GROSSETO. Le continue allerte meteo con conseguente chiusura delle scuole, fanno ancora discutere. Da più parti si chiede di rivedere il meccanismo, cercando di “restringere” il campo, per avere più dati concreti e soprattutto non lasciare ai sindaci una responsabilità in alcuni casi troppo pesante.
Il presidente Limatola: «Un incontro in Regione»
«Mi farò promotore di una proposta e un incontro con i sindaci e i tecnici, da portare in Regione. Il sistema degli allerta va rivisto – spiega il presidente della Provincia Francesco Limatola – anche perché dobbiamo ridurre le “zone” che riguardano gli avvisi. Se penso a Roccastrada, dove ho deciso di non chiudere le scuole, che è in zona E1, ci sono tanti comuni vicini che insistono in 4 province. Una situazione difficile da districare. Certamente serve circoscrivere le zone d’interesse. E poi le allerte vanno studiate bene: capire le dinamiche e le caratteristiche. Certo è che alla fine per i sindaci sono situazioni difficili, visto che poi devono prendere le decisioni. Il clima è cambiato con pioggia e imprevedibilità delle condizioni che mutano in pochissimo tempo».
![Simiani, Limatola e Termine all'incontro](https://www.maremmaoggi.net/wp-content/uploads/2025/02/tavolo-venator-maremma-oggi-03.jpg)
«Aggiungo – sottolinea Limatola – che servirà anche un patto fra le famiglie e le istituzioni scolastiche. L’imprevedibilità esisterà sempre quando si parla di meteo, ma bisogna ripensare al sistema con avvisi anche rapidi e all’ultimo momento».
Il Pci grossetano: «Rivedere il sistema degli allerta»
«È vero che la sicurezza va avanti a tutto, ma non si può continuare ad assistere ad un sistema di allerta meteo mal organizzato e gestito che in molte occasioni non fornisce indicazioni rispondenti al vero rispetto proprio alla sicurezza». A parlare sono gli esponenti del Pci grossetano, che aggiungono: «Inoltre, non da poco, si assiste a decisioni frammentate sul territorio: comuni che chiudono tutte le scuole, altri invece no, sedi delle scuole come il comprensivo di Massa Marittima che vedono comuni dove le scuole restano aperte ed altri dove vengono chiuse».
I pericoli derivanti dal maltempo come allagamenti, frane, esondazioni o in altre circostanze vento e gelate se vengono emanati comunicati di allerta arancione, «non possono vedere provvedimenti diversi per i comuni interessati e quindi un’autorità come la Regione – aggiungono – dovrebbe assumersi non solo la funzione di scaricabarile, emettendo le sole allerta, ma assumersi la responsabilità di chiusura di plessi scolastici o altre disposizioni per garantire la sicurezza di tutti i cittadini e non solo degli studenti».
Le decisioni prese sul territorio
Resta comunque il paradosso che a livello fiorentino si voglia allertare i territori lontani, spesso con situazioni che in tempi recenti ed anche nel passato più remoto venivano gestite in modo migliore. «Certo ci vuole una rete efficiente a livello dei comuni che sia operativa perché valuta in tempo reale le situazioni e, nel caso di pericolo per la pubblica incolumità, sia in grado di intraprendere azioni immediate per tutelare la sicurezza delle persone – aggiungono – Se si pensa ai tempi più remoti dove vi erano meno strumenti tecnologici avanzati, in caso di eventi straordinari si mobilitava una rete che durante la giornata faceva chiudere le scuole in tempo reale e si rimandava gli studenti a casa senza creare disagi e frammentazione di comportamenti sul territorio. La riforma del sistema di Protezione civile, voluto negli anni passati, ha spostato la competenza dalle province alle regioni e questo ha portato confusione e al miglioramento delle situazioni di emergenza e, in taluni casi, come in Abruzzo, in attesa che qualcuno lanciasse l’allarme o reperisse mezzi idonei agli interventi, si sono concretizzate tragedie».
Accanto a questo c’è poi la gestione del territorio perché i maggiori disastri derivano da una cattiva cura del territorio. «Una cattiva pulizia dei fossi e delle pertinenze stradali – dicono dal Pci – un taglio in alcuni casi selvaggio che favorisce frane, smottamenti ed altro. Basta vedere quello che succede nei centri abitati dove la carenza di semplici manutenzioni sempre per favorire la regimazione delle acque, creano pericoli per la circolazione con veri e propri fiumi che scorrono per le vie dei centri abitati. Insomma c’è da rivedere un sistema che oltre alle allerta per presunte precipitazioni da già da s’è acqua sufficienti a creare caos e soprattutto disagi».
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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