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Dazi Usa, in provincia di Grosseto colpiranno duramente

I settori che rischiano di risentire della scelta del presidente Trump sono quello chimico industriale e quello agricolo: quella di Grosseto è la seconda provincia per esportazione negli Stati Uniti
Il settore vitivinicolo è tra quelli che corrono maggiori rischi

GROSSETO. Con l’avvicinarsi dell’introduzione dei dazi Usa, cresce la preoccupazione in Maremma: secondo le stime elaborate da Il Sole 24h Ore su dati Istat e Prometea, al secondo posto nelle esportazioni verso gli Stati Uniti c’è Grosseto, grazie al settore chimico industriale ma anche a quello agricolo.

A rischio tanti posti di lavoro

In questa classifica tra le provincie che potrebbero subire un crollo economico spicca L’Aquila: è la provincia italiana che esporta di più verso gli Stati Uniti, in particolare batterie industriali.

In 22 province italiane le esportazioni valgono oltre la metà del prodotto interno lordo (Pil) locale, rendendole particolarmente vulnerabili a eventuali restrizioni sul commercio internazionale. Poi, come detto, c’è quella di Grosseto e a sorpresa al terzo posto si piazza Isernia, grazie al settore auto (nella provincia molisana si produce infatti la DR).

Le provincie che saranno più colpite dai dazi Usa

Nel 2019 il valore complessivo dell’export italiano era di 480 miliardi di euro, mentre nel 2024 ha raggiunto i 623,5 miliardi. Aumenti influenzati dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi delle materie prime, che rendono meno netta la crescita reale. L’Italia, che esporta negli Stati Uniti una quota rilevante di prodotti come macchinari, alimentari e prodotti di lusso, potrebbe subire un contraccolpo significativo se queste misure venissero effettivamente applicate. L’inasprimento delle politiche protezionistiche potrebbe limitare l’accesso delle imprese italiane a uno dei loro principali mercati, costringendole a ridurre la produzione e, di conseguenza, impattando l’occupazione nelle province più esposte all’export”.

Al momento il rischio è solo potenziale, ma se davvero il presidente Usa Donald Trump dovesse rendere effettive le sue “minacce” sui dazi all’Europa, incredibilmente il primo a soffrirne sarebbe l’export della provincia dell’Aquila.

Il rapporto tra export e Pil in Italia è del 31,1%, ma ci sono territori dove questa percentuale è molto più alta e se si guarda al periodo pre-pandemico c’è una crescita significativa delle esportazioni italiane.

Cosa rischia il settore agroalimentare

Il Made in Tuscany a tavola genera oltre oceano un terzo dell’intero valore di esportazioni nel mondo: poco più di uno dei quasi 4 miliardi di euro raggiunti nel 2024record assoluto.

Un’eventuale imposta in più sulle merci agricole importate, colpirebbe a random tutte le province, e nello specifico alcuni prodotti di eccellenza come vino e olio che da soli valgono il 90%, invertendo un trend molto positivo per i nostri prodotti in America: + 128% in dieci anni.

A dirlo è Coldiretti Toscana che ha elaborato, partendo dai dati dell’Istat, una classifica delle province per valore e quota di esportazioni negli Stati Uniti.

Proprio gli Stati Uniti sono diventati nel tempo un mercato sempre più importante per le imprese agricole e dell’agroindustria toscane.

La Maremma e Grosseto è tra le province toscane quella che rischia di più con i dazi, 236 milioni di euro, pari al 70% del valore di tutte le esportazioni del 2024.  

La presidente di Coldiretti Cesani: «I dazi avranno gravi conseguenze»

«Trump non rischia di colpire solo le imprese straniere. ma i suoi stessi cittadini favorendo il mercato parallelo dell’italian souding. L’uso di nomi, immagini e riferimenti che evocano l’Italia su prodotti esteri ma che però non sono Made in Italy – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – L’impatto dei dazi avrà conseguenze per il nostro Made in Tuscany considerando che le esportazioni verso quel mercato valgono 1 miliardo di euro. Servirà un lavoro importante della diplomazia».

Con i dazi una parte dei consumatori americani dovranno rinunciare alla dieta mediterranea e ad uno stile di vita alimentare più sano rispetto a quello che notoriamente conducono tra fast-food e cibi ultra-trasformati, principale causa di tante malattie e dell’obesità soprattutto tra i più giovani.

«Le nostre Doc vinicole – commenta la Cesani – sono uniche e non sostituibili ma l’applicazione dei dazi potrebbe portare fuori prezzo anche le denominazioni di maggiore diffusione riducendone il quantitativo esportato».

La classifica per dipendenza dall’export verso gli Usa

  1. Grosseto– 236 milioni di euro (70%)
  2. Lucca– 167 milioni di euro (37%)
  3. Massa Carrara– 2,1 milioni di euro (36%)
  4. Siena– 282 milioni di euro (34%)
  5. Prato– 10 milioni di euro (30%)
  6. Firenze– 285 milioni di euro (27%)
  7. Pisa– 32 milioni di euro (19%)
  8. Livorno– 40 milioni di euro (15%)
  9. Arezzo– 22 milioni di euro (8%)
  10. Pistoia– 8,7 milioni di euro (1,5%)

 

Autore

  • Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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