GROSSETO. Sentire nitidamente le parole. Ascoltare la voce di chi recita e la musica di chi sale sul palco senza interruzioni, senza rumori, senza alcuna sporcizia nel suono. Era questo il sogno di Anna, una ragazza di 15 anni sorda dalla nascita. Anna ci sente grazie a un impianto cocleare bilaterale. Ma quando i suoi genitori l’hanno portata a teatro, ha avuto qualche difficoltà a capire parola per parola quello che si dicevano gli attori sul palco.
«È stata questa la molla che mi ha fatto scrivere al Comune – dice la mamma di Anna, Paola – Ora, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale tutti i non udenti che indossano protesi possono godersi gli spettacoli in cartellone».
Grosseto prima in Italia grazie ai tecnici maremmani
È il primo progetto in Italia quello realizzato dalla società Lucespettacolo srl insieme all’ingegnere del suono Luca Giannerini, con il contributo di Davide Bechis dell’Associazione portatori di impianto cocleare (Aipc), di Mariano Genovese, dirigente delle professioni sanitarie dell’Asl Toscana Sud Est, anche audioprotesista, e di alcune aziende specializzate in impianti protesici. Un progetto che è cominciato nel novembre 2024 e che oggi finalmente vede la luce.
I tecnici si sono messi al lavoro e sono riusciti a creare una strumentazione capace di garantire a chi ha difficoltà uditive un’esperienza sonora di pari livello rispetto agli altri spettatori. Trasformando il Teatro degli Industri in un’eccellenza nazionale in grado di offrire una nuova opportunità a tutte le persone con deficit sensoriali uditivi, trasformando l’arte in un linguaggio ancora più universale.
«Dal primo incontro con la madre di Anna ci siamo messi al lavoro per trovare una soluzione tecnica che permettesse di rendere il teatro un luogo inclusivo – dice l’assessore alla Cultura, Luca Agresti – Voglio ringraziare la ditta Lucespettacolo, l’ingegnere Giannerini, i musicisti Mateo Kovaçaj e Michele Lanzini e tutti coloro che hanno collaborato al progetto per l’impegno e la professionalità con cui hanno affrontato questa sfida, trovando una risposta concreta e innovativa alle nostre esigenze. Oggi possiamo dire con orgoglio che il nostro teatro è più aperto e accessibile, offrendo un’esperienza unica e completa anche a chi vive con una disabilità sensoriale».
L’amore di Anna per la musica
Anna ha 15 anni, frequenta il liceo scientifico ed ha le stesse passioni di tutti i suoi coetanei. Solo che la sua sordità le crea, ogni tanto, qualche difficoltà. «Succede quando vengono utilizzati alcuni strumenti per trasmettere la voce, come microfoni o casse – dice ancora Paola – La tecnologia che ora è al teatro degli Industri può essere applicata in moltissimi ambiti. Basti pensare ai cinema, ad esempio, ma anche nelle stazioni o negli aeroporti».
Un progetto, quello nato grazie alla email inviata dalla mamma di Anna al Comune che non rappresenta solo un’evoluzione tecnica, ma un messaggio potente sull’importanza di garantire a ogni cittadino il diritto alla cultura. Rendere i teatri accessibili significa costruire una società più equa e solidale, dove l’arte diventa un ponte capace di unire e includere.
La passione per la musica è una costante che accompagna la vita di Anna da sempre. «Anna ha anche studiato violino per qualche anno – dice la mamma – Poi l’amore con quello strumento non è sbocciato. Quello che però vorrei è darle le stesse possibilità che hanno tutti i suoi amici e compagni. Che possa fare tutto, che possa andare al teatro, al cinema, che possa vivere la sua vita come se non indossasse l’impianto cocleare».
Il futuro si chiama Auracast
La tecnologia del futuro ha già un nome: Auracast. Un dispositivo può inviare i propri contenuti audio a un numero illimitato di ricevitori, tra i quali anche gli impianti cocleari o gli apparecchi acustici indossati dalle persone non udenti.
Giovedì 16 gennaio, al teatro degli Industri, Grosseto si è collegata con Jodi Michelle Cutler, cofondatrice della GPODHH (Global Coalition of Parents of Children who are Deaf and Hard of Hearing) che ha anche partecipato alla creazione della Rete Audiologica della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), per promuovere una collaborazione tra medici e associazioni genitoriali, con l’obiettivo di diffondere lo screening uditivo neonatale in tutti i punti nascita d’Italia.
Anna poi, ha potuto provare lo streamer che sua madre ha donato al teatro. E ha sentito, perfettamente, ogni suono e ogni parola.
Il futuro ora è quello di utilizzare un sistema, l’auracast appunto, in grado di inviare segnali audio da un dispositivo centrale, come uno smartphone, un tablet o un televisore, a un numero qualsiasi di ricevitori. Si può trattare di telefoni o tablet, ma anche di altri dispositivi audio abilitati ad Auracast, come cuffie, altoparlanti o apparecchi acustici.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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