GROSSETO. Dal giorno del suo arresto, 9 mesi fa, è in carcere dove è riuscito a sentire lui stesso il male che ha fatto ai suoi familiari. Dalle vessazioni continue, per stupidaggini come un paio di cuffie per ascoltare la musica o l’uso della Playstation, ai pugni dati al padre.
Il ragazzo, seguito dal personale medico, ha intrapreso un percorso di cura e ora sarà trasferito in una Comunità terapeutica per persone con la doppia diagnosi. Perché, ad aggravare la sua situazione, già fragile, ci si era messo anche l’abuso di alcol e droghe.
Due anni e due mesi in comunità
Ha voglia di cambiare vita, il 19enne difeso dall’avvocata Francesca Carnicelli. Vorrebbe cominciare a lavorare, una volta in comunità, e riannodare i fili di un’esistenza che fino ad oggi è stata segnata dal dramma della violenza.
Giudicato parzialmente incapace di intendere e volere dallo psichiatra Paolo Iazzetta, il ragazzo è stato condannato per maltrattamenti, lesioni e violenza privata dal giudice Giuseppe Coniglio. Dovrà scontare due anni e due mesi e lo farà in una comunità terapeutica per doppia diagnosi dove resterà in regime di libertà vigilata.
Prende a pugni il padre e costringe il fratello a fare pipì in una bottiglia
«Non so dire quanti siano stati i pugni, perché sono veramente stati tanti, ho avuto la sensazione di grave
pericolo e credo che se non avessi chiamato le forze dell’ordine mio figlio avrebbe massacrato mio marito. Vedevo in lui una grande ferocia nel colpire il padre». A raccontare il dramma di quello che accadeva tra le mura della loro abitazione, è stata la mamma del 19enne, che nel gennaio scorso aveva visto il suo figlio più grande prendere a pugni suo padre e aveva chiamato la polizia.
25 i giorni di prognosi che furono dati all’uomo al pronto soccorso. Il ragazzo che frequentava un istituto superiore in maniera discontinua, fu arrestato dalla polizia.
«Da tempo abbiamo chiuso a chiave, dall’interno, le porte delle nostre camere da letto per timore che possa entrare per aggredirci fisicamente», avevano spiegato ai poliziotti i genitori del ragazzo. Che spesso se la prendeva anche con il fratello minore, costretto, una sera a fare la pipì in una bottiglia per non uscire dalla camera.
Ruba i soldi per comprare i calzini di Gucci
C’era stato poi un altro episodio, che aveva messo in allarme i genitori del ragazzo: pochi giorni prima di Natale 2023, si era messo sulla porta della camera dei suoi genitori pretendendo che gli consegnassero i regali di Natale. Soldi che, secondo il ragazzo, il padre aveva tenuto per sé.
Si era allontanato solo quando li aveva ottenuti. I genitori del ragazzo temevano che li utilizzasse per comprare droga e alcol. Di bottiglie vuote, nel cestino dell’immondizia del ragazzo, ne avevano trovate diverse e talvolta avevano anche sentito l’odore di fumo.
Ma in un’occasione, il ragazzo aveva fatto sparire 700 euro dal portafogli del padre. L’uomo aveva poi trovato uno scontrino del negozio Gucci di Firenze di pari importo. Il ragazzo aveva comprato dei calzini.
Vessazioni, minacce, la paura di tornare a casa. Spesso la mamma del ragazzo restava in ufficio anche se aveva finito di lavorare, pur di non rientrare. E lo stesso facevano il marito e l’altro figlio.
Ora il giovane avrà la possibilità di farsi curare e rimettersi in piedi. Il padre del ragazzo, che si è costituito parte civile con l’avvocata Lucilla Nannetti, sarà simbolicamente risarcito dal figlio: 300 euro, la somma che gli dovrà dare.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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