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L’ombra lunga della Bolkestein sulla prossima stagione

A seguito del pronunciamento del Tar Liguria, tutti gli stabilimenti in concessione sono fuori norma essendo essa scaduta nel 2023: le prospettive in vista dell’estate
Turismo a Follonica, la spiaggia di Pratoranieri. Sullo sfondo Torre Mozza
La spiaggia di Follonica, ancora dubbi sull’applicazione della Bolkestein

FOLLONICA. La Bolkestein (dal nome di colui che la propose nel 2004, poi emanata poi 2006) continua a far tremare l’intera categoria economica dedicata al balneare, sebbene ne siano interessate anche le concessioni lacuali e fluviali.

Ma sono proprio gli stabilimenti, già in fase di preparazione per l’apertura della stagione 2025, a non essere proprio tranquilli; questo perché dal 1° aprile teoricamente i Comuni italiani potrebbero essere nella condizione di indire le gare necessarie per procedere all’affidamento delle concessioni.

Intanto si aspetta il 31 marzo

E non si tratta di un “pesce d’aprile” ma di una possibilità concreta visto che entro il 31 marzo il Ministero dell’Infrastrutture Trasporti e Turismo (MIT) dovrebbe uscire con ilDecreto per gli indennizzi” necessario a definire i parametri con i quali saranno individuati i vecchi gestori verso i quali scatterà il risarcimento per gli investimenti fatti e non ancora recuperati.

Il Ministro Salvini ha promesso che il decreto sarà pronto per tempo ma il testo dovrà comunque passare dal vaglio dell’Europa, ed è qui che sale qualche dubbio; al convegno di Rimini dei giorni scorsi pare che il ministro abbia presentato il decreto con all’interno “la previsione che l’indennizzo verrà calcolato sì sugli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione (secondo le indicazioni europee), ma aggiungendo “l‘equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”.

«Ai miei uffici ho fatto rispondere “grazie, il decreto ce lo scriviamo noi perché siamo un paese sovrano» è il commento rilasciato nel corso degli Stati Generali del Turismo Balneare, da cui appare chiaro che il vicepremier italiano ignora volutamente le prescrizioni europee.

Nel caso quindi che questa scadenza non venga rispettata per mancanza di accordi tra le parti, i comuni potrebbero procedere con le gare impostandole a loro discrezione e quindi senza una coerente e condivisa modalità applicativa. Nel frattempo l’ultima nota predisposta dalla Direzione generale del Mercato Interno e Pmi dell’Unione Europea precisa che questi indennizzi non dovranno essere tanto esosi da scoraggiare coloro che intendano presentarsi al bando. Il Ministro delle infrastrutture dovrà assicurarsi “dell’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni” dal precedente titolare. Chissà se almeno qui si troveranno d’accordo.

Ma c’è stato anche il caso più clamoroso del TAR Liguria che lo scorso 20 febbraio ha rigettato il ricorso presentato, contro il proprio comune, da tre gestori di altrettanti stabilimenti di Zoagli (GE).

La sentenza del TAR Liguria ha riportato indietro la scadenza delle concessioni

La sentenza del Tar, giudicando il caso specifico, tira in ballo “la proroga al 2027” concessa dal Governo Meloni nel settembre 2024 poi varata con il Decreto “Milleproroghe”, ma che non è da ritenersi valida.

Il motivo è semplice: il presunto accordo tra Roma e Bruxelles che avrebbe permesso di arrivare a quella data senza andare a toccare le concessioni esistenti, dice la il TAR Ligure, “non può essere usato, dal momento che non risulta esistente un documento scritto“. Queste parole riportano la scadenza delle concessioni in essere alla prima data individuata e cioè al 31 dicembre 2023 come stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

E non è ancora finita. A Firenze esce nei giorni scorsi la sentenza del TAR Toscana in merito ad un ricorso presentato questa volta da alcuni stabilimenti di Forte dei Marmi. Nel dettaglio, le decisioni prese non fanno giurisprudenza ma si attestano sul caso specifico, tranne una parte che riguarda invece tutti: le concessioni rilasciate prima del 28 dicembre 2009 devono considerarsi valide fino al 31 dicembre 2033, in ossequio a quanto previsto dalla Legge 145/2018.

L’ultimo salto lo facciamo a Rimini dove stanno per iniziare i lavori dedicati proprio alle Concessioni Balneari Marittime, al centro di un convegno strettamente tecnico per gli addetti ai lavori: avvocati amministrativisti, presidenti delle associazioni di categoria, legislatori. Uno di loro giunto per l’occasione da Milano non ha dubbi: «Per il momento l’unico dato certo è che le concessioni sono da ritenersi tutte scadute al 31 dicembre 2023 e che le uniche proroghe valide sono quelle di ordine tecnico disposte dagli enti concedenti (Comuni o Regioni) per la predisposizione e la conclusione degli atti di gara. Qualsiasi altra proroga, anche se prevista da un atto legislativo, è da considerarsi come non esistente, e dunque disapplicabile, perché assunta in violazione delle norme dell’Unione Europea».

E siamo ai primi di marzo a Massa (MS) con la rabbia tra operatori e politici che si sono ritrovati all’appuntamento annuale di “Balnearia”: l’accusa è delle più evidenti, rimandare il più a lungo possibile il momento delle decisioni scomode o impopolari facendo promesse che è impossibile mantenere. Il primo aprile intanto si avvicina e Il caos potrebbe dominare la scena.

A Follonica si attende l’evolversi dei fatti, mentre si lavora per avere un quadro completo sulle concessioni esistenti

Ma cosa accadrà nel comune di Follonica ? Anche qui, come in moltissimi comuni d’Italia, non tutte le zone interessate dalla presenza di stabilimenti sono uguali, così come non tutte le concessioni sono state rilasciate con le stesse misure o attraverso gli stessi regolamenti; tra le 55 concessioni attualmente rilasciate per attività turistico – ricreative e che si svolgono su aree demaniali, infatti, ci sono quelle che ne utilizzano solo una parte e quelle che sono completamente su suolo del demanio. In questo contesto l’Amministrazione Comunale con la delibera di Giunta n°360 del 30 dicembre 2024, seguita dalla determina dirigenziale 182 dello stesso giorno, “differisce al 30.09.2027 la scadenza delle concessioni demaniali marittime secondo quanto previsto dall’art. 3, comma 1, l. n. 118/2022, come modificato dal d.l. n. 131/2024, convertito, con modificazioni, in legge n. 166/2024″.

Secondo il sindaco Matteo Buoncristiani, interpellato sull’argomento, al momento è necessario attendere poiché, spiega, «bisogna capire se ci saranno ulteriori giudizi da parte di altri Tar, perché non è detto che tutti vadano nella stessa direzione. Intanto però stiamo mettendo in atto tutta una serie di passi per arrivare al 2027 già pronti con i bandi, salvo diverse direttive da parte del Governo centrale che modifichino il contesto normativo di riferimento, poiché questo è principalmente lo scenario entro cui dobbiamo muoverci».

Il dato di fatto è che la Bolkestein è legge

La cosa certa, tra tutte le varie interpretazioni, pareri, corsi e controricorsi, è che la direttiva Bolkestein varata dall’Unione Europea e valevole per tutti i Paesi che ne fanno parte, dovrà prima o poi trovare applicazione.

Nel frattempo pare giusto ricordare che dietro a questo nome che tanto ha girato negli ultimi anni sulle bocche di moltissimi italiani, c’era un uomo, un ex politico olandese che merita almeno un nome di battesimo: si chiamava Frits ed è deceduto lo scorso 15 febbraio all’età di 92 anni.

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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