PORTO SANTO STEFANO. Dimentichiamoci, per un po’, il pesce fresco in tavola. Il mondo della pesca si ferma per il caro-gasolio.
Giovedì è in agenda un incontro al ministero, mercoledì una manifestazione a Roma, con incontro con il sottosegretario per le politiche agricole alimentari e forestali Battistoni.
Ma in Italia, e anche in Toscana, la protesta non è partita con le stesse modalità. Un po’ di difficoltà di comunicazione fra le varie zone, ma anche scelte diverse fra le varie comunità.
Così, nella notte fra domenica e lunedì, i pescatori toscani avevano deciso di uscire. Il Lazio, invece, aveva deciso di restare in porto.
E domenica 7 sera tre macchine di pescatori sono partite da Anzio e Civitavecchia con l’intenzione di bloccare le uscite in Toscana.
Il primo incontro è avvenuto a Porto Ercole, il secondo a Porto Santo Stefano.
Sono volate parole grosse, compresa qualche minaccia: «Vi buttiamo in mare il pesce».
Alla fine è stato trovato un accordo e i pescatori di Porto Ercole e Porto Santo Stefano sono rimasti in porto. Lo stesso è successo nelle altre zone toscane: Castiglione, Piombino e Viareggio. Sono uscite solo un paio di barche da Marina di Campo, all’Elba.
Cosa chiedono i pescatori
Già questa mattina, lunedì 7 marzo, è previsto un incontro fra gli armatori per preparare la manifestazione di mercoledì e l’incontro di giovedì
Questo l’elenco dei punti alla base dello sciopero delle marinerie d’Italia nella settimana dal 07/03/2022 al 14/03/2022
- caro gasolio
- reintegro dello sgravio contributivo all’80% previsto dalla legge 30 del 27 febbraio 1998 artt. 4 e 6
- eliminazione del contributo del datore di lavoro per la naspi sui licenziamenti (ovvero ticket licenziamento introdotto dallalegge 92/2012 art. 2 commi 31-35
- riduzione delle giornate di fermo aggiuntivo per l’anno 2022 previste del decreto ministeriale 15 febbraio 2022, art. 2 e ridiscussione delle giornate aggiuntive negli anni seguenti.
