GROSSETO. La stagione teatrale dei teatri di Grosseto, organizzata dal Comune con la Fondazione Toscana Spettacolo onlus, alza il sipario: sabato 2 e domenica 3 novembre al Teatro degli Industri c’è “La Locandiera” con Sonia Bergamasco. E non solo: domenica 3 novembre alle 18.15 è in programma l’incontro con la compagnia. I biglietti degli spettacoli sono a disposizione online (BASTA CLICCARE QUI) oppure due ore prima dell’inizio al botteghino del teatro.
La campagna abbonamenti è stata un successo: in tutto sono state 880 le persone che hanno acquistato i carnet, 180 di questi sono ragazzi dei licei cittadini ma anche degli istituti tecnici. «Siamo molto soddisfatti – dice la presidente della Fondazione Toscana onlus Cristina Scaletti – che gli spettatori mostrino apprezzamento per il lavoro che condividiamo con l’amministrazione comunale nella realizzazione della stagione dei Teatri di Grosseto. L’auspicio è che la platea continui ad ampliarsi e che la nostra proposta culturale continui a stimolare l’interesse del pubblico».
Soddisfatto anche il Comune di Grosseto. «Tanti ragazzi hanno acquistato i pacchetti a loro dedicati e l’ingresso di nuovi abbonati – dice l’assessore alla cultura Luca Agresti – Tutto questo conferma le scelte fatte insieme alla Fondazione Toscana Spettacolo e con il settore cultura dell’ente comunale, che ringrazio. La proposta anno dopo anno cresce e si amplia con tante iniziative correlate, come gli incontri con le compagnie e i laboratori organizzati con l’associazione Escargot. Non resta quindi che vivere la stagione teatrale che durerà fino ad aprile. Buona stagione a tutti».
Per informazioni basta chiamare il 334 1030779 o scrivere una email a info@teatridigrosseto.it.
Una stagione da non perdere inizia con “La locandiera”
Sabato 2 e domenica 3 l’inaugurazione è affidata a un classico del teatro italiano, “La locandiera” di Carlo Goldoni, con Sonia Bergamasco: la regia è di Antonio Latella ed insieme all’attrice sul palco ci sono Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli e Marta Pizzigallo. La produzione è del Teatro Stabile dell’Umbria.
Secondo Antonio Latella i registi spesso sminuiscono il lavoro di Carlo Goldoni e legano la sua locandiera ad una dimensione di solo gioco di seduzione femminile. Scordandosi dell’astuzia e della forza della protagonista e dimenticandosi della grande opera civile e culturale di Goldoni.
«Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda – dice – Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna. Ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito. Fa una scelta politica: mette a capo di tutto la servitù».
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