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Ricatti sessuali e criptovalute, 45enne ai domiciliari

Tre persone indagate dai carabinieri: conquistavano utenti su Internet fingendo relazioni sentimentali, collezionavano foto hot, poi li ricattavano
Il materiale sequestrato dai carabinieri

PIOMBINO. Estorsione, truffa, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Questi i reati contestati a tre persone, che operavano nelle provincie di Trapani, Livorno e Cosenza, che sono stati arrestati dai carabinieri di Trapani e della sezione Criptovalute del comando antifalsificazione monetaria di Roma.

Secondo le indagini, portate coordinate dalla procura trapanese, gli indagati sarebbero riusciti a mettere a segno almeno 50 estorsioni e 60 truffe. 

Una 45enne ai domiciliari

I carabinieri della comando provinciale di Trapani hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di una donna di 45 anni che vive a Piombino, dove giovedì 27 febbraio si sono presentati i militari siciliani. 

Nell’abitazione della donna, i carabinieri hanno eseguito una perquisizione e hanno sequestrato materiale informatico. 

La donna, insieme agli altri due indagati, avrebbe messo a segno una cinquantina di estorsioni e una sessantina di truffe, ricattando persone in tutta Italia.

“Sextortion” e “love scam”: il ricatto sessuale corre in rete

I truffati, tutti utenti che navigavano su Internet, venivano contattati e corteggiati. Ma il miraggio di aver finalmente conosciuto qualcuno con il quale passare il proprio tempo, o con il quale avere anche solo un’avventura, finiva con la raccolta di immagini hot, utilizzate poi come strumento di ricatto. Per questo si parla di “Sextortion”. Se non avessero pagato la cifra richiesta, le immagini sessualmente esplicite sarebbero finte in rete.

Oppure, utilizzavano il metodo del “love scam”: i tre indagati simulavano finte relazioni attraverso i social e le loro vittime venivano convinte a versare cifre sempre più consistenti.

Gli episodi purtroppo si sono ripetuti nel caso di un ingegnere romano sedotto da una palermitana o di una nobildonna palermitana vittima di un fantomatico broker finanziario.

Una volta ricevuti i soldi, gli indagati avrebbero investito ingenti somme di denaro nell’acquisto di bitcoin e altre cripto valute. Nel corso delle perquisizioni i carabinieri avrebbero trovato documentazione su inedite piattaforme di investimento in criptovalute.

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