GROSSETO. Il giorno di Santo Stefano del 2018, una coppia di trentenni, aspettava la nascita del loro primogenito. Avevano scelto il nome, avevano comprato il corredino e la felicità per l’arrivo di quel bambino era arrivata all’apice.
La tragedia il giorno di Santo Stefano
Quel giorno però, all’ospedale Misericordia di Grosseto, il sorriso dei due genitori si spense quando cominciarono i primi problemi causati da una rarissima complicanza durante l’intervento cesareo operato d’urgenza quando lo staff del reparto di Ostetricia e ginecologia aveva capito che non era più possibile un parto naturale. Chi era in sala operatoria in quel momento ha fatto tutto il possibile per salvare quella piccolissima vita praticando anche ripetuti tentativi di rianimazione.
Il bambino, però, non ce l’aveva fatta: era morto – stabilirà poi l’autopsia – per anossia. Il piccolo era rimasto incastrato nel canale pelvico della donna. Il funicolo ombelicale del piccolo, quello che serve a portare il nutrimento e anche l’ossigeno alle cellule del bambino, sarebbe rimasto schiacciato interrompendo gli scambi gassosi con il corpicino del neonato.
Parto cesareo in ritardo
Il sostituto procuratore Salvatore Ferraro aveva indagato, per quella morte, 23 persone: tutto il personale medico e ostetrico che aveva seguito la donna durante il parto. Sono state 21 le archiviazioni: per due sole dottoresse, entrambe ginecologhe, si aprirà ora il processo. Il giudice Sergio Compagnucci ha rinviato a giudizio Rita Puzzuoli, 57 anni, difesa dall’avvocato Luciano Giorgi e Eleonora Piccolo, 35 anni, difesa dall’avvocata Monica Segreto.
Le due dottoresse sono accusate di omicidio colposo per colpa medica. La dottoressa Puzzuoli, primo chirurgo che ha eseguito il cesareo e ginecologa di turno il giorno che la donna è arrivata all’ospedale, stando alle perizie depositate dai consulenti della procura, non si sarebbe accorta delle caratteristiche del tracciato cardiotocografico che era rallentato e non avrebbe disposto subito il parto cesareo d’urgenza sulla puerpera. Piccolo, medico ginecologo reperibile e aiuto chirurgo di Puzzuoli, avrebbe, insieme alla collega, fatto delle procedure errate nell’estrazione del feto dopo la laparotomia, durate in totale 22 minuti.
Il battito del bambino aveva cominciato a rallentare alle 1.15 mentre il cesareo era cominciato alle 2.38 ed era terminato alle 3. Il travaglio, secondo la procura, era stato troppo lungo, causando la morte per asfissia del piccolino.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile ed è assistita dall’avvocata Francesca Bronzetti del foro di Pisa. Il processo comincerà a maggio davanti al giudice Marco Bilisari.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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