MONTE ARGENTARIO. Sono passati sei giorni dalla vittoria della 19enne portercolese Ambra Sabatini nei 100 metri T63 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, ma non si sono ancora spenti i fari su un’impresa davvero sensazionale. L’atleta maremmana, vittima di un incidente stradale mentre stava andando agli allenamenti dell’Atletica Grosseto Banca Tema (faceva il mezzofondo), ha stupito il mondo intero per la sua grinta, la sua tenerezza e la sua voglia di superare un ostacolo che le avrebbe potuto cambiare la vita.
«Ora voglio battere il mio record», ha detto l’altra sera in piazza Roma a Porto Ercole, il suo paese, che l’ha celebrata come una regina. Già, il record. A Tokyo lo ha battuto due volte: in batteria ha frantumato quello che aveva ottenuto a Dubai, mentre nella finale se lo è ripreso dopo che la sua amica e mentore Martina Caironi gliel’aveva strappato nella seconda batteria. Il primato da battere è adesso 14’11 ma Ambra è convinta che con passione e tanto lavoro si possa abbattere anche il muro dei 14 secondi. Non lo ha fatto in Giappone probabilmente solo a causa della pioggia
Negli occhi degli sportivi di tutto il mondo è rimasto impresso il pianto della Sabatini a pochi metri dall’arrivo, ad un battito d’ali dalla vittoria più bella. Ma quello che è stato solo l’inizio di una settimana che la regina mondiale della velocità non dimenticherà per tutta la vita. Dopo aver scaricato con lacrime liberatorie la tensione ed aver festeggiato insieme alle altre due “Charlie’s Angels”, Martina Caironi (scesa dopo due Paralimpiadi dal tetto del mondo) e Monica Contrafatto, Ambra, riservata per natura, è stata presa d’assalto dalla stampa planetaria, che ha raccontato la sua bellissima storia.
Tutto ha inizio quando nel 2019 babbo Ambrogio la accompagna al campo Zauli Zecchini per gli allenamenti dell’Atletica Grosseto (la prima a complimentarsi con la campionessa dopo il trionfo paralimpico). Sono in due sullo scooter, una vettura li investe, il papà ne esce illeso, mentre la gamba sinistra di Ambra riporta gravi conseguenze, tanto che i medici sono costretti ad amputarla al di sopra del ginocchio.
Superato lo choc iniziale la Sabatini, all’epoca diciassette, si fa coraggio e trova la forza di andare avanti. «Quando l’andavamo a trovare in ospedale era lei che faceva coraggio a noi», ricorda l’ex presidente della Fidal Alfio Giomi. Con tanta forza di volontà, con l’aiuto della famiglia, delle Fiamme Gialle e del suo allenatore Jacopo Boscarini, inizia una nuova carriera, torna all’atletica, nella velocità.
L’altra sera, di fronte ai suoi compaesani, al sindaco Franco Borghini, al presidente della Regione Eugenio Giani, accompagnato dall’assessore Leonardo Marras, a quello della Provincia Antonfrancesco Vivarelli ha perso un po’ della sua timidezza per ringraziare quanti l’hanno sostenuta in questa incredibile avventura
«Ancora non me ne rendo conto. Mi ero immaginata centomila finali diversi. Così belli mai».
Molti le hanno chiesto di quelle lacrime prima del traguardo e lei candidamente ha risposto: «Perché desideravo troppo la medaglia, rappresenta il riscatto di questi due anni dall’incidente. Finalmente mi sento completa. E tutto è stato reso più bello con le mie amiche Martina e Monica sul palco insieme a me. E questo mi rimarrà per sempre nel cuore».
Terminati i festeggiamenti Ambra tornerà, insieme al fidanzato Alessandro Galatolo alla vita di sempre, ai banchi di scuola, inizierà a studiare i’inglese prima di riprendere la preparazione di Parigi 2024, dove vorrà continuare a far brillare la sua stella.