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Scontri allo stadio, il sindacato di polizia: «Servono Daspo e pene certe»

I tifosi hanno cercato lo scontro dopo la partita e due agenti hanno riportato fratture alle dita. Il Sap: «Basta alla violenza negli stadi»
Alcuni frames del video della carica di alleggerimento della polizia in via Michelangelo
Alcuni frames del video della carica di alleggerimento della polizia in via Michelangelo

GROSSETO. «Uccidiamoli» è lo striscione portato dai tifosi del Livorno domenica 26 gennaio durante la partita contro il Grosseto. Ore, quelle dopo la partita, che sono state agitate in via Michelangelo e in via Giotto: lì gli ultras delle due squadre hanno provato a scontrarsi e sono stati fermati dalla polizia. Spintoni e urla hanno portato i celerini a caricare i tifosi del Grosseto in via Michelangelo

Dall’altro lato, in via Giotto, gli ultras del Livorno, armati di spranghe di ferro, hanno danneggiato il parco della via e, secondo una prima ricostruzione, ma le immagini sono al vaglio della Digos, hanno fratturato le dita a due agenti, che hanno riportato 25 e 30 giorni di prognosi

«Ancora una volta, il teatro dello scontro non è stato il campo da gioco, ma l’area fuori dallo stadio. Domenica scorsa, dopo la partita tra Grosseto e Livorno, la  solita follia ultras ha visto protagonisti gruppi di tifosi, che si sono scontrati con le forze dell’ordine – scrive Emanuele Viciani, segretario regionale del sindacato autonomo di polizia, Sap – Solo grazie alla straordinaria professionalità dei colleghi impiegati nel servizio di ordine pubblico si è evitato che la situazione degenerasse ulteriormente».

Il sindacato della polizia: «Servono Daspo e pene certe»

Situazione, quella degli scontri fra tifosi, che colpisce anche le forze dell’ordine. «Quanti altri scontri, quante altre aggressioni, quanti altri rischi dovremo affrontare prima che si capisca che il calcio deve essere una festa e non un campo di battaglia? – dice Viciani – Non è accettabile che chi indossa una divisa per garantire la sicurezza pubblica debba diventare il bersaglio di chi sfoga le proprie frustrazioni nel nome di un presunto tifo».

Le forze dell’ordine dicono basta alla violenza negli stadi. «Questa segreteria regionale unitamente alla segreteria provinciale di Grosseto, dicono basta. Come Sap diciamo basta con la tolleranza verso chi usa il calcio come pretesto per distruggere, aggredire e ferire – dice il segretario regionale – Servono pene certe, Daspo effettivi e una cultura del tifo sano che parta dalle scuole, dalle famiglie e dalle istituzioni».

La morte di Raciti nel 2007

Domenica 2 febbraio, una settimana dopo gli scontri, è l’anniversario della tragica morte dell’ispettore Filippo Raciti, ucciso mentre stava svolgendo il suo dovere durante il derby di Catania nel 2007.

«Un nome che dovrebbe essere inciso nella coscienza di tutti, un simbolo del sacrificio di chi, ogni giorno, rischia la vita per garantire la sicurezza degli altri. Ma a quanto pare, a distanza di 17 anni, non abbiamo ancora imparato nulla – dice Viciani – Ancora oggi ci troviamo di fronte a tifosi che trasformano gli stadi in scenari di scontro e a una società che troppo spesso si gira dall’altra parte». 

«Non vogliamo altri Raciti, non vogliamo altre tragedie. Vogliamo stadi sicuri e rispetto per chi lavora per la collettività. Il nostro pensiero va ai colleghi impegnati negli scontri di Grosseto e a tutti quelli che, ogni domenica, indossano il casco e lo scudo per difendere la sicurezza di tutti – conclude – Ma il nostro pensiero, oggi più che mai, è per Filippo e per il suo sacrificio. A lui e alla sua famiglia va il nostro eterno rispetto».

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