GROSSETO. La coperta è corta, se la tiri verso la testa, si scoprono i piedi. Mai modo di dire può essere più indicato come nel caso del contratto integrativo dei dipendenti comunali, quasi 500 persone. Perché i soldi del fondo delle risorse accessorie sono quelli e se li metti su un aspetto dell’integrativo, li togli da un altro. E questo ha portato a uno scontro furioso fra sindacati, con Cgil e Uil che hanno firmato l’accordo con il Comune, mentre la Cisl non lo ha fatto.
Nel contratto integrativo chiuso il 5 novembre gran parte delle risorse sono state destinate alla progressione orizzontale. Mentre sono state ridotte quelle del premio di produttività. E su questo le visioni dei sindacati erano ben diverse.
Arrivando allo strappo di martedì 5.
Cos’è la progressione orizzontale in Comune
Per capire di cosa si sta parlando, va chiarito cos’è la progressione orizzontale.
L’istituto è disciplinato dall’articolo 14 del contratto nazionale delle funzioni locali 2019-2021che rinvia alla contrattazione integrativa, o di secondo livello, il compito di definire le procedure ed il numero di “differenziali stipendiali” di pari importo all’interno di ogni area.
Questi vanno intesi come come incrementi stabili dello stipendio, senza differenziazione di più posizioni economiche e nel numero massimo stabilito relativo a tutto il periodo in cui il dipendente permane nell’inquadramento nella medesima area.
L’assegnazione della progressione economica ha, quindi, effetto esclusivamente in termini economici, consistente in un semplice aumento retributivo e, ferma restando l’area di inquadramento, non produce alcuna conseguenza sia di tipo gerarchico che sulle mansioni e sui profili presenti nell’organizzazione dell’Ente locale che permangono invariati, e va attivata mediante procedura selettiva riferita all’area di appartenenza.
Cos’è il premio di produttività
Il premio di produttività è stato inserito nel 2009 con il decreto legislativo n. 150/2009 che ha stabilito bonus economici in busta paga dopo il ciclo di valutazione della prestazione. Valutazione fatta sul raggiungimento degli obiettivi definiti dal Piano triennale delle performance nelle pubbliche amministrazioni redatto ogni 3 anni.
Ma nel 2023 il decreto 150/2009 è stato modificato dal ministro della Pubblica amministrazione Zangrillo con la direttiva del 28 novembre 2023. Sono cambiati vari aspetti, come il processo valutativo, per valorizzare il contributo dato dai dipendenti ai risultati.
Il premio spetta ai dipendenti pubblici (dirigenti e non) che risultano più meritevoli. Ma ciascun Comune può avere propri meccanismi di premialità. Questo significa che l’identificazione dei dipendenti meritevoli nelle Pubbliche amministrazioni può variare da ufficio ad ufficio, prevedendo anche fattori e criteri diversi da quelli stabiliti dalla direttiva e dalle specifiche normative e politiche dell’Ente pubblico.
Ci sono comunque dei criteri di valutazione:
- raggiungimento degli obiettivi;
- competenze e abilità in linea con le esigenze dell’Ente;
- innovazioni e abilità creative che portino miglioramenti nei processi o nei servizi;
- formazione;
- cooperazione e lavoro di squadra;
- responsabilità e dedizione con una forte etica del lavoro.
La valutazione è cambiata con la direttiva Zangrillo. Prima i funzionari o i dipendenti operativi erano controllati dai dirigenti, i dirigenti di livello inferiore dai loro superiori amministrativi e i dirigenti di alto livello direttamente dai ministri o dai sottosegretari.
Dopo il 2023 ci sono altri strumenti, come le valutazioni tra colleghi, ogni tre mesi.
Il calcolo del premio di produttività spetta al dirigente.
Da quest’anno i premi sono tassati come redditi da lavoro dipendente nell’Irpef.
La Cisl non firma: «Non c’è equilibrio nell’utilizzo delle risorse»
Così martedì 5 la Cisl funzione pubblica, preso atto dei suoi contenuti in discussione dal mese di giugno, ha deciso di non firmare.
«Non sottoscrivere un contratto decentrato dopo mesi di trattative non è una scelta che si prende con superficialità – commenta Simona Piccini, segretaria generale della Cisl funzione pubblica di Grosseto -; significa dichiarare il massimo dissenso a una contrattazione. Ed è per questo che nei mesi scorsi la Cisl ha inviato all’amministrazione una serie di richieste, di fatto non prese in considerazione dalla parte pubblica, che andavano ad utilizzare il fondo delle risorse accessorie del personale in modo più equilibrato, prevedevano le progressioni economiche orizzontali con criteri di svolgimento più attenti a lasciare risorse anche per altri istituti contrattuali, ma soprattutto finalizzate a non depauperare la produttività annuale di ciascun dipendente».
