GROSSETO. Utilizzavano segni distintivi con scritto “security” senza averne titolo. Per questo gli agenti della divisione polizia amministrativa e sociale della questura di Grosseto hanno elevato alcune sanzioni. I controlli sugli operatori della vigilanza privata per verificarne i requisiti tecnici ed organizzativi vanno avanti da qualche tempo proprio per evitare l’abusiva fornitura di servizi riservati a persone e società che lavorano nella piena legalità.
Ispezioni nelle sedi delle società
Le verifiche hanno riguardato le sedi delle società, i mezzi in dotazione, i locali di intrattenimento, gli esercizi commerciali e le attività’ produttive di media e grande distribuzione. Sono state registrate e sanzionate forme di abusivismo tra le varie figure professionali.
Il tema è molto delicato perché affidarsi a soggetti senza la giusta professionalità potrebbe comportare maggiori rischi proprio verso i beni e le strutture per le quali si chiede invece maggior tutela.
Infatti, la vigilanza e la custodia della proprietà mobiliare e immobiliare può essere svolta solo da guardie giurate o dagli istituti di vigilanza privata, in possesso di adeguata e specifica preparazione. Questi costituiscono un vero e proprio deterrente alla commissione di reati, potendo svolgere anche regolari pattugliamenti nelle aree assegnate in uniforme ed armati, o utilizzare sistemi di videosorveglianza per avvisare in tempo reale le forze dell’ordine.
Diverso è il caso dei buttafuori, che operano nei locali pubblici, nei pubblici esercizi e nei luoghi aperti al pubblico con lo scopo di verificare la sicurezza dei luoghi, controllare l’accesso del pubblico, regolamentare i flussi secondo la capienza consentita, controllare visivamente le persone. Sono riconoscibili perché devono esporre un tesserino con il nome e l’agenzia da cui dipendono.
In questo settore l’abusivismo è più diffuso perché vengono usate figure “alternative” quali addetto al servizio antincendio, addetto alla safety o al primo soccorso, all’accoglienza che atteggiandosi a buttafuori indossano auricolari e abbigliamento identico agli addetti “regolari” e, come loro, operano nei punti più delicati dei locali a contatto col pubblico comunicando mediante apparati radio. Così facendo i proprietari dei locali, affidandosi, anche inconsapevolmente, a personale non in regola, violano le norme imposte dalle autorità (uscite di sicurezza, numero di avventori oltre la capienza consentita) aumentando il pericolo per gli stessi clienti.
Durante i controlli sono stati trovati anche vigilanti che controllavano alcuni beni, pur essendo meri “portieri”.
È importante distinguere queste attività perché mentre le precedenti figure professionali sono sottoposte ad un controllo preventivo e ad autorizzazioni delle pubbliche autorità, l’attività di portierato tratta solo tipologie di servizi di manutenzione di edifici che il proprietario affida a un operatore economico mediante stipula di un contratto di global service.
Chi assume un portiere quindi non può chiedergli un intervento diretto a tutela del proprio bene ma solo una guardiania passiva.
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