Il ladro appassionato di Manzoni restituisce 36 libri ma ne tiene 2 | MaremmaOggi Skip to content

Il ladro appassionato di Manzoni restituisce 36 libri ma ne tiene 2

Mancano due libri dalla conta di quelli prima rubati e poi ritrovati in via Damiano Chiesa lo scorso 5 gennaio. Il proprietario non sporgerà denuncia
Lo scatolone con i libri ritrovati
Lo scatolone con i libri ritrovati

GROSSETO. Quello che due giorni fa ha rubato uno scatolone di libri in via Damiano Chiesa doveva essere un ladro con la passione per la letteratura o, perlomeno, con un interesse particolare verso l’opera del Manzoni. Mancano infatti due libri dalla conta di quelli prima rubati e poi ritrovati in via Damiano Chiesa lo scorso 5 gennaio. Due volumi che magari il ladro ha voluto tenere per sé per allargare la sua conoscenza dell’autore dei Promessi Sposi. Potrebbero essere sempre utili, del resto esattamente 240 anni fa nasceva Alessandro Manzoni, e proprio questo anniversario potrebbe essere celebrato anche nella prima prova di maturità 2025.

In ogni caso la storia del furto ha avuto un lieto fine: gli altri 36 volumi sono stati ritrovati intonsi, poco distanti da dove erano stati rubati. 

Due libri in meno ma non ci sarà denuncia

Le 38 copie di “L’ombra del Manzoni”, tre atti unici della scrittrice fiorentina Donatella Contini erano state portate via lo scorso 5 gennaio dall’auto di Francesco Tarsi, presidente dell’associazione culturale POLIS 2001. I libri erano destinati agli studenti delle scuole superiori della provincia di Grosseto. Lo scatolone aveva però fatto poca strada: i libri erano stati ritrovati sempre in via Damiano Chiesa, abbandonati in un angolo.

La copertina del libro "L'ombra del Manzoni"
La copertina del libro “L’ombra del Manzoni”
La speranza è che il furto possa essere servito a qualcosa: «Io rinuncio definitivamente a denunciare il furto e so che l’autrice, Donatella Contini è con me in questa decisione e mi illudo che il ladro possa diffondere attraverso i due volumi mancanti il verbo della poesia e del pentimento di Alessandro Manzoni – afferma Tarsi – che nel terzo atto, quando è vicino alla sua fine, si pente amaramente di essere stato un cattivo padre e di non essere corso al capezzale della figlia Matilde Manzoni, quando lei lo invocava con lettere e richieste d’aiuto a dire il vero strazianti. Posso affermare con sicurezza, confortato dall’esperienza e dalla competenza di decine di filosofi, psicoanalisti e antropologi, che nella poesia e nella letteratura di alto livello c’è la possibilità di elaborare e consapevolizzare i conflitti dei figli con i genitori che non riescono più ad ascoltare e a farsi ascoltare».
 
Tarsi continuerà quindi il suo lavoro tra gli studenti, «consolato dalla solidarietà ricevuta – dice – da tanti comuni lettori» per questa sua disavventura di inizio 2025.

 

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