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Omicidio di Istia, inizia il processo ma senza Benedetta

Benedetta Marzocchi ha rinunciato a comparire in aula. Gli avvocati della difesa hanno chiesto di far parlare tutti i testimoni
La Corte d'assise riunita per il processo di Benedetta Marzocchi
Omicidio di Istia, la Corte d’assise in aula

GROSSETO. Benedetta non era presente in aula. Mercoledì 27 novembre, nel tribunale di Grosseto, si è aperto il processo che la vede imputata di omicidio. Ha ucciso sua madre, l’8 giugno 2023. L’ha uccisa dopo averla massacrata di botte.

Ma Benedetta, quella notte, non era in sé. Era convinta che la donna che l’aveva messa al mondo fosse il demonio, che incarnasse il male. Voleva fermarlo, nella sua follia, quel male. 

Ora è ricoverata in un centro di assistenza psichiatrica a Volterra e si sta curando. Piano piano, si sta rendendo conto di quello che ha fatto. Era in preda a una crisi psicotica quando ha ucciso sua madre, Giuseppina de Francesco. Gli psichiatri che hanno valutato il suo stato di salute l’hanno dichiarata incapace di intendere e volere.

Non ci sarà una condanna, per lei, alla fine del processo ma la decisione di quale sia la misura di sicurezza più adeguata per metterla in condizione di curarsi. E di non fare più male a nessuno. 

Uccisa dopo 20 minuti di botte

È stata un’aggressione brutale dovuta alla follia di una mente malata. La scena che si sono trovati davanti i carabinieri e i soccorritori era raccapricciante. Benedetta l’ha uccisa a botte, colpendola anche con alcuni oggetti che le sono capitati sotto mano. Il sangue era ovunque, sulle pareti, sui mobili e perfino sul soffitto.

Oggi, mercoledì 27 novembre, è iniziato il processo in Corte d’assise per Benedetta Marzocchi, la figlia della donna, difesa dagli avvocati Enrico de Martino e Giulia Zani del foro di Siena. La donna sarà giudicata dalla Corte d’assise, presieduta da Laura di Girolamo e dal giudice Marco Bilisari, insieme ai giudici popolari.

Il pubblico ministero è Giampaolo Melchionna.

L’aggressione è avvenuta l’8 giugno 2023 ad Istia, nella villa I Renai della famiglia Marzocchi. La madre, Giuseppina, aveva detto alla figlia Benedetta di entrare in casa, dopo che era arrivata per portare alcuni medicinali per il cane malato di Benedetta. Una richiesta che nella mente della 50enne si è distorta: lei si era convinta che la madre fosse posseduta dal diavolo.

Benedetta aveva chiesto a Giuseppina di pregare insieme a lei e di farsi benedire. L’anziana probabilmente si è rifiutata. Marzocchi era ossessionata dalla religione e soffriva di disturbi psichici, un mix letale che l’ha portata ad uccidere sua madre in preda ad una psicosi.

Un’aggressione violenta, avvenuta nella notte, fra l’1 e le 3, dell’8 giugno 2023. I soccorsi sono stati allertati verso le 8 del mattino.

Incastrata dal Dna

Il personale medico e i carabinieri hanno trovato Giuseppina sdraiata a faccia all’ingiù, in pigiama e immersa in un miscuglio di sangue e acqua. Uccisa dalla figlia.

Benedetta ha provato a non far ricadere su di sé la colpa di quanto successo, dicendo agli investigatori che alcuni uomini erano entrati in casa e che avessero aggredito anche lei. Le tre ombre l’avrebbero svegliata e avrebbero provato ad annegarla nel lavandino del bagno. Un modo per giustificare l’acqua sparsa in tutta la villa. Ma in quelle finestre e porte non c’erano segni di scasso e neanche le impronte di altre persone, anzi le impronte digitali trovate sulla scena del crimine erano tutte della figlia della donna, sette per la precisione.

Poi gli inquirenti hanno trovato i messaggi sul telefono di Benedetta, dove annullava un incontro per il giorno successivo senza fare cenno ai tre aggressori. Infine il Dna della Marzocchi sotto le unghie della madre, che probabilmente ha provato a difendersi. Tutti indizi che hanno portato la 50enne ad essere iscritta nel registro degli indagati.

Il processo in Corte d’assise

Benedetta ha rinunciato a comparire in aula. Si sta curando in una struttura di cura psichiatrica di Volterra. Ora prende i suoi farmaci e segue la sua terapia in un contesto dove, forse, sta comprendendo la gravità delle sue azioni. Nella struttura è sorvegliata e seguita da psichiatri

Durante l’udienza il pm Giampaolo Melchionna ha chiesto di ridurre la lista dei testimoni ai soli psichiatri che hanno parlato con Marzocchi, per l’aggiornamento sul suo stato di salute mentale. Il neuropsichiatra Romano Fabbrizzi, infatti, ha dichiarato che la 50enne è incapace di intendere e volere il 15 dicembre 2023, dopo la perizia psichiatrica. Sempre secondo Melchionna la cosa più importante da fare durante il processo è capire quale sia la misura di sicurezza più adatta per Benedetta.

Una richiesta su cui la difesa ha controbattuto, sostenendo che per avere una visione completa è necessario che tutti i testimoni e i consulenti dicano cosa hanno visto e sentito. La presidente della Corte d’assise di Girolamo ha accolto la richiesta della difesa, quindi alla prossima udienza, si partirà con l’esame dei testi.

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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