GROSSETO. Col Natale arriva sempre la fatidica domanda «Cosa regalare quest’anno?». E i libri sono, da sempre, un buon motivo per non cedere allo sconforto del “regalo per forza”. Di libri buoni, però, ce ne sono a bizzeffe, e un’altra cosa che non scarseggia mai di questi tempi, sono le liste: i migliori libri da regalare a Natale, i libri più belli del 2024, eccetera, eccetera.
MaremmaOggi ha quindi pensato ad una lista diversa, cucita sul territorio: una vetrina di alcuni autori e autrici che vivono in Maremma e che hanno recentemente pubblicato libri che vale la pena regalare, o regalarsi, per le festività (o per qualsiasi altra occasione).
La lista dei maremmani da cercare in libreria
La lista si apre con una donna, Luciana Bellini, scrittrice del panorama letterario maremmano prima e nazionale poi, con la sua ultima fatica, La bonànima di Meco, pubblicato da Effigi nel 2023.
Si continua poi con due scrittori che non possono mancare: Alberto Prunetti, con il suo Troncamacchioni Feltrinelli editore 2024, e Sacha Naspini con Bocca di strega Edizioni e/o, 2024.
Continuando sul filone degli autori che vivono e scrivono in Maremma, vale la pena inserire Filippo Nencioni con il suo libro di poesie Piattola di scorta, pubblicato nel 2024 da Ouverture edizioni.
L’elenco si conclude poi con “Selvaggio Ovest” di Daniele Pasquini e “Di macchia e di morte” di Filippo Cerri.
“La bonànima di Meco – Commedia tragicomica recitata su carta” di Luciana Bellini
Qui la pagina del libro pubblicato da Effigi nel 2023
Questo racconto teatrale si svolge durante la veglia funebre di Meco, personaggio apprezzato e benvoluto nella sua piccola comunità, in Maremma, passato a miglior vita dopo una breve ma inesorabile malattia. Il raccoglimento dei compaesani che si recano a rendere omaggio al morto è l’occasione per descrivere una società che oltre ai ricordi della “bònanima” condivide opinioni e riflessioni sul presente. Temi cari all’autrice che ha attentamente osservato il ridelinearsi della civiltà, dall’apparente semplicità popolare all’irrompere della contemporaneità con l’intontimento mediatico, l’omologazione, ma anche la critica a una classe dirigente inadeguata e poco affidabile.
Tra le voci si sente la necessità di condividere con le donne della propria generazione la presa di coscienza che un linguaggio e una prassi alternativi a quelli maschili sono possibili, e che questo compito le donne devono sentirlo proprio.
Oltre ai gruppi femminili che si confrontano in un serrato botta e risposta c’è però un dialogo che strappa il velo delle apparenze e irrompe con tutta la sua disarmante umanità; è il dialogo “muto” di Gina con il defunto marito Meco, un flusso di pensieri, ricordi e rimandi che solo il pubblico può udire; una confidenza intima che sentiamo il dovere di accogliere e custodire come il più prezioso dei doni.
“Troncamacchioni – Novella nera con fatti di sangue” di Alberto Prunetti
Qui la pagina del libro pubblicato da Feltrinelli nel 2024
Ambientato nelle Colline Metallifere e basato su storie vere, “Troncamacchioni” allarga la letteratura working class al romanzo storico e dà voce ai subalterni.
“Qui troverete l’epica stracciona dei diseredati che non possono permettersi il lusso delle emozioni interiori, la storia degli ultimi che hanno fatto la storia. I protagonisti di queste pagine, se splendono, è per il quarzo dei loro denti di granito. Se la loro pelle cambia colore, è perché una ferita sanguina come un filone d’ematite. E quando sono vicini fanno scintille, come la pirite quando incontra il nitrato di potassio.”
