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Crisi Venator, il ministero pronto a convocare l’azienda

Crisi Venator, al tavolo a Roma al ministero delle Imprese la richiesta unanime: «Il ministero si faccia dire da Venator le reali intenzioni»
I partecipanti al tavolo al ministero delle Imprese a Roma e la Venator di Scarlino
I partecipanti al tavolo al ministero delle Imprese a Roma e la Venator di Scarlino

SCARLINO. 210 dipendenti in cassa integrazione, rinnovata alcuni giorni fa per i prossimi 5 mesi, con possibilità di proroga fino a 12, 150 lavoratori nell’indotto e un futuro grigio e tutto da definire: la vicenda Venator arriva sul tavolo ministeriale di Roma. Una crisi che rischia di mettere in ginocchio una larga fetta della Maremma, perché la Venator, con oltre 200 milioni di fatturato, è la più importante realtà produttiva del territorio. 

All’incontro hanno partecipato, oltre al consigliere del presidente Giani per le crisi aziendali Valerio Fabiani con l’unità di crisi di Arti, le parti sindacali, rappresentate anche dai livelli nazionali, e Confindustria con Giovanni Mascagni. Erano presenti sia la proprietà, Venator Italy, con i suoi vertici locali, sia l’unità di crisi del Mimit. C’erano anche i parlamentari Marco Simiani e Simona Petrucci, oltre a Fabrizio Rossi da remoto, c’erano il presidente della provincia, Francesco Limatola e i sindaci di Follonica, Buoncristiani, e Monterotondo, Termine. Oltre a quelli di Scarlino e Gavorrano da remoto.

Da tutti, una richiesta trasversale e netta, arriva l’appello al ministero perché convochi la Venator e, una volta per tutte, si faccia dire che intenzioni ha per lo stabilimento di Scarlino Scalo, messo in grossa difficoltà dalla crisi della chimica. Una crisi che tocca anche la casa madre in Germania.

Un momento dell'incontro sulla Venator al ministero
Un momento dell’incontro sulla Venator al ministero

Marras e Fabiani: «Il ministero si è impegnato a convocare la Venator»

Leonardo Marras, assessore regionale all’economia, sottolinea con soddisfazione l’impegno del governo a convocare l’azienda, in tempi brevi.

«Ringraziamo il Governo per la pronta risposta alle nostre sollecitazioni che dimostra la giusta attenzione, anche a livello nazionale, per la vicenda di Venator».

«Abbiamo chiesto al ministero di avere supporto per monitorare lo sviluppo della crisi e gli strumenti per la difesa dell’occupazione, ma soprattutto di assumere un’iniziativa nei confronti della proprietà del gruppo per chiedere e pretendere chiarezza».

«Il ministero – conclude l’assessore – si è impegnato a convocare la multinazionale per capire le reali intenzioni sull’impianto di Scarlino. Siamo pronti ad affiancare e sostenere il Governo in questa vicenda, guidati dall’unico obiettivo di riprendere quanto prima la produzione con o senza questa proprietà».

Riguardo all’esito dell’incontro odierno è positivo anche il giudizio del consigliere Valerio Fabiani.

«Considero molto importanti – dice – gli impegni assunti dal governo che oltre a recepire le nostre richieste dimostrano che attorno al sito Venator di Scarlino c’è un interesse nazionale sia per la specificità della produzione, unica in Italia, sia per l’impatto che ha su un intero territorio e un vasto indotto che attraversa mezza Toscana».

Limatola: «Centinaia di famiglie nell’incertezza»

«In occasione del tavolo ministeriale convocato per affrontare la grave crisi del gruppo Venator, ho ribadito, in qualità di presidente della Provincia di Grosseto, la necessità di misure straordinarie di sostegno per i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento di Scarlino. – ha dichiarato Francesco Limatola – Il 31 gennaio è terminata la cassa integrazione straordinaria, e dal 1° febbraio sono stati attivati i contratti di solidarietà. Tuttavia, questa è solo una misura tampone, poiché scadrà il 30 giugno prossimo».

«È impensabile che centinaia di famiglie continuino a vivere nell’incertezza, senza alcuna garanzia sul proprio futuro. Chiediamo con forza l’attivazione immediata di ammortizzatori sociali in deroga per garantire un sostegno concreto ai lavoratori e al territorio».

Limatola: «Venator dia risposte chiare e definitive»

«Ma non basta – prosegue Francesco Limatola – Abbiamo chiesto al ministero di esercitare tutta l’autorevolezza governativa per ottenere da Venator risposte chiare e definitive. Quali sono le reali intenzioni dell’azienda? Esiste una strategia industriale per il rilancio dello stabilimento di Scarlino, l’unico in Italia nella produzione di biossido di titanio, oppure siamo di fronte a un progressivo smantellamento? La mancanza di trasparenza da parte della multinazionale è diventata inaccettabile».

