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Addio Carlo, per trent’anni braccio destro dei sindaci

Mori aveva 85 anni, se n’è andato nella sua casa di Marina di Grosseto. È stato capo di gabinetto del Comune al fianco dei sindaci Pollini, Finetti, Tattarini e Valentini. Quando vinse Antichi, lo riconfermò nel suo ruolo
Carlo Mori
Carlo Mori

GROSSETO. Per quasi trent’anni era stato al fianco di tutti i sindaci di sinistra che hanno governato Grosseto: Pollini, Finetti, Tattarini, Valentini. Quando nel 1997 Alessandro Antichi vinse le elezioni, avrebbe potuto decidere di affidare l’incarico di capo di gabinetto ad un’altra persona. A qualcuno di più vicino, politicamente. Invece, riconfermò Carlo Mori, che è rimasto al suo fianco fino a quando è andato in Regione. 

85 anni, una vita passata nelle stanze del palazzo comunale, cacciatore appassionato, Carlo Mori se n’è andato domenica 20 ottobre. La salma è esposta all’obitorio dell’ospedale Misericordia. 

Gli inizi da giornalista poi l’incarico in Comune

Carlo Mori aveva cominciato la sua carriera come giornalista al Tirreno. Era un lettore vorace e conosceva benissimo i meccanismi che governavano allora, e governano tutt’oggi, le società.

Negli anni Settanta entrò in Comune come capo di gabinetto del sindaco Renato Pollini. E con quel ruolo, fu riconfermato da tutti i suoi successori: Giovanni Battista Finetti, Flavio Tattarini, Loriano Valentini. 

Carlo Mori è stato il loro comune denominatore. E quando il 28 aprile 1997 il vento a Grosseto cambiò e in Comune fu ammainata la bandiera della sinistra e fu nominato sindaco Alessandro Antichi, il primo sindaco di centrodestra della Toscana, in molti pensarono che Mori non sarebbe stato riconfermato. Ma così non fu. 

«Carlo è stato una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto – dice un commosso Alessandro Antichi – è stato lui a farmi capire cosa fosse un Comune, a farmi comprendere che dovevamo gestirlo come la casa di tutti, come il luogo per eccellenza della comunità. Per me è stato un maestro». 

L’amore per la letteratura e per la caccia

Sposato con Giuliana Turchi, padre di Emiliano e Michele, Carlo Mori ha sempre avuto una grandissima passione per la letteratura. Leggeva in continuazione, scriveva, prendeva appunti. E nel tempo libero, imbracciava la doppietta e andava a caccia. 

«Ha avuto e ha sempre manifestato un altissimo senso per le istituzioni – lo ricorda ancora l’ex primo cittadino Alessandro Antichi – Aveva forti convinzioni politiche che erano diametralmente opposte alle mie ma questo non ci ha mai impedito di lavorare insieme. Anzi. È stata una delle persone più leali che abbia conosciuto e che mi ha sempre aiutato a dare un senso e un significato profondo alla parola comunità». 

L’amore per la lettura e per la scrittura ha accompagnato Mori per tutta la sua vita. «Era un uomo di una modestia incredibile – dice ancora Antichi – qualche tempo fa gli avevo anche chiesto di scrivere qualcosa, di raccontare la Grosseto che aveva conosciuto lui. Ma non ha mai voluto. Io non ho mai avuto problemi a parlare in pubblico, ma mi facevo scrivere i discorsi da lui per poterli conservare e rileggere». 

Quando Antichi vinse le elezioni regionali, Mori decise di andare in pensione. «Mi disse: tu te ne vai, me ne vado anch’io – ricorda Antichi – Io con questi non ci rimango. Si riferiva a quelli della mia parte politica ma anche della sua». 

L’ultimo saluto a Carlo Mori

La salma di Mori è ora esposta all’obitorio dell’ospedale Misericordia. I funerali saranno celebrati domani, martedì 22 ottobre alle 9.30 nella chiesa di Marina di Grosseto. 

 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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