GROSSETO. Si parla da settimane, ormai, del parco del Diversivo. Perché la grande area verde che taglia la città da via Senese a via Nepal sarà trasformata. E diventerà una sorta di Central Park cittadino. Un progetto affascinante che sta mettendo le gambe, con i progetti del primo e secondo lotto.
Ma in quanti sanno a cosa serviva l’originario canale del Diversivo? Molti pensano che servisse ad alleggerire le piene dell’Ombrone, in realtà aveva una funzione diversa, legata alla bonifica della piana fra Grosseto e Castiglione.
Basta andare su Google Maps e “volare” alti sulla città, per vedere ancora in modo chiarissimo il tracciato, che parte dall’Ombrone alla Steccaia e finisce poco prima della Diaccia Botrona. Sono, complessivamente, circa17 km, anche se fu fatto in più momenti e anche allargato.
Un’opera ingegneristica che riporta a persone che non tutti i grossetani conoscono. O magari li conoscono solo perché danno il nome a vie cittadine, come l’aretino Vittorio Fossombroni o il fiorentino Alessandro Manetti, entrambi vissuti a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo.
La bonifica del Prile e un canale allungato a pezzi
Il lago Prile, la zona umida fra Castiglione e Grosseto, arrivava all’inizio del XIX secolo fino a Barbanella.
Fu il granduca Leopoldo II di Lorena a dare il via ai lavori del canale che aveva lo scopo di portare le acque limacciose e piene di sedimenti dell’Ombrone nel lago Prile per renderlo fertile e coltivabile.
Ideato da Vittorio Fossombroni, fu realizzato dall’ingegner Alessandro Manetti: i lavori furono effettuati in 160 giorni tra il 1829 e il 1830 e l’entrata in funzione della diga della Steccaia e del canale Diversivo venne celebrata il 26 aprile 1830 con l’inaugurazione da parte del granduca.
In un primo momento il canale era lungo circa 8 km e largo 12 metri partiva dalle Bucacce (di fatto sotto a Poggio Cavallo), nella zona della Steccaia e di ponte Tura e arrivava fino a Barbanella, nella zona dell’ex lago Boccio, che un tempo si estendeva fra Barbanella e la Rugginosa.
Pian piano che il lago Prile si ritirava, il fosse veniva allungato. A un certo punto fu anche allargato, finché esaurì la sua funzione.
Il percorso attuale è ancora visibile con chiarezza sulle mappe: attraversa San Martino e, dopo avere oltrepassato tre ponti a poca distanza l’uno dall’altro (il viadotto dell’Aurelia, il ponte San Martino e il ponte della Scansanese) alla svolta di San Martino, nei pressi della centrale elettrica, vira verso nord-ovest.
Il canale lambisce quindi il cimitero comunale di Sterpeto e il villaggio Curiel, e finisce interrato nel tratto urbano oltre via Senese.
Il “diversivo tombato” prosegue lungo viale Europa, segnando una linea di demarcatura netta nel tessuto cittadino, e passa sotto il ponte della ferrovia e il ponte Massa, raggiungendo via Aurelia Nord, dove riemerge e continua il suo tragitto in direzione di Castiglione della Pescaia.
In località Marrucheto si interseca con il canale emissario di San Rocco ed è attraversato poco dopo da un ponte, il ponte Nuovo, poco prima del Centro militare veterinario. Il canale diversivo attraversa infine tutta la piana di Grosseto dell’ex padule bonificato, passa sotto il ponte Chiocciolaia e va a esaurirsi nella riserva naturale Diaccia Botrona, nei pressi dell’isola Clodia.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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