CAMPIGLIA MARITTIMA. La lapide epigrafe commemorativa di Re Umberto I, risalente al 1901, verrà annoverata nel Catalogo nazionale generale dei beni culturali. Il monumento di grande valore storico e artistico contiene un importante opera di pregio, a bassorilievo, di Italo Vagnetti, al momento però ancora da restaurare, in quanto illeggibile.
Una battaglia, quella per il ripristino dell’opera, portata avanti da don Carlo Mammarella, conte della Daunia, durata quasi due anni e che, finalmente, ha trovato un riconoscimento da parte della Soprintendenza.
La battaglia per il ripristino dell’opera

«All’inizio del 2023 chiedo personalmente al Comune di Campiglia Marittima il ripristino dell’opera, – spiega Don Carlo Mammarella – ma non ricevo nessuna risposta da parte dell’amministrazione. Tale importante monumento si trovava in uno stato generale di grave e apparente abbandono e la mia richiesta era accompagnata anche dalla proposta di finanziare personalmente il restauro, risparmiando così i soldi pubblici».
Passa il tempo, ma la risposta continua a non arrivare. Così, Don Carlo Mammarella decide di rivolgersi direttamente alla Soprintendenza, a marzo 2023, che prontamente chiede spiegazioni al Comune di Campiglia Marittima.
«Decido di coinvolgere l’opinione pubblica, enti, associazioni e forze dell’ordine, l’interesse da parte della cittadinanza e dei giornalisti non tarda ad arrivare – aggiunge il Conte della Daunia – e iniziano i solleciti anche da parte di altri cittadini italiani e alcuni sindaci, tra cui quello di Firenze».
La risposta del Comune

La risposta da parte del Comune di Campiglia arriva e la proposta è quella di chiudere il monumento nei magazzini comunali. Inoltre, si legge che l’epigrafe rappresenterebbe Umberto I rivolto a faccia in giù, cosa però non corrispondente al vero, poiché questi è raffigurato invece di profilo, come si evince anche dalla foto.

La Soprintendenza decide, dunque, di ripristinare l’opera di importanza nazionale nel Palazzo Comunale, luogo in cui probabilmente fu originalmente collocata, dal momento che sull’epigrafe si legge la dicitura che in questa casa del suo comune vuole ne rimanga perpetua testimonianza.

Non seguendo le direttive della soprintendenza, il Comune però posiziona l’opera in piazza Gallistru, lasciando il monumento sporco e a pochi centimetri da terra.
Il decreto sanzionatorio
«La mia indignazione per tale operato arriva ai massimi livelli- continua il Conte della Daunia-. Inizio scrivere a moltissimi enti, compresi alcuni Ministeri e Carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio artistico. L’operato pubblico di Campiglia porta ad un decreto sanzionatorio per danno arrecato alla conservazione e alla fisionomia storico artistica del monumento con la richiesta di eliminazione degli interventi abusivi rilevati».
Il Comune di Campiglia è, dunque, obbligato a spostare e restaurare l’opera entro 120 giorni dalla notifica.

Le indagini per danno erariale
Il secondo spostamento, dopo un primo ripristino non autorizzato, porta alla richiesta di indagini per danno erariale per eventuale spreco di soldi pubblici.
«Dopo la mia completa disposizione gratuita a dedicare tempo, materiale fotografico, vari sopralluoghi, documentazione e dialogo con vari enti ed istituzioni in virtù al buon operato pubblico, la Soprintendenza, tramite una lettera del Soprintendente Tesi, mi chiede di collaborare con le istituzioni e cercare i documenti relativi alla lapide epigrafe commemorativa, ma non riesco ad avere l’accesso all’archivio storico pubblico comunale di Campiglia Marittima».
Dopo l’ennesima segnalazione, l’archivio comunale di Campiglia Marittima viene messo sotto controllo e vigilanza.
La catalogazione dell’opera
«Nel frattempo chiedo al Catalogo dei beni storici artistici nazionale, la catalogazione di questo importante bene pubblico, in via di pubblicazione e studi. Il 6 marzo ricevo una lettera dove si dichiara che il monumento verrà inserito nel catalogo nazionale generale dei beni culturali».
Questo è un importantissimo risultato per la valorizzazione e la tutela del monumento, tuttavia la lapide risulta ancora non restaurata e illeggibile, nonostante le proposte di finanziamento da parte di un cittadino privato per risparmiare i soldi pubblici.
Ancora una proposta

«Come molti sanno anche io ho subito danni per la rottura degli argini del fiume Cornia e del reticolo minore. Per tali danni sono stato risarcito con un assegno da 220 euro. Soldi derivati da donazioni e che per quanto mi concerne devono tornare alla cittadinanza, per questo ho deciso di mettere a disposizione la cifra ricevuta per il restauro dell’epigrafe. Ovviamente, questa sarebbe solo la prima pietra, nel caso in cui l’amministrazione comunale accettasse la donazione, il progetto si arricchirebbe anche con altri sostenitori, così da arrivare a finanziare l’intero intervento di restauro con soldi privati, risparmiando quelli pubblici».
Una decisione, questa di Don Carlo Mammarella, maturata per più motivi, tra cui quello di iniziare un progetto e un dialogo verso la valorizzazione e la tutela con il Comune di Campiglia Marittima, mantenendosi su un filone storico culturale che da sempre ha caratterizzato la vita e la storia della sua famiglia.
Autore
-
Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
Visualizza tutti gli articoli