«Andrà quasi tutto alla progressione economica orizzontale»
«Con questo accordo – prosegue Piccini – le risorse 2024 disponibili alla contrattazione, andranno quasi tutte alle progressioni economiche orizzontali, che interessano solo il 50% dei dipendenti, mentre l’altro 50% si ritroverà la produttività ridotta del 50% rispetto a quella del 2023. Non solo, ci vorranno almeno 4 anni per interessare tutti i dipendenti, perché il Comune ha fatto molte assunzioni negli ultimi 3 anni, ma nello stesso tempo tutti si vedranno ridurre la produttività dell’80% in un triennio».
«Sarà quasi inutile ritrovarsi nel 2025 o nel 2026 per fare la contrattazione, perché con questo contratto non ci saranno più risorse libere sufficienti per incrementare altre indennità o istituti contrattuali. Penso a chi svolge servizi alla persona, anagrafe, stato civile, che avrebbero potuto vedere un incremento della propria indennità, oppure all’indennità di servizio esterno per i turni notturni della polizia municipale, che percepisce, ad oggi, 3 euro al giorno, ottenuta grazie alla Cisl nel contratto del 2019, più bassa rispetto a città come Lucca e Arezzo dove, le indennità oscillano tra 6 e 8 euro».
«Il Comune di Grosseto, per attuare le progressioni dal 2019 al 2023, ha già diminuito il livello di produttività pro capite di circa 300 euro, ha ridotto definitivamente il fondo dello straordinario di 30mila euro e con questo nuovo accordo, già nel 2024, si ridurrà la somma del 50%, nel prossimo anno del 60% e così via fino ad arrivare ad una produttività annua di 300 euro lordi annui».
«Ora serve il rinnovo del contratto nazionale»
«La Cisl – dichiara Piccini – crede che il sindacato sia chiamato a contrattare per i dipendenti la miglior soluzione possibile per tutti, e avendo risorse limitate per legge e per contratto, lo spirito che deve essere alla base delle scelte è quello di uno sviluppo economico per tutti o il mantenimento economico del livello retributivo accessorio. In Comune, come accaduto in passato, alcuni dipendenti correranno il rischio di non avere in tre anni le progressioni e di vedersi liquidare come produttività una mancia».
«Se avessimo, come proposto dalla Cisl, effettuato le progressioni economiche con criteri diversi, avremmo ottenuto sia le progressioni economiche sia il mantenimento di livelli più accettabili di produttività e iniziato una revisione economica di alcuni istituti. Così non sarà. Se si riuscisse a firmare il contratto nazionale delle funzioni locali entro il 31 dicembre 2024 e si iniziasse da gennaio a trattare per il contratto nazionale 2025/2027 potremmo avere un aiuto per innalzare i livelli di produttività e fare politiche del personale migliori di questa, che crediamo giusto non avvallare con la nostra firma».
«Auspichiamo – conclude Piccini – che i nostri colleghi di viaggio sindacale Cgil e Uil possano ritrovare la strada che li porti a condividere con noi la firma del contratto collettivo nazionale di lavoro 2022/2024 nazionale dove questa volta le risorse sono già stanziate (8 miliardi di euro per tutto il pubblico impiego) senza far scadere l’anno 2024. In fondo, Cgil e Uil insieme alla Cisl hanno siglato nel 2018 il Ccnl 2016/2018 che portava un incremento degli stipendi del 3,48%, dopo 10 anni di blocco contrattuale con una perdita del potere di acquisto degli stipendi pubblici e privati del 16%; hanno di nuovo siglato insieme a Cisl il Ccnl 2019/2021 con un incremento degli stipendi del 4,07%, mentre oggi, nel 2024, con un incremento stipendiale di fatto del 6% ancora non si vede la luce per la sottoscrizione».
Cgil: «Aumenti per il 94% dei dipendenti»
«Questa firma – spiega Cristoforo Russo, che si occupa degli enti locali – ci consente di portare a casa un risultato molto positivo per la stragrande maggioranza dei dipendenti del Comune di Grosseto. L’accordo trovato sulla nostra proposta, infatti, consentirà entro il triennio 2024-2026 di garantire la progressione orizzontale, che all’interno della stessa area funzionale comporta uno scatto stipendiale, al 94% dei lavoratori. Nello stesso periodo le risorse destinate al premio di produttività sì ridurranno a un quarto di quelle attuali. La proposta alternativa di Cisl avrebbe comportato la progressione orizzontale solo per il 60% dei dipendenti, comunque con una riduzione del 50% del fondo per la produttività».
«Questa scelta è stata fatta sulla base di un ragionamento molto concreto: estendere al più vasto numero di dipendenti possibile un aumento della voce dello stipendio “fissa e ricorrente” negli anni, come la progressione orizzontale. Che, diversamente dal fondo per la produttività, non potrà in futuro essere intaccata dall’eventuale riduzione della spesa pubblica. Non solo, tale soluzione consentirà attraverso la rotazione di premiare sia i giovani neoassunti, sia coloro che negli ultimi anni erano rimasti esclusi dalle progressioni orizzontali. Con quasi il 100% dei dipendenti del Comune di Grosseto che in tre anni vedranno uno scatto dello stipendio all’interno della propria area funzionale».
«Fra l’altro, nel corso dei quattro mesi di trattativa, abbiamo tenuto più di un’assemblea con il personale per metterlo al corrente dei risultati di volta in volta ottenuti in delegazione trattante, arrivando alla piena condivisione della scelta finale da parte dei lavoratori. Non abbiamo condiviso la proposta avanzata da Cisl, che non ha firmato il contratto integrativo, per il motivo che secondo le proiezioni solo il 60% dei lavoratori avrebbe avuto progressioni orizzontali, con una riduzione delle risorse per la produttività del 50%».
«Per il contratto nazionale proposto un incremento ben sotto all’inflazione»
Russo, poi, risponde direttamente alla Cisl che ha invitato Cgil a sottoscrivere il rinnovo del contratto collettivo nazionale del pubblico impiego.
«Noi contestiamo la proposta del governo di incrementare del 5,7% gli stipendi dei lavoratori pubblici, quando veniamo da un’inflazione nell’ultimo triennio del 18%. Il precedente contratto che abbiamo sottoscritto, anche se garantiva un incremento degli stipendi non esaltante, assicurava comunque che questo fosse superiore all’inflazione. Il 29 novembre, pertanto, saremo in piazza per lo sciopero generale perché riteniamo inaccettabile una proposta che fa recuperare potere d’acquisto appena per un terzo dell’inflazione già certificata dall’Istat. E perché riteniamo inaccettabile che il governo proponga un turnover al 75% del personale che andrà in pensione. Ognuno è libero di rappresentare gli interessi dei lavoratori nel modo che ritiene più opportuno. Noi siamo convinti che la coerenza delle posizioni della Cgil e della Uil saranno ripagate in termini di fiducia da parte di chi lavora. D’altra parte, lo stiamo già constatando».
La Uil: «Così diamo certezze ai lavoratori»
Anche la segreteria della Uil funzione pubblica replica alla Cisl.
«Sul contratto decentrato del comune di Grosseto la Cisl parla della 14ª in modo improprio e fuorviante. La 14ª non esiste negli enti locali. Esiste invece il premio incentivante, tutt’altra cosa rispetto alla 14ª. Queste risorse sono definite nella contrattazione decentrata con un sistema meritocratico che non dà garanzie e certezze nella continuità e nella stabilità dei fondi. Questo significa che oggi ci sono e domani, magari per qualche provvedimento normativo, possono non esserci più».
«Inoltre con le progressioni economiche si stabilizza il fondo e si costruisce un montante utile anche ai fini pensionistici, cosa che non può avvenire con il premio incentivante».
«Il contratto che Cgil e Uil hanno sottoscritto invece prevede soldi veri che resteranno in busta paga alla stragrande maggioranza dei lavoratori, oltre il 90%, che vedranno crescere la propria retribuzione annualmente e anche ai fini pensionistici».
«Allibiti dalle dichiarazioni della Cisl»
«Rimaniamo allibiti dalle dichiarazioni della Cisl poiché alla fine del programma delle progressioni i lavoratori non perderanno nulla ed anzi negli anni consolideranno i benefici economici. Queste risorse non saranno più oggetto di tagli, saranno pensionabili e quindi resteranno a vita nelle tasche dei lavoratori».
«Questa è la realtà che la Cisl non vede e si arrampica sugli specchi per giustificare una posizione che va a a danno dei dipendenti la cui rappresentanza è ampiamente minoritaria rispetto all’84% dei dipendenti di Cgil e Uil».
«Ma mentre in Comune si parla di un danno derivante da un’inesistente quattordicesima, a livello nazionale la Cisl china subito il capo alla proposta del governo che vuole liquidare con un irrisorio aumento la stagione contrattuale. A Grosseto la Cisl scende in piazza con i lavoratori ma a livello nazionale fa gli interessi del governo e si accontenta dei pochi spicci previsti in finanziaria sui contratti con una perdita del potere di acquisto di circa il 10% con danni per l’intera economia».
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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