ORBETELLO. Da Gassmann alla Cnn, fino al semplice cittadino che mangia proteine da moscini (a Orbetello li chiamano così i moscerini) camminando: tutti parlano del problema che assilla da settimane Orbetello.
Le nuvole nere che ondeggiano nell’aria, quasi eleganti, se non fossero così fastidiose ed impattanti, sono la logica conseguenza di un ciclo naturale che, del resto, si era già verificato l’anno scorso.
Solo che quest’anno è arrivato in anticipo, complici le temperature miti.
La laguna non respira più ossigeno, non c’è sufficiente scambio di acqua col mare, le alghe proliferano, i pesci muoiono e in questo habitat naturale nascono i moscini. Se non interrompi l’inizio del ciclo, succederà ogni anno. Poi toccherà ai ragni e alle loro candide ragnatele a coronare le sponde. Tanto cibo, tanti ragni.
Il freddo dopo l’estate darà qualche mese di respiro e poi, via, ripartirà la giostra.
Curare la malattia, non i sintomi
Sgombriamo subito il campo da equivoci: l’Amministrazione comunale, da sola, non può avere le armi per combattere il fenomeno. Al massimo può prendere un Moment per il mal di testa: con lo stanziamento, notevole per un piccolo Comune, di 300mila euro, speriamo riesca almeno a limitare i sintomi della malattia.
Ma curarla è ben altra cosa.
Anche il ministero dell’Ambiente, rimpallando il problema con quello della Salute, non ha saputo dire molto di più di un banale “Usate gli insetticidi“. Insomma contro gli insetti, gli insetticidi. Consiglio ben accetto, ma in laguna potevano farne a meno.
Del resto da mesi gli uomini infagottati dentro alle tute bianche spargono quintali di veleni lungo le sponde, senza ottenere alcun risultato.
Il danno e la beffa
In questo contesto stona il post di Ivan Poccia, membro della maggioranza, consigliere con deleghe a demanio, diportismo e mobilità sostenibile, che se la prende con chi posta foto e video dei moscini: «Avete fatto un danno».
Ma davvero pensa che cittadini, esercenti, visitatori della laguna, tutti “armati” di cellulare in tasca, si trovino dentro alle nuvole di moscini e non documentino la cosa?
Il mondo è cambiato consigliere. Non è detto che sia migliore, ma così è.
Viviamo nell’epoca del tempo reale, dei cronisti improvvisati di strada, della tecnologia alla portata di tutti. Dei social che rimbalzano i post come una pallina in un flipper. Serve a poco arrabbiarsi. E se qualcuno ascolterà l’appello-sfogo, altri cento sono pronti con lo smartphone in mano.
È un attimo: fotografi, filmi, posti. È come svuotare il mare con un secchio.
E poi chi ora è in maggioranza prima era all’opposizione. E in quella veste diversa usava parecchio il cellulare, non solo per telefonare.
Tanta politica, del resto, i nuovi mezzi li cavalca, non li teme. Il sindaco di Grosseto, un esempio come altri, paga una persona che, brandendo il cellulare come un’arma, lo segue anche quando va in bagno.
L’informazione è cambiata
Anche l’informazione deve fare i conti con un mondo profondamente cambiato e dare le notizie il giorno dopo non ha più molto senso. Si pensi, solo per fare un esempio chiaro a tutti, all’allarme meteo: se non lo comunichi in tempo reale, a cosa serve? Si pubblica quando già è iniziato il diluvio?
Resta, irrinunciabile, l’obbligo di verificare di persona cosa accade, e noi per primi abbiamo un cronista sul posto, ma poi le notizie escono subito e fanno il giro del mondo. Tanto che anche la Cnn ha parlato di Orbetello e delle nuvole di proteine mangiate da chi cammina per strada.
Far finta che la società non sia cambiata serve davvero a poco: è come quando uscivano le prime auto e tanti si ostinavano a girare con la carrozza e i cavalli. Affascinante, ma anacronistico.
Per cui Ivan Poccia e l’Amministrazione si mettano l’anima in pace. Anche perché Orbetello e la sua meravigliosa laguna sono patrimonio di tutti e tutti sono interessati a cosa accade.
I problemi, piccoli e grandi che siano, continueranno a rimbalzare come palline da flipper da un IP all’altro nel mondo, da Albinia alla Nuova Zelanda.
Poi siamo loro vicini, il momento è difficile. Ma siamo convinti che loro per primi sappiano che il problema vada affrontato alla radice, all’inizio del ciclo che porta alla morte dei pesci, alle alghe che si accumulano, allo scambio di acqua dalla laguna al mare aperto, magari ai tanti, troppi scarichi abusivi.
Bene i 300mila euro per il Moment, che forse spegnerà i sintomi, ma per curare la malattia ci vorranno 4-5 milioni di euro, per dragare i canali e magari aprirne di nuovi. Ma non è detto che non siano di più. Che non può trovare il Comune da solo, è evidente.
Su questo si lavori. Prima di fare un’ordinanza per sequestrare i cellulari dei passanti.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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