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Misericordia, torna l’antico rito della vestizione

Si è svolto il rito della vestizione dei nuovi quattro volontari della Misericordia di Manciano. Un rito che va avanti da secoli. Ecco come funziona
Si è svolto il rito della vestizione dei nuovi quattro volontari della Misericordia di Manciano. Un rito che va avanti da secoli. Ecco come funziona
Alcuni momenti del rito della vestizione alla Misericordia di Manciano

MANCIANO. Sabato 18 alla Misericordia di Manciano è tornato l’antico rito della vestizione.

A partire da quest’anno il magistrato della confraternita ha deciso di reintrodurre, seppur con delle differenze rispetto al passato, l’antico rito della vestizione che, durante il medioevo, segnava l’ingresso ufficiale dei nuovi membri in seno alla confraternita.

Ed è proprio in questa ottica che  è stata celebrata una santa messa da parte del correttore don Fabio Menghini, durante la quale si è svolto il rito della vestizione dei nuovi quattro volontari che hanno concluso il corso di livello base negli scorsi mesi.

Come funziona il rito della vestizione

Nella pratica, il rito della vestizione inizia dopo la proclamazione del Vangelo, con il governatore che invita i postulanti (i nuovi volontari) a presentarsi e a richiedere ufficialmente di entrare a far parte della fraternita.

Dopo l’omelia quindi, vi è il rinnovo delle promesse battesimali da parte di tutti i presenti e, poi, i postulanti rispondono alle esortazioni ed alle interrogazioni specifiche che il celebrante rivolge loro.

Il sacerdote, dunque, benedice le vesti e i postulanti, insieme ai padrini, si recano dinanzi all’altare, dove ricevono l’abbraccio di benvenuto da parte del governatore e, con l’aiuto dei propri padrini, indossano la veste da volontario.

La figura del padrino è di fondamentale importanza nel percorso che porta al rito della vestizione, poiché egli, essendo un volontario più anziano, trasmette i valori di solidarietà cristiana al futuro volontario.

Le parole del governatore Federigo Norcini durante la celebrazione

Queste le parole del governatore Federico Norcini.

«La vestizione, cari confratelli, segna l’ingresso di voi aspiranti in seno alla grande famiglia dei confratelli della Misericordia che offrono il loro servizio di carità per la propria anima ed a lode e gloria di Dio».

«Con la vestizione l’aspirante (o postulante), che volontariamente si è avvicinato al sodalizio per prestarvi la propria opera e compiendovi il proprio cammino di preparazione, aggiunge alla propria qualifica generica di semplice e comune “volontario”, la prestigiosa ed impegnativa identità di confratello della Misericordia».

«Come tutte le organizzazioni più attendibili, anche le Misericordie tramandano la loro identità, di generazione in generazione, attraverso gesti e riti loro propri che le definiscono in modo univoco».

Una cerimonia che ha accomunato generazioni di confratelli

«La nuova identità, rappresentata dalla veste, offre al nuovo confratello l’impareggiabile opportunità di essere compartecipe, sia spiritualmente che materialmente, dell’impegno nella costruzione del Regno di Dio».

«La cerimonia di vestizione ha accomunato nei secoli le innumerevoli generazioni di confratelli che la hanno eseguita, ed anche voi postulanti in quella veste potrete ritrovarvi il senso di appartenenza alla Misericordia».

«Affidiamo quindi alla bontà del Signore Nostro Gesù Cristo i nostri nuovi confratelli, i quali, d’ora in avanti, doneranno gratuitamente il loro prezioso tempo alla comunità, ai malati, ai deboli ed agli emarginati di essa, non volendo niente in cambio ma, anzi, sempre pronti di porsi al servizio del prossimo bisognoso e sofferente».

«Dio che mai ci abbandona, aiuti noi tutti a continuare con fede la nostra missione, facendo sì che in ogni momento  sia sempre il nostro faro e la nostra guida».

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