Domenico Marchettini, detto il Ricciolo, “facchino propenso alla rissa e al turpiloquio”. Giuseppe Maggiori, taciturno minatore analfabeta. E ancora, Robusto Biancani, ciabattino comunista dall’aria sensibile e sognante, e Albano Innocenti, “fermentatore di disordini”. Personaggi che raramente si incontrano nei libri di storia, se non intruppati in entità collettive e senza volto come “le masse”, “i proletari”, “il popolo”. Sono questi, i loro sodali, le madri, le sorelle, le compagne i protagonisti della novella nera cantata in questo libro. È il racconto di uomini e donne nell’Alta Maremma agli albori del fascismo: anarchici e banditi, disertori e comunisti, tipi arruffati che non hanno avuto la fortuna di trovare davanti a sé una strada dritta e spianata, ma sono stati costretti a farsi avanti “a troncamacchioni” – “tra i lecceti gli scopeti i castagneti e i forteti, col cuore in gola e le labbra spaccate”: perennemente in fuga dall’autorità costituita, dai picchiatori fascisti, dai delatori pronti a vendere il vicino di casa per pochi denari. Lo spirito ribelle di minatori e contadini che non hanno niente da perdere ma non rinunciano a opporsi, a negare il proprio consenso, si fa avanti a colpi di coltello, di bastone, di furore, ma anche di versi in ottava rima improvvisati. E dalle colline della Maremma arriva fino in Francia, in Belgio, in Russia.
“Bocca di Strega” di Sacha Naspini
Qui la pagina del libro pubblicato da Edizioni e/o nel 2024
Un romanzo che racconta l’incredibile storia della guerra tra bande di tombaroli, dalla Maremma alla California.
Un’epopea tutta italiana. Tradimenti, vendette, doppi giochi, la brama di soldi facili… E l’amore, quello vero, che come spesso accade, dirige gli eventi verso rotte inaspettate. Molti dei reperti etruschi che oggi sono esposti nelle sale più prestigiose del globo hanno una storia. Per esempio questa.
1972, Val di Cornia. Bardo è il miglior tombarolo in circolazione. Negli anni è riuscito a costruire un traffico di reperti etruschi che da Populonia viaggiano verso la Capitale, arrivando a stabilire un mercato multimiliardario con l’America. La morte improvvisa della moglie è un duro colpo – Bardo non regge al dolore, sparisce in mare. Ma prima lascia i segreti della ricettazione a Giovanni, il figlio. Che però non ha la stoffa di suo padre. Come se non bastasse, le bande di Tuscia e i trafficanti di Roma vedono in questo momento di debolezza una buona occasione per impossessarsi della piazza.
Bocca di strega apre uno squarcio su un universo che ha fatto la storia di tanti musei, partendo dal basso: la febbre dello scavo, la rivalità tra bande per garantirsi il territorio più fruttuoso, fino alle alte sfere della compravendita mondiale. E poi la provincia d’Italia, abitata da romantici pirati di terra dalla doppia vita: padri di famiglia, operai, artigiani, contadini ehe in pochi anni si sono aggiudicati il dominio del traffico d’arte internazionale. Non senza pagarne le conseguenze.
“Piattola di Scorta” di Filippo Nencioni
Qui la pagina del libro pubblicato da Ouverture Edizioni nel 2024
Il parterre della raccolta di Filippo Nencioni è ricco di figure simboliche, è un giardino delle delizie dove i peccati convivono con la morale e c’è una via di scampo per (quasi) tutti. Accadono combinazioni semantiche apparentemente inconciliabili, allucinate, intrattenute da suoni psichedelici, ma anche da profondi silenzi da cui, in alcuni momenti, si stagliano rumori della natura e sfrigolii di padelle piene d’olio bollente. Si incontrano versi che rispettano un determinato schema metrico, altri sono anarchici; ci si imbatte in strofe levigate e in altre allo stato grezzo. Appare anche una “piattola brillante” che condivide lo spazio di una terzina col temibile drago di Komodo. Un itinerario esistenziale che si esprime nell’incontro fra l’anima di un inoffensivo insetto cosmopolita e un famelico varano di provincia.
