GROSSETO. Alla fine di luglio si era rivolto alla procura militare e ai carabinieri affinché si svolgessero accertamenti sul “pozzo sprofondatoio”, nel comune di Roccastrada.
Una “foiba” dove, dopo l’8 settembre 1943, avrebbero gettato anche i cadaveri di diversi prigionieri. Ora, il ricercatore storico e presidente dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate (Anvm) Emiliano Ciotti, torna a Grosseto per raccontare le storie di Irma, Gina, Giulia, Rina, Agata e Aldo e di tante donne e uomini vittime delle “marocchinate”.
Non si tratta di un errore, né di un termine poco politicamente corretto. Le “marocchinate” sono state una delle vergogne della Campagna d’Italia, durante la Seconda guerra mondiale. Quando le truppe coloniale francesi usarono violenza ai civili.
Una vergogna della quale, dopo 80 anni, sostiene l’associazione nazionale vittime delle marocchinate, si parla ancora troppo poco.
Cosa sono le marocchinate
Il termine marocchinate è stato coniato a seguito dei terribili fatti che hanno interessato la popolazione italiana, soprattutto donne e bambini dei due sessi, durante la Campagna d’Italia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Le truppe coloniali francesi erano, infatti, costituite circa al 60% da reparti di origine nordafricana.
I soldati, soprattutto a seguito dello sfondamento della Linea Gustav da parte degli Alleati, hanno saccheggiato e compiuto razzie in ogni territorio nel quale sono passati, proseguendo la loro avanzata. Donne, bambini, uomini sono tutti rimasti vittime delle azioni violente perpetrate dai militari sotto bandiera francese, che hanno compiuto stupri, esecuzioni, oltre a trasgredire ogni regola.
A seguito delle numerose violenze avvenute ai danni soprattutto di donne italiane si è anche scatenata un’epidemia di malattie sessualmente trasmissibili che solo la penicillina statunitense è riuscita a contrastare. Molte donne, poi, rimasero anche incinte.
Nel frattempo gli orfanotrofi si sono riempiti. Nello stesso periodo sono anche notevolmente aumentati i casi di suicidio di coloro che erano stati violentati dalle truppe coloniali francesi.
Il convegno alla Sala Pegaso
Sabato 16 novembre, le storie delle vittime della barbarie delle truppe coloniali francesi saranno raccontate durante un convegno che si svolgerà alla Sala Pegaso alle 10.30 che si intitola proprio “Le marocchinate nel grossetano”.
«Le truppe coloniali francesi usarono violenza ai civili anche in provincia di Grosseto – dice Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate – durante la conferenza racconteremo le storie di Irma, Gina, Giulia, Rina, Agata e Aldo e di tante donne e uomini violentati dai magrebini francesi nel grossetano. Dopo 80 anni è giunta l’ora di abbattere il muro del silenzio».
Insieme a Ciotti, ci saranno Silvano Olmi e Anna Mula. Modererà il dibattito Francesca Carpenetti.
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