una spiccata competenza, sono state la base che hanno permesso ad Angela di ottenere questo giusto riconoscimento».

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