“Selvaggio Ovest” di Daniele Pasquini
Qui la pagina del libro pubblicato da Nne nel 2024
Alla fine dell’800 l’Italia è da poco un unico stato, ma nelle campagne non è cambiato nulla o quasi: i butteri della Maremma, i mandriani a cavallo, badano come sempre al bestiame e si guardano dai briganti che infestano la zona. Penna, un buttero capace e taciturno, insieme a suo figlio Donato ha appena fatto arrestare Occhionero, uno dei fuorilegge più spietati. Nel frattempo, la giovanissima Gilda, figlia di un carbonaio, medita vendetta contro i complici di Occhionero, colpevoli di averle usato violenza; quando il brigante prepara la fuga dalla caserma, presidiata dal vanesio Orsolini, arriva in Italia il Wild West Show, il grandioso spettacolo di Buffalo Bill, che insieme a pistoleri e capi indiani gira il mondo in cerca di guadagni e di fama. E mentre lo Show si sposta a Firenze, un furto di cavalli intreccia le vite dei protagonisti, innescando la catena di eventi che condurrà fino al drammatico scontro finale. Selvaggio Ovest è allo stesso tempo un romanzo d’avventura, un romanzo corale, un arazzo dove le piccole vite spiccano vivide e indimenticabili sul grande intreccio della Storia. Con passione e meraviglia, Daniele Pasquini trasporta il West americano in terra toscana, e lo trasforma in quotidiana leggenda, da tramandare a voce, da ascoltare con il cuore.
“Di macchia e di morte – Ballata degli ultimi briganti” di Filippo Cerri
Qui la pagina del libro pubblicato da Effequ edizioni nel 2024
“«Son le ossa i peggiori infami». Il suono delle parole di Bastiani si perde in una leggera nebbiolina che il calore dell’acqua produce, è voce di vecchio quella che gli esce dalla gola; il brigante si è alzato dal bagno. Arturo lo vede nudo, più o meno come lo avevano visto fuggire dall’Arrugginita nella storia che tanto piace all’Innamorato. E sopra a quel corpo così minuto, la testa grossa da imperatore romano, attento a ogni ombra pretoriana pronta a colpirlo, costantemente incerto del proprio potere, in cuor suo sa che rischia, a ogni anno che gli viene addebitato, di perder la corona di questo regno celeste di foglie e silenzio a cui nessuno sano di mente verrebbe voglia di credere. L’Innamorato è chiuso in un angolo, ride e ogni risata è una convulsione, una scossa del petto e dello stomaco. Mostra i palmi vuoti, i denti marci.”
Questa storia ricorda quei racconti narrati attorno al fuoco, che non sono fatti di principesse e di principi ma di terre riarse, di cieli aperti e di boschi fittissimi, di potere inflitto e subito, di vite che cercano di sopravvivere come possono, quando possono. Sono le storie dei luoghi d’Italia illuminati da una luce violenta e tetra, quella Maremma in cui si muovono i briganti: il biondo Bianciardi, il selvatico Manfredi, Tribunale di Grazia e Giustizia, e sopra di tutti, lo sfuggente Bastiani, modellato sulla falsariga del famoso Tiburzi, Re della Macchia, e numerosi altri figuri le cui storie originano dal vero ma finiscono nella leggenda. Intorno a loro si agitano principi e carabinieri, persone comuni, preti, contadini, carbonai, prostitute, donne e proprietari terrieri. Seguiremo le loro vicende epiche e disperate, li vedremo vivere e morire in un percorso che, in un serrato montaggio da grande epopea western, ci porta dentro la Storia d’Italia e il brigantaggio, e ancora altrove, a conoscere le sorti di personaggi indimenticabili e ad addentrarci in una terra malata che nasconde sotto il suo morbo una bellezza segreta.