PIOMBINO. Per quanto riguarda la sorte dei 500 lavoratori rimasti alle acciaierie JSW non vi è nulla di chiaro. Quello che manca, come sottolineato dal Camping Cig, innanzitutto è un piano industriale e un accordo di programma. Sono troppi – dicono – i problemi ancora irrisolti.
«Metinvest e Danieli hanno firmato un’intesa non vincolante che tratta temi che credevamo risolti come la composizione della futura società, 75% a Metinvest e 25% a Danieli, ma tutto andrà avanti solo se riceveranno finanziamenti dalla banche, aiuti dallo Stato, si risolvono problemi relativi all’energia elettrica, alle risorse idriche, ai rifiuti, alle banchine nel porto, ai collegamenti ferroviari, alle bonifiche»
Molte, dunque, le variabilità sul caso, di fatto nulla è certo ed è poco credibile il numero di occupati promessi.
Formazione di una società di scopo
Da non dimenticare gli 810 lavoratori in cassa integrazione e l’incertezza del loro destino.
«Per gli 810 in cassa integrazione a zero ore dobbiamo chiedere, oltre ai prepensionamenti per amianto ed anzianità, di rilanciare la proposta fatta dai sindacati e poi abbandonata di un contenitore, una società di scopo come a Cornegliano, che li tenga insieme».
«Con la formazione di una società di scopo si potrebbe anche attuare la proposta dei lavori di pubblica necessità fatta dal Camping CIG, ricordiamo che il consiglio comunale nel 2019 si era impegnato ad analizzarla e portarla avanti. Per la creazione di tale società di scopo che dia una prospettiva lavorativa ai cassaintegrati lontani dalla pensione devono attivarsi Governo, Regione e Comune sia con finanziamenti che scrivendo apposite leggi».
Bisogna coinvolgere tutte le forze
«In questa situazione non possiamo aspettare che la salvezza cada dal cielo. La discussione tra il Comune ed il Governo sulla bozza di accordo di programma preparato per Metinvest-Danieli non può essere riservata alla sola giunta senza coinvolgere tutte le forze politiche, i lavoratori e le loro rappresentanze, i cittadini».
«Non vogliamo essere informati come sempre ad accordi firmati. Se sul progetto Metinvest-Danieli ci riserviamo di dare un giudizio quando sarà realmente delineato, se mai avverrà, per Jindal è ormai evidente a tutti che il giudizio non può che essere negativo. E forse anche per questo che nessuna bozza di accordo di programma è in discussione?»
«Dobbiamo chiedere che lo Stato, dovendo dare ingentissimi finanziamenti per rilanciare le acciaierie di Piombino, strategiche per lo sviluppo dell’Italia ed in particolare per le ferrovie, cacci Jindal che, senza fare nulla, nemmeno per la produzione delle rotaie, le sta chiudendo. Lo Stato entri a dirigere il rilancio della nuova industria siderurgica per garantire che gli investimenti siano proficui e sia garantito anche il rispetto dell’ambiente».
Un progetto comune per uscire dalla crisi
«Piombino sta vivendo una crisi gravissima per uscirne dobbiamo mettere insieme la città ed i lavoratori su un progetto comune. Un progetto ed una vertenza comune per rilanciare un’industria compatibile con agricoltura, allevamenti, turismo che liberi il porto dal rigassificatore che inizi le bonifiche del SIN e dove la discarica non accolga più rifiuti da fuori ma solo quanto risulta dalle bonifiche».
Autore
-
Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
Visualizza tutti gli articoli