GROSSETO. Quando un medico diventa paziente cambia totalmente il suo punto di vista e sono tante le cose che si possono scoprire. Il dottor Stefano Barbadori, direttore dell’Elisoccorso e dell’Emergenza Territoriale 118 Area Provinciale Grossetana, dopo un’esperienza in terapia intensiva, ha voluto scrivere una lettera di ringraziamento rivolta a tutti coloro che si sono presi cura di lui durante la sua degenza all’ospedale Misericordia di Grosseto. Un ringraziamento che si estende proprio a tutti: «Ai colleghi, medici – dice – infermieri, oss, fisioterapista, addetti alle pulizie. Restate sempre così, veri, attenti e partecipi».
Un’esperienza che ha portato il medico a rimarcare con convinzione l’importanza della sanità pubblica.
L’attenzione ai malati che va oltre la semplice cura
«Sono stato ricoverato nell’unità di Terapia intensiva Pneumologica dell’ospedale Misericordia di Grosseto – racconta Barbadori – Quando un paziente entra in ospedale si deve affidare completamente alla professionalità delle persone che si prenderanno cura delle proprie condizioni di salute; nel mio caso specifico ben sapevo quale fosse il livello di preparazione medico/sanitaria del reparto diretto da un collega e anche grande amico, Antonello Perrella. Non conoscevo però, quelle che in molti casi noi sanitari definiamo capacità non tecniche. In questi giorni – prosegue il medico – ho avuto la possibilità di toccare con mano la partecipazione, la resilienza, la vicinanza, l’attenzione nei miei confronti ,ma anche nei confronti dei miei familiari, dei miei amici preoccupati delle mie condizioni, che tutto il personale, medico, infermieristico, gli operatori socio sanitari, la fisioterapista, il personale addetto alle pulizie dei locali ha dimostrato».
«Orgoglioso di far parte di questa sanità pubblica»
Dopo l’esperienza in terapia intensiva Barbadori è orgoglioso del lavoro svolto nel suo territorio. «La cosa bella di cui vorrei rimarcare l’importanza – racconta – è stata che tale attenzione sembrava la normalità anche dopo nottate importanti, magari passate in bianco per assistere persone sole con grossi problemi anche più grandi dei miei, a cui ho potuto assistere personalmente in questi giorni. Per questo sono orgoglioso di far parte di questa sanità, di questa sanità pubblica, che nonostante le difficoltà ,che tutti conosciamo, è ancora in grado di essere vicina alla nostra gente».
Barbadori vuole quindi ringraziare per l’accoglienza e le cure ricevute. «Non voglio fare nomi – conclude – ho fatto solo il nome del primario anche per l’amicizia che ci lega da ormai 25 anni, per non fare torto a nessuno. Dico solo una cosa: nonostante tutto teniamoci cara questa sanità, queste persone, questo spirito. Grazie a tutti di nuovo, anche a nome di mia moglie, mio figlio e di tutti gli amici che ho la fortuna di avere».