GROSSETO. «Il 9 gennaio non sarò in questa aula, mi lascerò spegnere in carcere». È finita così la prima udienza che vede imputata Valentina Fusco, celebrata oggi venerdì 20 dicembre, nel tribunale di Grosseto.
La donna è accusata di resistenza a pubblico ufficiale. Reato che sarebbe stato commesso dalla quarantatreenne per evitare che un agente della polizia stradale identificasse uno dei suoi figli durante una manifestazione degli apolidi davanti alla questura.
I fatti risalgono allo scorso 12 novembre. Fusco ora è rinchiusa nel carcere di Civitavecchia dopo aver violato l’obbligo di dimora nel comune di Follonica emesso da giudice Sergio Compagnucci lo scorso 14 novembre. Ci resterà almeno fino al 9 gennaio prossimo.
Fusco e gli altri apolidi erano andati a Roma il 29 novembre per portare le loro richieste al Consiglio di Stato e poi alla prefettura di Roma.
Difesa dall’avvocata Barbara Guazzini, la 43enne anche il giorno dell’ultima udienza non ha voluto parlare con la sua legale.
L’udienza
Il vice procuratore onorario Alessandro Bonasera ha ricostruito il momento dell’arresto attraverso le testimonianze degli agenti. Secondo il personale della polizia stradale, gli agenti il 12 novembre stavano sgomberando le auto degli apolidi da davanti la questura di Grosseto, dove stavano portando avanti un presidio.
La Fusco e un’altra donna si erano posizionate fra le auto e il carro attrezzi, per evitare che fossero portate via. I poliziotti si sono avvicinati ad un’auto dove c’erano due minori, uno dentro la vettura e l’altro all’esterno che riprendeva la scena con il telefono. La Fusco era sdraiata in terra, con una coperta addosso perché, ha spiegato al giudice Compagnucci, «Mi hanno buttato in terra e mi hanno aggredita».
È stato in quel momento che si è alzata e si è scagliata contro gli agenti, che provavano ad identificare i due giovani, ovvero i figli della Fusco. Così ha urtato un agente e lo ha spinto contro un’auto, procurandogli 5 giorni di prognosi.
La donna, che si dichiara apolide, dopo l’episodio di resistenza che le è stato contestato ha sempre mantenuto un buon comportamento con gli agenti. Lo hanno confermato anche loro in aula.
Fusco: «Mi hanno aggredita»
La leader degli apolidi sostiene di essere stata aggredita dagli agenti con schiaffi, pugni, calci e anche di essere stata lasciata cadere sulle scale della questura. Nel mentre gli agenti le avrebbero detto: «Hai rotto il c***o, ora ti faccio vedere io».
La 43enne in aula ha chiesto di difendersi da sola. «Non capisco perché devo avere un’avvocata, quando posso difendermi da sola e non ho accettato nessun mandato – dice l’apolide – Non sono stata interdetta, posso farlo da sola».
Poi ha proseguito con il suo racconto dell’arresto. «Mi hanno presa e mi hanno portata di peso nelle celle di sicurezza e mi hanno lasciata cadere sulle scale – ha detto – Mi hanno dato un pugno e mi hanno presa a schiaffi sul braccio», riferendosi ai momenti dopo l’arresto.
Già il giorno della convalida dell’arresto, il 14 novembre, aveva detto che alcuni agenti l’avevano aggredita e che le avrebbero lasciato un occhio nero e alcuni lividi. Ma sul suo volto, in aula, non c’era nessun segno di violenza.
Infine, ha fatto una richiesta: quella di poter parlare o vedere i suoi figli, che non può sentire essendo il carcere. «Avete tolto una madre a una famiglia, io sono innocente – ha concluso – Voi siete in tanti e io sono una, punite con la violenza chi vuole rimanere fuori da una Repubblica digitale. Alla prossima udienza non ci sarò, mi lascerò spegnere nella cella».
Gli agenti della polizia penitenziaria hanno riportato la donna nel carcere femminile di Civitavecchia. La prossima udienza è in programma 9 gennaio e sul banco dei testimoni saliranno gli apolidi che dall’inizio di questa vicenda, stanno accompagnando la donna nella sua battaglia.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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