MANCIANO. Una condanna e tre assoluzioni. E ora, anche la prima sentenza civile che ha stabilito un risarcimento di 910.000 euro per gli eredi di Antonella Vanni, l’operaia dell’Enel 48enne, della provincia di Pisa, che rimase uccisa insieme ai suoi colleghi, Maurizio Stella, 47 anni e Paolo Bardelloni, 59 anni, nel crollo del ponte sull’Albegna, a Sant’Andrea.
Lo ha stabilito il giudice del tribunale civile di Grosseto Amedeo Russo che ha condannato l’assicurazione della Provincia di Grosseto a risarcire i familiari di Vanni, il suo compagno, la figlia e la madre della donna.
La responsabilità della Provincia
Cifra, quella che il giudice ha riconosciuto ai familiari della donna, nettamente inferiore a quella richiesta, che era di 4 milioni di euro. Secondo il giudice, che ha condannato l’assicurazione della Provincia di Grosseto, quel ponte non sarebbe crollato se fosse stato progettato e realizzato senza commettere errori.
Il giudice aveva già proposto un accordo all’assicurazione dell’Ente per la stessa cifra. Ma gli avvocati avevano deciso di andare avanti con il giudizio. La sentenza ha quindi confermato proprio quel mancato accordo e ha disposto ora il pagamento della cifra ai familiari di Antonella Vanni.
Una tragedia, quella della morte dei tre dipendenti dell’Enel, avvenuta nel novembre 2012, che secondo il giudice si sarebbe potuta evitare nonostante l’alluvione che stava flagellando la Maremma.
La sentenza, arrivata dopo 12 anni, è la prima in sede civile. A luglio 2024, la Corte d’appello di Firenze aveva assolto l’operaio che era stato condannato in primo grado, aveva confermato le assoluzioni dei dirigenti della Provincia e aveva diminuito la pena per il responsabile della sicurezza.
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