«Non si può continuare a giocare con il destino di 207 lavoratori diretti e di un indotto che, nel giro di pochi anni, è passato da 150 unità a soli 15 posti di lavoro. Stiamo parlando della più grande realtà produttiva della provincia di Grosseto, con un fatturato di oltre 200 milioni di euro. Un asset strategico non solo per la Maremma, ma per l’intero settore chimico italiano. Questa vertenza non riguarda solo i dipendenti Venator, ma l’intero futuro industriale del nostro territorio».

Simiani, Limatola e Termine all'incontro
Simiani, Limatola e Termine all’incontro

Rossi: «Esiste una strategia industriale?»

Anche Fabrizio Rossi, componente commissione ambiente della Camera dei deputati, chiede chiarezza all’azienda.

«In occasione del tavolo ministeriale che si è tenuto nel pomeriggio di lunedì 3 febbraio al quale ho partecipato da remoto, è stato affrontato dal ,inistero competente la gravissima crisi della Venator e la necessità di ulteriore sostegno ai lavori dello stabilimento della piana scarlinese. È arrivato il momento che la società, colosso mondiale nella produzione del biossido di titanio, sciolga il nodo è dica chiaramente quali sono le vere intenzioni sul futuro della Venator».

«Se esiste una strategia industriale, o se invece siamo davanti a una futura vendita con cambio di proprietà, o peggio a uno smantellamento e dismissione dello stabilimento a nord della provincia di Grosseto”, È quanto dichiara  che ha partecipato da remoto al tavolo convocato dal ministero.

«La Venator, che sino al 2022 era la più grossa realtà imprenditoriale della provincia di Grosseto, la prima in assoluto per volumi di fatturato, adesso è sull’orlo del collasso e a rimetterci sono gli oltre 200 lavoratori che si ritrovano con tantissime incertezze e senza prospettive per il futuro. Come parlamentare del territorio, ho dal primo momento seguito con la massima attenzione tutta la vicenda, e farò di tutto per essere al fianco dei lavoratori Venator, sostenendoli in ogni passo, presente e futuro», conclude Fabrizio Rossi.

Simiani: «Servono ammortizzatori sociali in deroga»

Marco Simiani, deputato Pd, chiedendo all’azienda di alzare un velo sul futuro, chiede anche misure di sostegno alle famiglie, visto che la produzione è ferma.

«L’azienda Venator ha sospeso la produzione da oltre un anno e mezzo, lasciando 210 lavoratori e un intero territorio in una situazione di profonda incertezza. Anche l’indotto, un tempo fiorente, è ormai praticamente scomparso. Al 31 gennaio è terminata la cassa integrazione straordinaria, sostituita da contratti di solidarietà che, tuttavia, rappresentano solo una soluzione provvisoria. È inaccettabile che queste famiglie continuino a vivere nell’incertezza, senza alcuna garanzia per il loro futuro».

«Chiediamo con forza l’attivazione immediata di ammortizzatori sociali in deroga, per offrire un sostegno concreto ai lavoratori e al territorio, garantendo il tempo necessario affinché un’industria così strategica possa ripartire».

«La mancanza di trasparenza da parte della multinazionale è ormai intollerabile. Esiste una strategia industriale per il rilancio dello stabilimento di Scarlino, unico in Italia nella produzione di biossido di titanio, oppure stiamo assistendo a un progressivo smantellamento? Continuerò a impegnarmi affinché la Venator fornisca risposte chiare e definitive e affinché le istituzioni competenti mettano in atto tutte le misure necessarie per garantire un futuro stabile ai lavoratori e alle loro famiglie».

Consiglio comunale straordinario a Follonica

Al tavolo a Roma c’era anche il sindaco di Follonica, Matteo Buoncristiani.

«Con questo incontro il ministero dà il via a un percorso di approfondimento, in attesa che l’azienda chiarisca la sua posizione, aspetto fondamentale che purtroppo non è ancora avvenuto. A tal proposito sarà richiesto, sempre dal Ministero, un incontro con la casa madre».
 
«Follonica inoltre ha previsto per il giorno mercoledì 12 febbraio il consiglio comunale aperto – che probabilmente si terrà alla Leopoldina – per discutere della vicenda, facendo strategia con le altre assemblee del territorio. Ascolteremo in quell’occasione la voce dei consiglieri comunali e di tutti coloro che sono interessati da questa complicata vicenda».

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