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Il meccanico del suono che fa volare Grosseto nel mondo

Luca Giannerini, quarant’anni di esperienza come “sound engine” sui palchi accanto alle più grandi star, ha permesso ad Anna, la ragazzina non udente, di sentire perfettamente in teatro. Il suo progetto è il primo in Italia: «Anche Auracast ci ha chiesto di collaborare»
Il sound engine Luca Giannerini

GROSSETO. La musica è stata la sua fedele compagna di vita. Quella che lo ha portato a calcare i palchi di mezzo mondo, al fianco dei più grandi artisti del panorama musicale internazionale e italiano. Gino Paoli, su tutti, poi Claudio Baglioni, Eros Ramazzotti, Lucio Dalla, Elisa, Anna Oxa. «Non me li ricordo neanche tutti, da quanti sono stati»: a parlare è Luca Giannerini, quarant’anni di carriera come “sound engine”, letteralmente meccanico del suono.

È lui il “padre” del progetto presentato dal Comune al teatro degli Industri, che ha permesso ad Anna, studentessa quindicenne sorda dalla nascita che sente grazie all’impianto cocleare bilaterale, di godersi parole e musica in teatro

Tre mesi di studi per presentare Grosseto al mondo

Luca Giannerini, dopo quarant’anni passati ad aggiustare i suoni sui palchi dei più grandi artisti italiani ha «appeso le orecchie al chiodo», come ama dire e oggi dà una mano alla moglie Paola Sensini nel suo negozio di oggettistica per la casa in via Roma. 

«Quando Marisa Biagioli, con la quale ho collaborato per anni – racconta Giannerini –  mi ha chiesto di partecipare a questo progetto, ho detto subito di sì. La mamma di Anna è riuscita a mettere in moto un meccanismo straordinario: il Comune ha chiesto a Marisa di trovare un modo per aiutarla e lei si è rivolta a me. Ho sempre lavorato nel mondo della musica, me ne sono sempre occupato da un punto di vista tecnico. E così mi sono messo al lavoro».

Un lavoro, quello di Giannerini, grazie al quale Anna ha potuto sentire nitidamente quello che succedeva sul palco degli Industri. Di sistemi come quelli ideati dal sound engine ne sono stati testati diversi negli anni. Sistemi che servono a far sentire nitidamente le persone che indossano apparecchi acustici o impianti cocleari. «Alcuni di quelli già testati non hanno avuto troppa fortuna – dice – come il sistema loop, troppo costoso e limitato perché comunque le interferenze non erano state eliminate». 

Grosseto come la Svizzera e il Canada

Giannerini si è messo a studiare e si è imbattuto nel progetto Auracast, che sta presentando ora il sistema L-Acoustics. Un progetto che per il momento viene testato in Canada e in Svizzera. E rispetto a quello, che sarà il futuro dell’audio e non solo, ha fatto un passo indietro. È nato così il sistema di trasmissione del suono made in Grosseto che ha permesso ad Anna di sentire alla perfezione. E che questa sera, quando sul palco degli Industri andrà in scena “Nives” potrà aiutare tre o quattro persone non udenti a seguire senza alcuna interferenza la commedia. 

«A Grosseto lo abbiamo sperimentato per dare una risposta sociale – spiega – ma potrà avere, nel futuro, tantissime diverse applicazioni. Certo, per me è stato emozionante sentire Jodi Cutler, una luminari del mondo degli impianti cocleari, farci i complimenti e dire che siamo i numeri uno nel mondo. È una bella responsabilità». 

Per trasmettere il suono all’impianto cocleare di Anna, Giannerini ha utilizzato un ripetitore, uno streamer, acquistato dai familiari della quindicenne. Il test è stato positivo e ora lo studio fatto a Grosseto potrebbe aprire tanti diversi scenari

L’interesse di Auracast

Insieme a Giannerini hanno lavorato Davide Bechis dell’Associazione portatori di impianto cocleare (Aipc), Mariano Genovese, dirigente delle professioni sanitarie dell’Asl Toscana Sud Est, anche audioprotesista, e alcune aziende specializzate in impianti protesici. Un progetto, quello messo a punto dal team maremmano, che ha incassato i complimenti di Auracast.

«Ci hanno contattati – dice Giannerini – dicendosi interessati al nostro studio e dandoci la disponibilità a sostenerci. Dobbiamo ovviamente mettere a punto un progetto ma questa strada potrebbe portarci davvero lontani». 

Auracast infatti, sfrutta nelle trasmissioni audio, l’intelligenza artificiale. «Questo significa ad esempio – spiega il meccanico del suono – che è possibile avere un segnale bluetooth che arriva sul cellulare e che ci fa sentire in cuffia la traduzione simultanea nella nostra lingua della guida in un museo. Oppure che traduca direttamente quello che diciamo quando parliamo con persone di lingue diverse. Le possibilità di applicazione sono infinite».

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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