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Non assunta perché aveva appena partorito, il Comune risarcisce

L’architetta aveva chiesto un congedo parentale durante il colloquio e le era stato strappato il contratto davanti agli occhi. Approvato un debito fuori bilancio da oltre 34mila euro
Il palazzo comunale di Monte Argentario
Il Comune di Monte Argentario

PORTO SANTO STEFANO. Un debito fuori bilancio da 34.244,93 euro per risarcire l’architetta che non fu assunta perché chiese un congedo parentale durante il colloquio. È stato portato nell’ultima seduta del consiglio comunale di Monte Argentario, scatenando il dibattito tra maggioranza e opposizione. Nonostante non dovesse nemmeno essere votato. 

Il giudice condanna il Comune a risarcire

La sentenza, firmata dal giudice del lavoro del tribunale di Grosseto Giuseppe Grosso alla fine di luglio, condannava il Comune di Monte Argentario a risarcire l’architetta. 

Cinquantamila euro, la cifra che l’amministrazione avrebbe dovuto versare, dalla quale sono state decurtate le mensilità che la donna aveva percepito dopo aver trovato un altro lavoro. 

Ma la vicenda sembra non doversi concludere in questo modo. «Io sono imbarazzata: si tratta di una donna che è stata discriminata, della sentenza di un giudice e di un debito fuori bilancio che non deve essere né discusso né approvato – dice dall’opposizione Priscilla Schiano – Quello che imbarazza di più è come si sia arrivati a quel debito». 

Schiano: «Bastava un mea culpa»

È stato il giudice Giuseppe Grosso a scrivere a chiare lettere che quella subita dall’architetta è stata una discriminazione di genere. La donna aveva appena partorito, suo marito si stava prendendo cura del padre in fin di vita, che abitava in una città del nord Italia. Lei era sola e nessuno poteva accudire il suo bambino. 

Per questo aveva chiesto al Comune di Monte Argentario di poter usufruire del congedo parentale. Ma il dirigente non era d’accordo e aveva quindi deciso di non assumerla. Il Comune, poi, aveva mandato una pec alla donna, nella quale si leggeva che l’Ente avrebbe sospeso le procedure di assunzione per attingere da una graduatoria interna. 

«Una graduatoria diversa da quella prevista dal bando – aggiunge Schiano – Il fatto davvero grave di tutta questa vicenda è questo». Il dirigente, dal canto suo, ha querelato la donna per diffamazione e calunnia e il Comune ha presentato ricorso. «L’amministrazione avrebbe dovuto fare mea culpa – dice ancora Schiano – perché quel debito fuori bilancio altro non è che la conseguenza di un comportamento del Comune»

 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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