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Offese social, le vittime: «Perseguitati da anni, siamo esasperati»

Decine di pagine di Facebook con fotomontaggi osceni che ritraggono politici e una giornalista. Per gli avvocati si tratta di stalking ma le indagini della Procura sono ancora in corso
Da sinistra, gli avvocati Domenico Fiorani e Cristina Solignani. Accanto le vittime: Francesca Stella, Mirjam Giorgieri, Barbara Farnetani e Gianluca Quaglierini

FOLLONICA. Due anni fa fu l’allora assessora Mirjam Giorgieri a parlare. Lo fece perché le continue offese sui social, che riceveva su varie pagine di Facebook, tutte ovviamente aperte con nomi fittizi, non le permettevano più di condurre una vita normale. Dal novembre 2023 a oggi, nulla è cambiato.

A Follonica, le vittime sono rimaste vittime di qualcuno che continua ad aprire pagine nelle quali, poi, l’ex assessora, insieme alla consigliera Francesca Stella, al segretario di Rifondazione Comunista Gianluca Quaglierini e alla giornalista Barbara Farnetani, vengono offesi, vengono rappresentanti in situazioni oscene, attraverso brutti fotomontaggi. 

E vengono presentati così, su Internet, agli occhi di tutti. Perché, nonostante le querele, per ogni pagina che la polizia postale chiude, ne vengono aperte altre ed altre. «Non ne possiamo più – dicono – Noi abbiamo cambiato il nostro modo di vivere, abbiamo paura anche di incontrare quella persona per strada. Lui invece, l’autore di queste offese, non è ancora stato fermato». 

L’amarezza delle vittime

Assistiti dagli avvocati Domenico Fiorani e Cristina Solignani, hanno presentato centinaia e centinaia di documenti alla Procura, che ha aperto un fascicolo a carico di due persone. Fascicolo che diventa, giorno dopo giorno, sempre più corposo. Ma l’azione di queste due persone, non si è interrotta. 

«Ci sono quattro pagine contro di me – dice Francesca Stella, ex presidente del consiglio comunale di Follonica – Pagine alle quali possono avere accesso anche i nostri figli. Questa vicenda ci ha fatto perdere la dignità. Ha cambiato il nostro modo di vivere: io cerco di evitare i luoghi in cui potrei incontrare la persona che sta facendo tutto questo e non è giusto perché è una limitazione della nostra libertà». 

Gli avvocati: «Si proceda per stalking, non per diffamazione»

Decine di querele, integrazioni, atti. La produzione di documenti da parte degli avvocati Fiorani e Solignani non è ancora terminata. E la loro richiesta resta quella di qualche mese fa: «Si proceda per stalking, non per diffamazione aggravata».

La differenza è sostanziale. «In questo caso – dice l’avvocato Domenico Fiorani – noi siamo convinti che si tratti di atti persecutori e non di diffamazione. Le condotte di umiliazione, denigrazione e altro sono quasi quotidiane ed hanno avuto un impatto drammatico sulla serenità e sulla vita dei nostri assistiti. I nostri assistiti hanno paura che venga fatto loro del male e che lo stesso succeda a qualche loro familiare e hanno timore che i propri figli possano vedere quello che viene pubblicato, hanno paura di incontrare l’autore delle persecuzioni per strada».

Reato, quello di stalking, che prevede anche l’adozione di eventuali misure cautelari in grado, così, di interrompere queste condotte. «Questo è quello che ci interessa maggiormente – conclude l’avvocato Fiorani – Il nostro lavoro va in quella direzione perché i nostri assistiti sono stremati. Spetta poi alla Procura fare le dovute scelte investigative».

 

 

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