GROSSETO. Dopo l’annuncio dell’elezione, da parte del Santo Padre Francesco, di don Bernardino Giordano a vescovo della diocesi di Grosseto e della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, che continueranno a restare unite in persona episcopi, iniziano a delinearsi i passaggi successivi, in vista della presa di possesso canonica delle due diocesi da parte del nuovo pastore.
Nelle scorse ore, infatti, è stata definita la data in cui mons. Giordano riceverà l’ordinazione episcopale. Essendo, infatti, egli, vescovo di prima nomina, è necessario che prima riceva da un altro vescovo la consacrazione episcopale.
Questa avverrà sabato 1 marzo nella cattedrale di Saluzzo, diocesi nella quale il vescovo eletto Bernardino è incardinato sin dalla sua ordinazione presbiterale, avvenuta nel 2001 e alla quale è profondamente legato, seppure i servizi a cui è stato chiamato dalla Chiesa lo hanno portato anche lontano.
Sarà consacrato vescovo da mons. Cristiano Bodo
A consacrare vescovo don Bernardino, nella cattedrale di Maria Assunta, sarà mons. Cristiano Bodo, presule della diocesi di Saluzzo. Co-consacranti saranno mons. Giovanni Roncari, a cui mons. Giordano succederà nella guida pastorale delle due diocesi maremmane, e mons. Fabio Dal Cin, arcivescovo prelato di Loreto, dove don Giordano sta svolgendo il suo ministero “fidei donum” da alcuni anni. La messa con il rito di ordinazione avrà inizio alle ore 15.
Mons. Roncari: «Chiedo ai fedeli di pregare per Bernardino»
«Fin da adesso – dice mons. Roncari, amministratore apostolico di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello – chiedo a tutti di pregare con fede per il vescovo eletto Bernardino e per la sua prossima consacrazione episcopale».
«La tradizione della Chiesa e il codice di diritto canonico ci ricordano che i vescovi, per divina istituzione, sono i successori degli apostoli e, in forza dello spirito santo, maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri di governo. Questo significherà per don Bernardino un sostanziale cambiamento nella sua vita e nel suo ministero sacerdotale, che con l’episcopato raggiungerà la pienezza».
«Per questo è nostro gesto di fraternità e di carità accompagnarlo e sostenerlo con la preghiera, con la stima e con l’incoraggiamento, che fin da adesso vogliamo manifestargli. Invito i parroci anche a utilizzare il tempo che ci separa dal 1 marzo per aiutare le comunità a riscoprire sempre di più il dono di essere Chiesa unita attorno al proprio pastore: infatti la Chiesa non sussiste che attorno ai suoi vescovi. Sia davvero, questo, un tempo fecondo, innestato nell’anno giubilare che stiamo per aprire».
Nelle prossime settimane saranno definiti anche data e dettagli dell’ingresso del vescovo eletto nelle due Diocesi a lui affidate.
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