GROSSETO. Arriva il Cin, il Codice identificativo nazionale degli immobili destinati ad affitti brevi. Il Cin è il codice con cui ciascuna struttura ricettiva turistica e ciascun immobile destinato a locazione breve o per finalità turistiche è identificato per la promozione e la pubblicità dell’offerta di ospitalità, i titolari delle stesse sono tenuti ad esporre il Cin all’esterno della struttura, nonché ad indicarlo in ogni annuncio ovunque pubblicato o comunicato. Insieme al Cin sono necessari i dispositivi di sicurezza come l’estintore, il rilevatore di fughe di gas e monossido di carbonio.
Introdotto con decreto n. 145/2023 del ministero del Turismo all’art. 13, aveva come termine ultimo per mettersi in regola il 4 novembre. Poi c’è stata una proroga al 31 dicembre.
Proroga peraltro necessaria per fare chiarezza e per mettere i proprietari nelle condizioni di mettersi in regola per evitare sanzioni.
A spiegare bene cosa bisogna fare è l’avvocata Paola Tamanti, presidente di Confedilizia Grosseto.
Non deve essere per forza a vocazione turistica
Innanzitutto – spiega Tamanti – è necessario fare chiarezza sui termini:
«Il contratto di locazione di immobile ad uso abitativo cosiddetto breve non ha necessariamente vocazione turistica. È tale quando ha una durata inferiore a 30 giorni e può prevedere anche la fornitura di biancheria e pulizia dei locali; deve essere stipulato da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti, anche portali telematici, che mettono in contatto persone in cerca di un appartamento per le loro brevi esigenze temporali».
«La ricerca dell’appartamento può essere per finalità turistiche (vacanze al mare, montagna, lago), culturali (partecipazione a mostre o convegni), oppure sanitarie (i familiari di un paziente ricoverato in una struttura lontana dalla città di residenza), oppure per studio, per esempio per seguire corsi di aggiornamento professionali».
«Il boom delle richieste di locazioni brevi ha scatenato la reazione delle lobby degli albergatori, che accusano i proprietari della crisi del mercato delle locazioni, invocando a gran voce interventi governativi limitativi».
Nessuna distinzione fra città d’arte e piccoli borghi
«I governi, di destra e sinistra, sono progressivamente intervenuti senza distinzione per l’ubicazione dell’immobile, se posto in una città d’arte come Venezia, Firenze, Roma, o in piccoli borghi, come Pitigliano, Santa Fiora, Roccalbegna, tanto per rimanere nella nostra provincia».
«Ciò ha creato difficoltà, non soltanto per chi cerca una sistemazione temporanea sul territorio, magari in una frazione dove non esiste l’offerta recettiva tradizionale come un albergo, quanto per i proprietari di appartamenti che non potrebbero essere messi nel mercato con modalità diversa. Basti pensare all’immobile ereditato dai genitori o dai nonni in uno spopolato paesino degli Appennini, che diventa appetibile solo per qualche settimana estiva, e che consente al proprietario di mantenere dignitosamente l’immobile, anziché lasciarlo deperire».
«Così, alle discussioni sui grandi principi, si è passati ai fatti, con l’intenzione chiara di frenare le locazioni brevi, con la solita giustificazione di tenere sotto controllo il nero, come se i proprietari immobiliari fossero geneticamente ed indiscutibilmente votati all’evasione fiscale. Altra ridicola giustificazione, è quella di stimolare il mercato delle locazioni tradizionali».
Ormai c’è paura ad affittare gli immobili per lunghi periodi
«Una conclusione è certa: non è con gli ostacoli fiscali e burocratici che i proprietari saranno invogliati a dare a disposizione i propri immobili, senza la certezza di poterli riavere in tempi certi e brevi in caso di morosità e senza adeguati incentivi fiscali».
«I piccoli risparmiatori, che costituiscono la maggior parte dei proprietari immobiliari italiani, ormai hanno paura di far entrare inquilini che, nella migliore delle ipotesi, offrono la garanzia di un contratto di lavoro, ma che non è sufficiente a un pronostico positivo nel lungo periodo. La durata di un contratto ordinario è di almeno cinque anni, in caso di contratti concordati, o di ben otto anni, nei contratti ordinari».
«La precarietà del mondo del lavoro gioca fortemente a sfavore di un investimento nel medio – lungo periodo. Così come, ed è fatto notorio, la difficoltà ad ottenere la liberazione coatta dell’immobile , con rinvio di mesi e, in alcune città di anni, inibisce i migliori propositi e frena la disponibilità».
Più semplice affittare per poche settimane
«Molto più semplice avere un inquilino per qualche settimana, che difficilmente porterà problemi sopra indicati. Oppure, in altri casi, l’inquilino per poche settimane è l’unico che si propone».
«Ma la realtà non sembra essere compresa, e qui iniziano gli attacchi alle locazioni brevi».
L’obbligo della partita Iva dal quinto immobile
«La legge di bilancio 2021 ha precisato che si possono destinare alla locazione breve fino a quattro unità immobiliari per ciascun periodo d’imposta. Dal quinto in avanti l’attività si intende svolta in forma imprenditoriale con obbligo, per il proprietario, di dotarsi di partita Iva».
«Per le locazioni brevi è possibile usufruire della cedolare secca con aliquota al 21%, in sostituzione di Irpef e addizionali. Ma, la legge di bilancio 2024 ha previsto una aliquota ordinaria pari al 26% a partire dal secondo immobile locato».
Arriva il Cin, il codice identificativo nazionale
«Ed arriviamo all’ultima novità, che fa tremare i piccoli proprietari per le oggettive difficoltà burocratiche che lo caratterizzano: il famigerato Cin, codice identificativo nazionale. In realtà, in Toscana ed in altre Regioni, già ci eravamo abituati al Cir – codice identificativo Regionale- , con lo scopo dichiarato di censire le unità immobiliari a disposizione».
«Ma la situazione si è aggravata dall’introduzione, oltre del Cin, dell’installazione di dispositivi di sicurezza, come l’estintore, il rilevatore di fughe di gas e monossido di carbonio. La prima scadenza era indicata nel 2 novembre 2024, ma su richiesta di Confedilizia, il ministero del Turismo ha prorogato l’obbligo al 31 dicembre 2024».
«Ovviamente si è trattato di un importante obiettivo, ma che Confedilizia accetta criticamente».
«Il Cin avrebbe dovuto unificare le ulteriori procedure, come la comunicazione alla questura al sito Alloggiatiweb, e al Comune per la tassa di soggiorno. Infine, oltre ad esporre il Cin, il proprietario deve esporre anche il codice regionale e il codice identificativo comunale se previsto».
Come chiedere il Cin
«La richiesta del Cin è piuttosto semplice, se il proprietario è dotato di SPID o CIE, ma il problema nasce per i dispositivi di sicurezza: il proprietario dovrà contrattare le ditte, prenotare i dispositivi, farli installare oltre che fare verificare l’appartamento da un tecnico per individuare il rilevatore idoneo al caso».
Sportello dedicato di Confedilizia
«Per aiutare i proprietari a districarsi nella giungle dei codici e degli adempimenti, Confedilizia Grosseto, mette a disposizione uno sportello dedicato nella propria sede in via Roma n. 36, con appuntamento al numero telefonico 0564 412373».
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