FOLLONICA. L’ultima volta che sono intervenuti i carabinieri, in pieno centro a Follonica, l’uomo era uscito da casa gridando, la sua compagna lo aveva seguito con un fazzoletto sporco di sangue in mano.
Aveva una ferita vistosa alla testa. Aveva cercato di sfuggire alla violenza, l’ennesima che era stata costretta a subire, mettendosi dentro al letto sotto le coperte. Lui l’aveva raggiunta, scoperta e poi colpita alla testa più volte con il tacco di uno stivale. Quel giorno, per l’uomo, era scattato l’arresto. La procura infatti, che aveva archiviato una precedente segnalazione ricevuta dal pronto soccorso di Grosseto, al quale si era rivolta la donna dopo che il suo compagno le aveva fratturato una costola e un timpano perché lei non aveva voluto sporgere querela, aveva chiesto una misura cautelare.
Perde il lavoro e comincia a maltrattare la sua compagna
Aveva chiesto aiuto al pronto soccorso, che aveva segnalato l’aggressione subita dalla donna alla squadra mobile, una volta anche alla guardia di finanza. Ma quando si era trattato di denunciare il suo compagno, aveva deciso di non farlo, continuando a subire le sue aggressioni.
Schiaffi sulle orecchie, che le avevano provocato la perforazione del timpano, colpi con il cellulare al labbro, calci all’addome, offese e minacce.
La coppia, che viveva sull’Amiata dove l’uomo si era dovuto licenziare dopo l’ennesimo mese senza stipendio, si era trasferita nella città del golfo. Lui, che ha 46 anni, aveva avuto una proposta di lavoro che però non era andata a buon fine.
Le liti, sempre più violente, erano continuate. Le avevano sentite i vicini, le persone che avevano attività accanto all’appartamento preso in affitto dalla coppia. Sentivano lui gridare, lo sentivano offenderla. Lo sentivano, quando si scagliava contro di lei perché l’accusava di aver guardato un altro uomo o di controllare il profilo di Facebook del suo ex.
Due anni in un percorso per uomini maltrattanti
Difeso dall’avvocata Simona Parolozzi, il 46enne durante l’interrogatorio di garanzia aveva ammesso di aver maltrattato e picchiato la sua compagna. E anche di esserne dispiaciuto. Ma il pentimento per quella violenza era scattato solo dopo la misura cautelare emessa nei suoi confronti.
Il giudice Giuseppe Coniglio, al processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato il 46enne a due anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. Il giudice ha concesso la sospensione condizionale a patto che l’uomo partecipi a percorsi di recupero in enti e associazioni che si occupano di recupero per persone condannati per i reati di maltrattamenti.
Autore
-
Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli