PITIGLIANO. Tremila euro sono le spese di lite che il Comune di Pitigliano dovrà pagare per il ricorso presentato da una famiglia a cui non ha ammesso il figlio all’asilo nido comunale Papaveri & Papere per un ritardo nella domanda d’iscrizione. L’amministrazione comunale aveva anticipato il termine dal 30 giugno al 30 aprile e, secondo il Tar, non lo ha comunicato correttamente alle famiglie. Ma soprattutto, i giudici fiorentini hanno rilevato che il Comune ha anticipato i termini rispetto al regolamento comunale senza alcun atto amministrativo a supporto.
Il Tar della Toscana, dopo la sospensiva concessa all’inizio dell’anno scolastico, ha ora dato ragione alla famiglia.
I giudici della quarta sezione – Riccardo Giani, presidente, Luigi Viola, consigliere e Nicola Fenicia, estensore – già lo scorso novembre avevano deciso di far continuare a frequentare la scuola al bambino e di annullare gli atti che glielo impedivano.
La vicenda
Una famiglia di Pitigliano si era vista rifiutata la domanda d’iscrizione all’asilo comunale perché era stata presentata in ritardo. La scadenza infatti, era stata anticipata dall’amministrazione comunale di due mesi, dal 30 giugno al 30 aprile e i genitori non erano stati messi al corrente. Avevano scoperto la nuova data quando hanno ricevuto una chiamata, il 2 maggio, dalla responsabile dell’asilo, che chiedeva loro come mai non avessero rinnovato l’iscrizione.
Il Comune aveva comunicato il cambiamento di data sul gruppo WhatsApp dei genitori, strumento di comunicazione certamente non ufficiale. Ed anche lì non c’era la nuova data ma solo l’indicazione di compilare il modulo, che riportava come scadenza il 30 giugno. E sul sito dell’amministrazione comunale il cambiamento della data risultava indicato nella sezione “Eventi e manifestazioni” e non in “Amministrazione trasparente” o sull’albo pretorio online. E, infine, anche sul sito della società che gestisce il l’asilo la data era il 30 giugno.
I genitori avevano provato a chiedere al Comune di correggere la svista e di ammettere il bambino all’asilo e, alla risposta negativa dell’ente, avevano deciso di rivolgersi all’avvocato Eugenio Maddiona che aveva fatto ricorso al Tar.
La decisione dei giudici
I giudici hanno deciso che il Comune avrebbe dovuto pubblicare correttamente la decisione presa attraverso atti amministrativi espliciti, anche se si trattava di una scadenza anticipata per una graduatoria per accedere al bando regionale “nidi gratis”.
Sempre secondo i giudici, la comunicazione sul sito dell’amministrazione era «senza i requisiti di forma e di sostanza per essere qualificati come avviso».
In conclusione per il Tar hanno ragione i genitori: i giudici hanno ordinato l’ammissione del piccolo studente al nido e il Comune dovrà rimborsare le spese legali di 3mila euro alla famiglia.
Autore
-
Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli