FOLLONICA. È uscito il 6 dicembre scorso “Elvis on stage” il nuovo lavoro di Francesco Bertelli, scrittore per passione che MaremmaOggi ha già intervistato in occasione dell’uscita del suo penultimo libro, “Józefów ‘42″ (Giovane Holden Edizioni, 2024).
“Elvis on stage – Dal comeback special del ’68 all’ultimo concerto del ’77”, Arcana Edizioni, sarà presentato a Milano il prossimo 16 gennaio. Nel frattempo anche Sky Arte ne ha parlato. A dirla tutta l’aspettavamo, visto che in occasione dell’intervista fatta nell’ottobre del 2024 per presentare “Jozefów ’42” l’autore, parlando di sé, aveva anche raccontato delle due grandi passioni che porta avanti fin da piccolo, passioni che poi di fatto si sono concretizzate nei suoi romanzi e che sono gli aspetti meno conosciuti della storia della Seconda Guerra Mondiale ed Elvis Presley.
Le zone d’ombra del re del rock
Bertelli, esattamente come per “Jozefów ’42”, non è andato sul sicuro: anche in questo romanzo tratta principalmente le zone d’ombra, dove è facile anche inciampare ma dove solo i veri passionisti dell’argomento si spingono. Infatti, così come per Jozefów ’42, anche per Elvis On Stage Bertelli esplora il periodo più difficile ma anche quello più significativo della vita di Elvis, tanto significativo da influenzare la musica mondiale negli anni successivi.
«Mi sono concentrato sugli ultimi dieci anni della sua carriera e della sua vita – dice Bertelli – perché in quel periodo Elvis Presley fece qualcosa che contribuì non solo a rilanciarlo nel panorama musicale internazionale rivoluzionando la sua immagine, ma si approcciò con il pubblico in modo diverso e questo ne suggellò la fama e l’indiscutibile bravura».
Elvis on Stage
“Elvis on stage” è un viaggio nella musica di Elvis Presley a partire dal suo grande ritorno sulle scene nel 1968.
È qui che l’artista che più di ogni altro nella seconda metà degli anni Cinquanta aveva rivoluzionato il mondo della musica e della società con il rock’n’roll, decise di rimettersi in gioco stravolgendo ogni aspettativa che lo certificava come un artista “finito”.
Il Re era tornato e non si sarebbe più fermato: una costante evoluzione artistica, sia in sala di incisione sia live sul palco, il ritorno sulle scene di Las Vegas nel 1969, la continua sperimentazione musicale e stilistica che negli anni Settanta non solo lo porteranno ancora ai vertici delle classifiche, ma andranno a mutare e strutturare i suoi spetta-coli dal vivo. La consacrazione nel 1972, con le favolose jumpsuit entrate nell’immaginario collettivo, e poi l’apoteosi dell’Aloha from Hawaii del 1973. Tra alti e bassi, il viaggio continua con la costante ricerca di qualcosa di nuovo, come le mitiche sessioni alla Stax di fine 1973 e il 1974 (un anno quasi interamente passato in tour) dell’incontro con i Led Zeppelin nel backstage e uno show fondamentale nel mese di agosto che cambierà tutto, nel bene e nel male, fino agli ultimi anni e agli ultimi mesi del Re, ancora e sempre in cerca di stimoli.
