Pitigliano e Sorano, terre che muoiono. La protesta dei trattori | MaremmaOggi Skip to content

Pitigliano e Sorano, terre che muoiono. La protesta dei trattori

Il 28 gennaio gli agricoltori protestano per salvare le aree Interne e chiedere lo stato di crisi per l’agricoltura Italiana. Anche il sindaco di Sorano Ugo Lotti aderisce alla protesta
Un'immagine di una protesta dei trattori
Un’immagine di una protesta dei trattori
MONTE AMIATA. Fabio Mecarozzi e Valerio Crociani del Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani spingono Pitigliano e Sorano in mobilitazione aderendo alla protesta nazionale del 28 gennaio 2025, sottoscrivendo il documento del Coapi.
 

La protesta delle aree interne

Una protesta che nasce dal cuore delle aree interne, dove la crisi economica e sociale si intreccia con un dramma fatto di abbandono, spopolamento e infrastrutture inesistenti.
 
«Le aree interne vivono una condizione disperata – dice il Coapi – territori dimenticati, dove ogni azienda agricola che chiude non è solo un fallimento economico, ma una ferita profonda al tessuto sociale e culturale del Paese».
 
Fabio Mecarozzi, responsabile del presidio di Pitigliano, denuncia: «Queste terre stanno morendo. Le infrastrutture inesistenti ci isolano, le politiche assenti ci ignorano. Se non si interviene ora, intere comunità saranno cancellate per sempre».
 

Anche il sindaco di Sorano protesta

Anche il presidio di Sorano si unisce alla protesta. Il sindaco Ugo Lotti, presente all’incontro con gli agricoltori il 16 gennaio, ha garantito supporto istituzionale e la propria partecipazione alla mobilitazione , ribadendo l’urgenza di salvare queste terre dal declino.
 
Presenti e collaborativi anche l’assessora Letizia Gagliardi e i consiglieri Albano Carrucoli e Samanta Barzi. Il documento sottoscritto chiede al Governo di dichiarare lo stato di crisi per l’agricoltura italiana, con particolare attenzione alle aree interne, dove la mancanza di strade, servizi e connessioni aggrava una situazione già drammatica.
 
Senza interventi straordinari, queste zone rischiano di trasformarsi in luoghi fantasma, abbandonati a un destino di isolamento e declino.
 
«Facciamo appello ai cittadini e alle istituzioni locali – dice il Coapi – recatevi ai presidi, sostenete chi lavora la terra e protegge i territori. Non lasciate soli i guardiani delle nostre campagne, i produttori di cibo che ogni giorno si impegnano per garantire un futuro alle comunità rurali. La mobilitazione del 28 gennaio è una battaglia di tutti: insieme possiamo fare la differenza».
 
Per ulteriori informazioni, contattare i responsabili del presidio: Fabio Mecarozzi +39 377 2833252

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