Cia e l'agricoltura in crisi. Capecchi: «Settore chiave, ma va sostenuto» | MaremmaOggi Skip to content

Cia e l’agricoltura in crisi. Capecchi: «Settore chiave, ma va sostenuto»

Il presidente di Cia Grosseto ha fatto Il punto sullo stato del settore all’ assemblea di fine anno della confederazione: «La crisi idrica primo problema»
L'assemblea di Cia di fine anno
L’assemblea di Cia di fine anno, tanti i problemi da affrontare per l’agricolture

GROSSETO.  Agricoltura settore insostituibile per l’economia, ma agricoltura in difficoltà, fra le crisi globali e i tanti problemi interni, uno su tutti quello dell’acqua: tanti i temi che il presidente di Cia Grosseto, Claudio Capecchi, ha affrontato nel suo intervento introduttivo in occasione dell’assemblea annuale della Confederazione.

Un incontro che ha rappresentato un momento cruciale di confronto per l’intero comparto agricolo locale, mettendo in evidenza le problematiche attuali e le strategie necessarie per garantire un futuro sostenibile e competitivo.

Le urgenti sfide del settore

«L’agricoltura italiana, e quindi anche maremmana- dichiara Claudio Capecchi, presidente Cia Grosseto- è un pilastro strategico del nostro sistema economico e sociale; un pilastro che oggi si trova a un bivio, stretto tra crisi globali e vincoli strutturali interni. Dobbiamo poi affrontare questioni chiave come i cambiamenti climatici, la crisi idrica, la volatilità dei prezzi e le difficoltà di filiere strategiche quali la zootecnia, l’olivicoltura e la viticoltura. Non possiamo ignorare che in molte filiere l’equità è solo un’illusione, lasciando chi produce con margini insostenibili».

A pesare sul settore primario, ha spiegato Capecchi, oggi come mai prima, è anche il contesto internazionale

«I cambiamenti climatici, la pandemia e le tensioni geopolitiche stanno alimentando un’instabilità senza precedenti nei mercati agricoli, aggravata da politiche europee sbilanciate e da una miopia nazionale che spesso ostacola più che agevolare. In particolare l’impatto negativo di accordi commerciali come il trattato UE-Mercosur, che “minano la competitività delle nostre aziende a favore di una concorrenza non sempre leale.»

Il dramma delle aree interne e la crisi idrica

Capecchi ha poi evidenziato il progressivo abbandono delle aree interne, definendolo “un dramma demografico ed economico”. Ha sottolineato che questo fenomeno non comporta solo la perdita di capitale umano e produttivo, ma anche l’abbandono del territorio stesso, con gravi conseguenze ambientali e sociali.

«Per invertire questa tendenza, serve una distribuzione equa dei fondi, che tenga conto delle peculiarità e delle esigenze delle aree più o meno produttive. Di primaria importanza è poi riuscire a portare avanti  il ricambio generazionale. I giovani sono il cuore pulsante dell’innovazione agricola e del rilancio delle nostre tradizioni, senza di loro, perdiamo il nostro patrimonio culturale e produttivo».

Tra i temi centrali dell’intervento, la gestione delle risorse idriche è stata definita da Capecchi “una delle sfide più urgenti per la sostenibilità agricola“. Ha evidenziato la necessità di investimenti in infrastrutture per lo stoccaggio e la gestione delle acque, nonché di un approccio equilibrato alla regolamentazione dei fiumi. «Siccità e piogge estreme sono due facce della stessa medaglia; serve una strategia che trasformi le emergenze in opportunità, garantendo riserve d’acqua durante i periodi critici».

La carenza di manodopera e le infrastrutture

Il presidente si è poi soffermato sulla carenza di manodopera specializzata e sulle complessità burocratiche che gravano sulle imprese agricole «La burocrazia soffoca la nostra capacità di innovare e crescere. Dobbiamo snellire i processi e garantire un accesso equo e rapido alle risorse».

Un altro punto fondamentale affrontato è stato il tema delle infrastrutture in Maremma, che per Capecchi necessitano di una profonda modernizzazione.

«Un sistema infrastrutturale moderno ed efficiente è imprescindibile per garantire la competitività delle nostre imprese agricole. Dobbiamo poter contare su strade, connessioni e servizi che rispondano alle esigenze di un settore in continua evoluzione. Il tempo di agire è ora: dobbiamo proteggere il nostro patrimonio agricolo e costruire un futuro sostenibile e prospero per le prossime generazioni»

Infine, Capecchi ha concluso con un messaggio forte e chiaro «Non chiediamo privilegi o sussidi, ma condizioni coerenti che ci permettano di lavorare con dignità. È tempo che la politica riconosca l’agricoltura come una risorsa insostituibile per il futuro del Paese».

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