GROSSETO. Sono le 23 di mercoledì 13 novembre e il medico di medicina generale che all’inizio di novembre è stato quasi aggredito dal figlio di un paziente nel suo ambulatorio, è ancora davanti al computer.
Crea un messaggio di posta elettronica e decide di scrivere – di getto – per puntualizzare quanto successo quel giorno da dimenticare.
Era in ritardo sulla tabella delle visite, un anziano si è alterato, il medico ha spiegato al paziente che si stava lamentando che il suo primo pensiero era quello di rispettare le esigenze sanitarie. E che, nel suo ambulatorio, si lavora così.
E aggiunge: «Ho detto all’uomo, che continuava ad avere un atteggiamento irriverente nei miei confronti e in quelli degli altri pazienti, che se non piace questo modo di lavorare ci si può anche rivolgere altrove. Non ho detto: “se non ti piace cambia medico”».
In ritardo sulle visite: «Si bada alla sostanza dell’assistenza medica»
Il medico, quel giorno, era in ritardo sugli appuntamenti in ambulatorio. E l’anziano, che stava aspettando insieme al figlio, aveva cominciato a protestare, dicendo che aveva un’altra commissione da svolgere.
«Più che la puntualità (difficile cosa nella sanità attuale) si bada alla sostanza della assistenza medica (cosa che richiede talvolta un maggior impegno di tempo e di energie)», dice, a ragione, il medico.
Ma di fronte alla sua risposta, quello che il dottore ha ricevuto è stata un’aggressione. «Non è vero che ci siamo quasi picchiati – puntualizza – ho rischiato di essere colpito da un pugno che si è fermato a 5 o 6 centimetri dal mio volto e che non mi ha colpito credo grazie alla frapposizione di un altro paziente che opera nelle forze dell’ordine e che è intervenuto subito».
Il medico ha chiamato i carabinieri, oltre che per tutelarsi lui stesso, per garantire ai pazienti il prosieguo dell’ attività sanitaria.
«Non l’ho denunciato, mi ha chiesto scusa»
Il medico, scosso per quanto accaduto, si è rimesso al lavoro. «Ho cercato di non compromettere ulteriormente la situazione ricordando all’uomo che aveva tentato di aggredirmi le attuali norme su “arresto in flagranza differita” relative alle aggressioni di sanitari durante lo svolgimento si pubblico servizio – dice – Comunque non ho sporto denuncia perché la persona che ha provato ad aggredirmi si è scusata dopo alcuni minuti dall’arrivo dei carabinieri».
Il giorno in cui si è trovato a un passo dall’essere aggredito, il medico era scosso.
Oggi, con la lucidità di chi svolge una professione che è quasi una missione, manifesta tutto il suo rammarico: «Sono le 23 e sto ancora in studio – spiega – ma tanto sacrificio di servizio non viene assolutamente riconosciuto nella nostra società attuale, dove sembrano avere più importanza i “like” che l’impegno etico e professionale».
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