di Vanna Francesca Bertoncelli
GROSSETO. È l’arte di Renato Pisani la protagonista della mostra allestita nei locali della Prefettura dal 30 settembre all’8 novembre, dal lunedì al venerdì con orario 10-12 e 15-18.
La presentazione si è svolta con la partecipazione della prefetta Paola Berardino, dell’artista Renato Pisani, del presidente di Banca Tema Francesco Carri, del direttore generale Fabio Becherini e del curatore Roberto Aureli.
L’attenzione per l’arte popolare e per i luoghi della città
La prefetta Berardino ha richiamato l’attenzione sul concetto di libertà dell’arte tutelata dalla nostra Costituzione e sull’impegno delle istituzioni di promuovere la ricchezza culturale del territorio e, con l’apertura delle porte del palazzo della Prefettura, dare l’opportunità di conoscere un edificio risalente agli anni ‘20 del secolo scorso, anch’esso parte integrante della storia cittadina.
Francesco Carri, presidente di Banca Tema, ha ribadito il concetto di attenzione all’arte popolare, della quale il Pisani è “illustre esponente”, in un territorio come questo dove le tradizioni sono il tessuto culturale delle comunità. Banca Tema «Ha deciso di fare sua, per condividerla con la collettività la collezione dell’artista Renato Pisani – dice il direttore generale Fabio Becherini – Le opere rappresentano le tradizioni che sono alla base della nostra cultura popolare».
Nell’occasione è stato presentato il catalogo delle opere edito da Effigi che illustra al pubblico i lavori rappresentativi dell’artista.
Tra il pop e il naif: l’arte quotidiana di Renato Pisani
Oltre i voli pindarici di un critico d’arte c’è l’artista. Renato Pisani, nato a Grosseto ma cresciuto a Roccatederighi, piccolo, antico paese, ricco di tradizioni dove le cose, grazie a queste, sembrano avere ancora un senso.
L’arte di Pisani muovendosi tra il pop ed il naif, andando oltre le regole di stili di ieri e di oggi, rappresenta aspetti comuni della vita quotidiana. Le sue opere non bisognose di pensiero astratto arrivano all’uomo in modo diretto. Sono un pugno nello stomaco come lo è sempre il pensiero filosofico. Nulla infatti più della filosofia è a stretto contatto con l’uomo, con la realtà e con il sogno dell’uomo. Quella realtà in cui l’uomo è immerso per nascita o per approdo gli fornisce gli elementi del suo esistere.
Il linguaggio del sogno è lo stesso linguaggio del suo quotidiano. Nelle opere esposte è presente tutto il mondo dell’autore. Le sue emozioni, i suoi sentimenti, il suo pensiero critico. Il suo sogno ad occhi aperti si muove tra passato e futuro. Tra il lavoro nei campi alla calura estiva che secca la bocca, al soffio freddo della tramontana che gela gli affetti; in miniera, nel buio delle viscere della terra; nell’intrecciarsi di rami nel mistero fitto dei boschi.
Nelle sue opere la pietra naturale, il ferro forgiato ed il legno esprimono la loro anima. In queste il dolore, la speranza, la gioia e la disperazione prendono vita nel loro ininterrotto alternarsi.
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